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GRUPPI

Papa Francesco: ‘Abbiamo bisogno di media capaci di costruire ponti e abbattere i muri’

«L’esperienza di questi mesi ha dimostrato quanto sia essenziale la missione dei mezzi di informazione per tenere unite le persone, accorciando le distanze, aprendo le menti e i cuori alla verità», rileva il Pontefice nel messaggio ai membri della Catholic Press Association in occasione della Catholic Media Conference.

«L’esperienza di questi ultimi mesi ha dimostrato quanto sia essenziale la missione dei media per tenere unite le persone, accorciando le distanze, fornendo le informazioni necessarie e aprendo le menti e i cuori alla verità». Lo afferma papa Francesco nel messaggio inviato ai membri della Catholic Press Association in occasione della “Catholic Media Conference”, in programma dal 30 giugno al 2 luglio 2020 sul tema “Together While Apart”.

«Quest’anno, per la prima volta nella storia, l’Associazione della stampa cattolica terrà la sua annuale conferenza in modalità virtuale, a causa dell’attuale situazione sanitaria», spiega il Papa. «Permettetemi innanzitutto – prosegue – di esprimere la mia vicinanza a quanti sono stati colpiti dal virus e a quanti, anche a rischio della propria vita, si sono prodigati e continuano a impegnarsi per assistere i nostri fratelli e sorelle nel momento del bisogno».

Papa Francesco, foto vaticannews.va


Il tema scelto per la Conferenza di quest’anno, “Together While Apart”, osserva il Pontefice, «esprime in modo eloquente il senso di unione emerso, paradossalmente, dall’esperienza della distanza sociale imposta dalla pandemia».

Nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dello scorso anno, sottolinea ancora Francesco, «riflettevo su come la comunicazione ci permette di essere, come dice San Paolo, ‘membra gli uni degli altri’ chiamati a vivere in comunione all’interno di una rete di relazioni in continua espansione. Una verità che, a causa della pandemia, tutti noi abbiamo apprezzato più pienamente».

E ancora: «’E pluribus unum’, l’ideale dell’unità in mezzo alla diversità, nel motto degli Stati Uniti, deve ispirare anche il servizio che offrite al bene comune», evidenzia papa Francesco nel messaggio.

«Questo bisogno – osserva – è ancora più urgente oggi, in un’epoca caratterizzata da conflitti e polarizzazioni da cui non sembra essere immune neppure la comunità cattolica. Abbiamo bisogno di media capaci di costruire ponti, difendere la vita e abbattere i muri, visibili e invisibili, che impediscono il dialogo sincero e la vera comunicazione tra le persone e le comunità. Abbiamo bisogno di media che possano aiutare le persone, soprattutto i giovani, a distinguere il bene dal male, ad elaborare giudizi corretti, basati su una presentazione dei fatti chiara ed imparziale, a comprendere l’importanza di impegnarsi per la giustizia, la concordia sociale e il rispetto della casa comune. Abbiamo bisogno – conclude il Papa –di uomini e donne di principio che proteggano la comunicazione da tutto ciò che la potrebbe distorcere o piegare ad altri scopi».

(Fonte: FNSI; immagine di copertina: Gabriel Andrés Trujillo Escobedo – Wikipedia)

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SINDACATO

Video33/Sdf verso la cessione. SJG: ‘Rassicurazioni su occupazione’

«L’accordo non è stato ancora formalizzato, in attesa dello sblocco del piano nazionale delle frequenze in via di definizione al ministero dello Sviluppo Economico. Il passaggio potrebbe avvenire in tempi brevi», spiega il segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige (SJG), Rocco Cerone

Si è tenuto nei giorni scorsi a Bolzano, presso la sede del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige (SJG), un incontro sul futuro di Video33/Sdf, al quale hanno partecipato l’amministratore di Rosengarten media Albino Leonardi, Pierluigi e Simone Baronio, titolari della rete televisiva Telecolor di Cremona, i segretari regionali del Sindacato dei giornalisti Rocco Cerone e di Sgb Cisl Michele Buinerba. Lo rende noto un comunicato congiunto dei sindacarti.

«L’accordo – spiegano le sigle sindacali – non è stato ancora formalizzato, in attesa dello sblocco del piano nazionale delle frequenze in via di definizione al ministero dello Sviluppo Economico a Roma. Il passaggio potrebbe avvenire in tempi brevi».

SGJ ed Sgb Cisl hanno ricevuto rassicurazioni sulla continuità aziendale e sul mantenimento degli attuali 14 dipendenti. Il prossimo incontro avverrà entro il mese di luglio.

(Fonte: FNSI)

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Articolo 21 GRUPPI

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella onora le vittime del coronavirus a Bergamo

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato nella serata di domenica 28 giugno alla commemorazione solenne per le vittime del coronavirus a Bergamo, dove al Cimitero monumentale è stata eseguita la Messa da Requiem di Gaetano Doninzetti eseguita dall’Orchestra e dal Coro del Doninzetti Opera Festival diretti da Riccardo Frizza, anticipata dalla lettura dell’Addio ai monti dai Promessi sposi di Alessandro Manzoni da parte del direttore artistico del Festival Francesco Micheli. Il cast era composto da Eleonora Buratto (soprano), Annalisa Stroppa (mezzosoprano), Piero Pretti (tenore), Alex Esposito (basso), Federico Benetti (basso); maestro del Coro Fabio Tartari. Il concerto è stato trasmesso in diretta su Rai 1 e si può rivedere su Ray Play.

Solo a Bergamo e provincia le persono decedute per il Covid-19 sono state oltre seimila e lo stesso capo dello Stato nel suo intervento dopo aver deposto una corona ha sollecitato l’impegno di «riflettere seriamente sugli errori da evitare di ripetere. Qui l’Italia che ha sofferto e che è stata ferita e che ha pianto. La mia partecipazione vuole testimoniare la vicinanza della Repubblica ai cittadini di questa terra così duramente colpita. Bergamo, oggi, rappresenta l’intera Italia, il cuore della Repubblica». Nelle sue parole traspariva il monito di non limitarsi a ricordare le vittime ma «assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto. Senza cedere alla tentazione illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima».

crediti foto Quirinale

Un intervento significativo, quello di Mattarella, a riprova della necessità di non smettere di interrogarsi: «su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere». Dal piazzale antistante il Cimitero pochi mesi fa partivano i camion dell’Esercito Italiano con le bare che venivano inviate in altre città per essere cremate. Un luogo diventato simbolo di una tragedia che ha lasciato sgomenti chi vedeva le immagini in televisione. Mattarella ha voluto essere vicino alla popolazione di questa città ascoltando in piedi l’Inno di Mameli e con lui i 243 sindaci provenienti da tutta la provincia (eccetto il sindaco del Comune di Ambivere Silvano Donadoni che di professione è medico, in segno di protesta per la mancata gestione da parte della Regione Lombardia sia in fase di emergenza inizio pandemia che ora). Accanto al Presidente della Repubblica c’era anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il presidente della Regione Attilio Fontana il quale sostiene ancora oggi di non aver commesso errori nella gestione sanitaria e di non ritenersi responsabile di quanto accaduto sia per la mancata decisione di istituire le zone rosse (nel bergamasco) e per i trasferimenti di malati nelle rsa di Milano e provincia.

crediti foto Quirinale

È in corso un’inchiesta della Procura della Repubblica di Bergamo con l’ipotesi di reato per epidemia colposa che si avvale della consulenza del direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti. La sua gestione in Veneto per contenere la diffusione del virus ha permesso di isolare i focolai e individuare i contagi sottoponendo la popolazione al test del tampone. L’esecuzione della Messa da Requiem a Bergamo è stata trasmesso in diretta anche dal sito del corriere.it dove gli italiani, ancora una volta, dimostrano di essere un popolo che non rinuncia nemmeno in un’occasione così solenne di insultare e scrivere nei commenti (visibili in concomitanza dell’esecuzione musicale) parole offensive rivolte a chiunque chiedesse rispetto per i defunti.

Ascoltare la musica e dover leggere (per dovere di cronaca) simili frasi è la riprova di quanto sia nocivo permettere di commentare liberamente senza che le testate giornalistiche del web impediscano di fatto tale scempio del rispetto per chi ha sofferto. Una buona notizia viene da Cremona dove il giovane Mattia Guarnieri di soli 18 anni che era stato ricoverato e intubato per aver contratto il coronavirus, dopo le dimissioni dall’ospedale ha potuto diplomarsi e conseguire la maturità. Mattia era stato dimesso lo scorso 16 aprile dopo la lunga degenza in terapia intensiva e prima di essere sedato aveva inviato un messaggio alla madre in cui prometteva di non abbandonarla.

crediti foto Quirinale

Di altra natura, invece, la notizia che arriva da Arezzo di un gatto che dopo aver morsicato la proprietaria è morto. Dalle analisi è risultato affetto dal Lyssavirus (virus isolato in una specie di pipistrello), ma in tutte le testate giornalistiche è riportata una dichiarazione pervenuta dalla Regione Toscana nella quale si spiega che il “Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta, a livello mondiale, in un pipistrello del Caucaso nel 2002, senza che ne fosse mai stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l’uomo. Attualmente secondo il ministero della Salute non ci sono evidenze di trasmissione da animale a uomo”.

Tale affermazione non corrisponde alla realtà in quanto la scoperta del Lyssavirus risale al 1996:il lyssavirus dei pipistrelli australiano compare nel 1996 con due focolai sulla costa del Queensland (ABLV) e ha proprio questi animali come ospiti serbatoio”,(Spillover di David Quammen, edizioni Gli Adelphi, pag. 322, 326, 379. L’autore è una delle firme più qualificate e prestigiose del “National Geographic” e vincitore per tre volte del National Magazine Award. Nelle oltre 600 pagine documenta tutte le ricerche scientifiche che sono state condotte per analizzare il salto dei virus da animale all’uomo (chiamato spillover) , tra i quali vengono descritti anche quelli partiti dai pipistrelli.

pubblicato su www.articolo21.org

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Inpgi, Massimo Marciano eletto rappresentante della Gestione separata

Insieme con Nicola Chiarini sarà anche componente del Consiglio generale dell’ente. L’elezione nel corso della riunione del nuovo Comitato amministratore tenuta oggi a Roma.

Il nuovo Comitato amministrato della Gestione previdenziale separata dell’Inpgi, riunito oggi, mercoledì 24 giugno 2020, a Roma, ha eletto – come da previsione statutaria – i suoi due rappresentanti in seno al Consiglio generale dell’Istituto. Sono il veneto Nicola Chiarini e il romano Massimo Marciano.

Il medesimo Comitato ha poi eletto lo stesso Marciano quale rappresentante della Gestione separata nel Consiglio di amministrazione dell’Ente.

Fonte: FNSI

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Lavoro SINDACATO

La Fnsi agli Stati generali. Il premier ringrazia la stampa: ‘Ruolo centrale durante l’emergenza’

Nell’introdurre il segretario generale Lorusso, il presidente Conte ha sottolineato l’importanza dei media nel periodo della pandemia. «Riconoscimento importante, ma per garantire la funzione essenziale dell’informazione occorrono interventi mirati e riforme di sistema e garantire la qualità del lavoro dei giornalisti», rileva il vertice del sindacato. Un momento dell’incontro al Casino del Bel Respiro di Parco di Villa Pamphilj.

Seconda giornata degli Stati generali dell’economia dedicata al confronto con gli enti locali e le parti sociali. Al tavolo, con i rappresentanti di Regioni, Comuni e Province, anche Vittorio Colao e alcuni componenti del Comitato di esperti e gli esponenti di sindacati e associazioni di categoria. Per la Federazione nazionale della Stampa italiana è intervenuto il segretario generale Raffaele Lorusso, accompagnato dal direttore Tommaso Taquanno.

Nell’introdurre l’intervento del segretario generale della Fnsi, il presidente Conte ha sottolineato l’importanza del ruolo degli organi di informazione, in particolare in questa fase di emergenza «con tutti i cittadini a casa, tutti chiamati a rispettare le misure di distanziamento fisico e a rinunciare alle normali abitudini di vita. Se abbiamo raggiunto un risultato è perché tutta la comunità nazionale, in ciascuna delle sue componenti, ha fatto la sua parte. Per questo voglio dare atto pubblicamente del ruolo che hanno avuto la stampa e gli organi di informazione», ha detto Conte.

«Il riconoscimento del ruolo degli organi di informazione durante la fase dell’emergenza da parte del presidente del Consiglio ribadisce l’importanza e il ruolo strategico della stampa. Un ruolo fondamentale per consentire la formazione di un’opinione pubblica matura e consapevole e per rafforzare le istituzioni democratiche, che deve essere sostenuto con interventi mirati e riforme di sistema», è il commento del segretario generale Lorusso al termine dell’audizione nel corso degli Stati generali.

«Siamo grati al presidente del Consiglio per aver ricordato il ruolo fondamentale svolto dalla stampa nel periodo dell’emergenza sanitaria e per l’attenzione che il governo riserva al settore – sottolinea Lorusso -. Un’attenzione dimostrata anche dall’invito del sindacato dei giornalisti agli Stati generali dell’economia, insieme con le altre parti sociali».

Nel corso dell’intervento, il segretario generale della Fnsi ricorda le criticità del settore, già al centro del confronto con il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella. La crisi strutturale dell’editoria, che dura da più di un decennio, è aggravata dal ruolo sempre più preponderante esercitato dai colossi della rete, a partire da Google e Facebook, che dopo aver di fatto prosciugato il mercato della pubblicità negli Stati Uniti, stanno stravolgendo anche il mercato europeo. «La direttiva europea sul diritto d’autore va recepita con urgenza nel nostro ordinamento – dice Lorusso –. Chi utilizza gli investimenti degli editori e il lavoro dei giornalisti per fare profitti deve essere chiamato a riconoscere la giusta remunerazione. I giganti della rete devono pagare le tasse, i cui proventi vanno destinati a sostenere l’informazione».

Il segretario generale della Fnsi fa poi riferimento alle incursioni in Italia di organizzazioni straniere, in particolari russe e cinesi, come documentato da Ue e Nato, che utilizzano le fake news per provare a condizionare l’opinione pubblica italiana. «Per questo – osserva – occorre sostenere la buona informazione e proteggere la privacy digitale dei cittadini».

I mesi della pandemia hanno inciso pesantemente sui bilanci delle aziende editoriali: senza interventi di sostegno c’è il rischio di effetti deleteri per l’occupazione. Per la Fnsi è necessario sostenere i processi di trasformazione digitale già in atto nel mondo dell’informazione, a patto che siano legati alla tutela dell’occupazione e alla lotta al precariato. «Bisogna superare – rileva Lorusso – la logica dei finanziamenti erogati al solo fine di favorire l’esodo anticipato dei giornalisti dal mondo del lavoro. In un quadro generale di lotta alle disuguaglianze, è necessario affrontare il tema della dignità del lavoro giornalistico e del contrasto alla precarietà dilagante. L’informazione di qualità presuppone qualità del lavoro, quindi diritti, tutele e garanzie oggi assenti per migliaia di giornalisti. L’informazione di qualità non si può difendere lasciando che il perimetro del lavoro subordinato venga progressivamente ridotto per aprire la strada al lavoro precario, attraverso il ricorso massiccio a forme di lavoro atipico che offendono la dignità delle persone».

(Fonte: FNSI; foto: governo.it)

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Bonus Covid-19, in arrivo l’indennità di aprile per gli iscritti INPGI 2

Con la pubblicazione del Decreto Interministeriale Lavoro-Economia del 29 maggio 2020, sono state definite le modalità e i termini per l’erogazione del Bonus Covid-19 a sostegno del reddito da lavoro autonomo in favore degli iscritti agli enti e casse dei professionisti che abbiano subito una riduzione dell’attività lavorativa in conseguenza dell’emergenza epidemiologica.

L’indennità in oggetto, prevista dall’art. 44, comma 2, del DL n.18/2020 e dall’art. 76 del DL 34/2020, è riferita al mese di aprile 2020 e l’importo – che non concorre a formare base imponibile a fini fiscali – è pari a 600 euro.

Sulla base di quanto stabilito nel Decreto, l’erogazione del Bonus avviene in via automatica nei confronti di tutti i colleghi che hanno già usufruito dell’analoga indennità riferita al mese di marzo 2020. Questo significa che i 9.074 beneficiari non dovranno effettuare alcun adempimento e riceveranno il nuovo Bonus direttamente mediante accredito sulle medesime coordinate bancarie comunicate in precedenza.

Ci sono, inoltre, importati novità per quanto riguarda i requisiti per accedere al beneficio, che sono stati rivisti in senso estensivo e che consentiranno di ricevere i 600 euro del mese di aprile anche a una parte dei colleghi che, in precedenza, erano esclusi.

Già il Decreto Legge Rilancio aveva eliminato l’obbligo di iscrizione in via esclusiva alla predetta Gestione ai fini della fruizione del Bonus. Con il Decreto Interministeriale viene ulteriormente allargata la platea dei potenziali beneficiari, includendo anche i colleghi che – in possesso degli altri requisiti previsti – hanno in corso un rapporto di lavoro subordinato, purché a tempo determinato, oppure siano titolari di un trattamento di pensione non diretta (vale a dire, i superstiti con pensione indiretta o di reversibilità).

Per quanto riguarda i requisiti reddituali riferiti all’anno 2018, inoltre, viene preso a riferimento – ai fini dei limiti di 35.000 euro oppure di 50.000 euro – esclusivamente il reddito derivante dall’attività professionale (in precedenza assumeva rilevanza il reddito complessivo, al lordo di tutte le componenti fiscalmente attive).

Possono richiedere l’erogazione anche coloro che si sono iscritti alla Gestione Separata nel 2019 o nel 2020 (fino al 23 febbraio), sempre se in possesso dei requisiti consistenti il rispetto dei medesimi limiti di reddito.

Solo i colleghi, quindi, che – a causa dell’esistenza di un elemento ostativo oggi non più presente – non hanno presentato la domanda per ricevere l’indennità del mese di marzo (oppure che, pur avendola presentata, se la sono vista respingere per tali motivi) possono adesso presentare la domanda per beneficiare del Bonus di 600 euro riferito al mese di aprile.

Le istanze potranno essere inviate solo a mezzo mail, a decorrere dalle ore 14:00 del prossimo 8 giugno e fino alle ore 24,00 dell’8 luglio 2020, avvalendosi di un apposito modulo che sarà pubblicato nel sito web dell’Ente www.inpgi.it e il Decreto prevede che alle stesse debba essere assegnato un ordine di priorità in base alla cronologia di presentazione ai fini della successiva liquidazione.

Il modulo – che consiste in un file in formato PDF editabile – deve essere compilato esclusivamente in modalità elettronica ed inviato a mezzo mail avvalendosi della funzione di spedizione automatica presente nello stesso, unitamente alla copia fronte/retro di un documento di identità.

Questa modalità consentirà una gestione automatizzata dei flussi di dati inseriti nei relativi campi, a tutto vantaggio della riduzione dei tempi necessari per l’istruttoria delle istanze. Per questa ragione non saranno in nessun caso presi in considerazione eventuali file stampati e compilati a mano.

Nella tabella sottostante si riporta una sintesi dei requisiti, delle condizioni e delle modalità di accesso al Bonus in esame da parte dei beneficiari.

(Fonte: Inpgi notizie)

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Articolo 21 GRUPPI

‘Journalism Is Not A Crime’, petizione di Articolo21 per dire no al carcere per i giornalisti

Il 9 giugno la Corte Costituzionale si esprimerà sulla legittimità della pena detentiva per chi commette il reato di diffamazione. «Una battaglia storica della Fnsi», ricorda in un editoriale il segretario generale Lorusso, primo firmatario con il presidente Giulietti dell’appello promosso dall’associazione.

Il 9 giugno la Corte Costituzionale si esprimerà sulla legittimità del carcere per i giornalisti, attualmente previsto nel codice penale e dalla legge sulla stampa per chi commette il reato di diffamazione a mezzo stampa. Per dire no al carcere per i giornalisti, l’associazione Articolo21 ha promosso l’appello #JournalismIsNotACrime e una raccolta di firme i cui primi firmatari sono Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana (qui il link diretto alla petizione). Il disegno della campagna #JournalismIsNotACrime è dell’artista e graphic journalist Gianluca Costantini.

Dopo alcune importanti aperture di esponenti del governo nel senso di un accoglimento anche in Italia dei principi più volte ribaditi nelle sentenze della Corte europea dei diritti umani – che ha riconosciuto tanto il carcere quanto sanzioni economiche spropositate come veri e propri ‘bavagli’ ai giornalisti –, in un editoriale pubblicato anche sul articolo21.org, il segretario generale della Fnsi ricorda come la battaglia per l’abolizione della previsione del carcere per i giornalisti è una «battaglia storica» del sindacato, inserita fin «nell’atto costitutivo della Fnsi» risalente al 1908.

Per firmare l’appello e aderire alla mobilitazione basta inviare una mail a redazione@articolo21.info.

Il logo della campagna ‘Journalism Is Not A Crime’ è stato realizzato da Gianluca Costantini per Articolo21.

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Articolo 21 GRUPPI

No al carcere per i giornalisti: battaglia della Fnsi dall’atto costitutivo

  • di Raffaele Lorusso, segretario generale FNSI

Non è ancora tempo di cantare vittoria. L’impegno del governo a cancellare il carcere per i giornalisti, ribadito dai sottosegretari all’editoria e alla giustizia, Andrea Martella e Vittorio Ferraresi, rappresenta un importante elemento di novità. Di qui ad affermare che il risultato è stato raggiunto, però, ce ne passa. Di certo, è a portata di mano. Anche perché, a incalzare il parlamento potrebbe essere la Corte Costituzionale. I giudici della Consulta, com’è noto, il prossimo 9 giugno si pronunceranno sull’eccezione di incostituzionalità dell’articolo 595 del codice penale e dell’articolo 13 della legge sulla stampa, la numero 47 del 48. Entrambe le norme prevedono la pena detentiva per il giornalista che commette il reato di diffamazione a mezzo stampa.

Quale sarà la decisione della Corte Costituzionale – rigetto della questione o accoglimento oppure sentenza interlocutoria con rinvio alle Camere che se ne stanno occupando – diventerà fondamentale il lavoro del Parlamento. Nelle numerose interlocuzioni avviate dalla Fnsi, da sempre in prima linea per la cancellazione del carcere per i giornalisti, governo e forze politiche hanno ribadito la volontà di approvare la proposta di legge sulla cancellazione del carcere insieme con quella, distinta ma collegata, sul contrasto alle querele bavaglio. Quest’ultima, presentata dal senatore Primo Di Nicola, ha già ottenuto il via libera della commissione giustizia del Senato. Per quella sulla diffamazione, che introduce anche nuovi criteri sull’obbligo di rettifica, l’ok dovrebbe arrivare a breve.

Restano da sciogliere alcuni nodi sostanziali. A cominciare dal rischio, tutt’altro che remoto, che la cancellazione del carcere si trasformi in una sorta di resa dei conti con i giornalisti. La voglia di sostituire la pena detentiva con pesanti sanzioni pecuniarie è diffusa trasversalmente fra le forze politiche. Non è una novità, visto che anche nelle passate legislature i disegni di legge di riforma si sono infranti proprio su questo scoglio. Se dovesse prevalere la linea dura, ossia multe salate al posto del carcere, si aprirà un altro caso Italia dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’Uomo. I giudici di Strasburgo, infatti, considerano le pene pecuniarie di una certa entità alla stessa stregua del carcere. Ossia una forma di dissuasione per il giornalista. Il rischio di condanna a pagare una somma elevata in caso di diffamazione rappresenta di fatto una compressione della libertà di espressione e del diritto di cronaca.
L’auspicio, allora, è che il legislatore italiano sia riformista fino in fondo e accolga le raccomandazioni della Corte europea. Il carcere può essere sicuramente sostituito da sanzioni pecuniarie. A condizione, però, che venga previsto un minimo e un massimo (comunque contenuti) e che, in caso di condanna, venga data al giudice la possibilità di tener conto delle condizioni economiche del giornalista, delle dimensioni dell’impresa e della diffusione del giornale. In caso contrario, sarà impossibile per l’Italia sottrarsi alle censure dei giudici europei.

Il sindacato dei giornalisti ha portato questi elementi all’attenzione del governo e dei parlamentari che stanno discutendo la proposta di legge in commissione. Se fossero accolti, sarebbe una chiara inversione di tendenza. Un fatto di portata storica, considerato che la cancellazione del carcere per i giornalisti era nell’atto costitutivo della Fnsi. Che – va ricordato a beneficio di chi non conosce la storia o non vuole studiarla – risale al 1908.

(Fonte: Articolo21)