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Articolo 21 GRUPPI

Il sindaco di Trento ringrazia i giornalisti, ricordando Agitu

Ianeselli durante incontro con Keller (Odg) e Cerone (Sjg): “L’informazione fondamentale strumento di controllo del potere”

“L’informazione continua ad essere fondamentale. Nonostante la disintermediazione garantita dai social, che ti consentono di avere un rapporto diretto con i cittadini, resta indispensabile il ruolo di chi controlla il potere, indagando e facendo domande. Per questo ringrazio i giornalisti per il loro lavoro, essenziale sia a livello nazionale e internazionale, sia a livello locale, tanto più in questo periodo di pandemia”.

Proprio a causa del Covid, non c’è stato quest’anno il tradizionale scambio di auguri tra la Giunta comunale e i giornalisti. Ma il sindaco Franco Ianeselli ha voluto comunque ringraziare la categoria, autorevolmente rappresentata stamattina alla conferenza stampa di fine anno dal presidente dell’ordine dei giornalisti regionale Mauro Keller e dal segretario del Sindaco dei giornlisti del Trentino Alto Adige Rocco Cerone. Dopo aver augurato al sindaco di “intrattenere sempre buoni rapporti con la stampa”, Keller ha sottolineato come “la trasparenza debba passare sempre attraverso le domande dei giornalisti: e le domande bisogna continuare a farle finché non si ottiene risposta”.

A proposito dell’intermediazione che spesso “dà fastidio”, Cerone ha ricordato i 50 giornalisti uccisi nel 2020 (dati di Reporters sans frontières), anticipando che “in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa, il 3 maggio, Trento, città del Concilio, ospiterà un evento sul tema”. Del resto, come ha ricordato il sindaco, da sempre città dei diritti umani, Trento si è già messa a disposizione per “ospitare i giornalisti minacciati per il loro lavoro e per le loro inchieste”.

Il breve momento di riflessione sul ruolo dell’informazione si è concluso con un ricordo di Agitu Ideo Gudeta, l’imprenditrice di origine etiope uccisa ieri nella sua casa di Frassilongo. “Poco fa, a nome di tutta la Giunta, ho deposto una corona di fiori davanti al negozio di Agitu a Trento. L’ho incontrata più volte in passato, l’ultima in campagna elettorale in piazza Santa Maria Maggiore. Ricordo che ci siamo incoraggiati a vicenda. E quando ieri sera, durante il Consiglio comunale, il presidente Piccoli ci ha dato la notizia della sua morte, nessuno più riusciva a parlare”, ha concluso Ianeselli.

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Appello: precariato e sfruttamento, serve dignità del lavoro per salvare l’INPGI. Le prime 750 firme

Le prese di posizione, gli appelli, le misure attorno al salvataggio dell’istituto di previdenza dei giornalisti italiani devono partire da un principio di realtà: oggi due giornalisti su tre in Italia sono precari. Senza contratto regolare, senza tutele e senza diritti. Testate nazionali o editori locali non fa differenza. Carta stampata, Tv, digitale: lo sfruttamento dei collaboratori che oggi reggono la dorsale informativa italiana è dappertutto.

Al default sociale dei giornalisti precari concorre anche la Legge sull’equo compenso, votata dal Parlamento nel 2012 e oggi ancora lettera morta. Nonostante questo, sono spesso precari le giornaliste e i giornalisti che gettano luce sulle periferie di questo Paese, che scrivono dalle zone di camorra e delle mafie senza avere copertura di alcuna natura, e alcuna “pubblica garanzia”. Sono temi da cui attendiamo risposte dal premier Giuseppe Conte, dal Governo, dal Parlamento. Perché la precarietà rende precario lo stesso articolo 21 della Costituzione e nega il principio della “giusta mercede” e del rispetto della dignità della persona.

Qui non si tratta di contrapposizione tra giornalisti, men che meno con dei “mostri sacri” della professione. E rivolgendo l’appello al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, un faro che illumina il rispetto dell’Articolo 21 della Costituzione e la tutela dell’indipendenza del “Quarto potere”, non è nostra intenzione “tirare la giacchetta” – come troppo spesso accade – al presidente.  

Questo è tuttavia un grido di allarme, dolore e speranza. Si tratta di dignità del lavoro. Di dignità del lavoro nella professione giornalistica, in Italia. Quando si parla di giornalisti, di previdenza e quindi di regolarità contributiva (e retributiva) non si può tacere la realtà quotidiana di persone che lavorano 8, 10 ore al giorno con la prospettiva del 31/12, tutti gli anni, da dieci anni. E questo accade a collaboratori, cococo, false partite Iva che puntualmente vengono condotte nell’alveo del lavoro dipendente ogni volta

Questo lavoro spesso è portato avanti da persone senza un contratto stabile, senza diritti né tutele. Un alveo che, dati alla mano, non è marginale nell’economia dell’Ente di previdenza e che non si può definire in altro modo che “sfruttamento”. Precariato e sfruttamento stanno affossando l’Inpgi, e anche “la qualità della democrazia” in Italia, come sostiene Agcom nel Secondo Osservatorio sul giornalismo.

Questo appello, nato dal basso da una serie di giornaliste e giornalisti precari, in una notte – una notte – ha raccolto oltre 750 firme. Segno che non siamo soli. Segno che dobbiamo continuare a lottare per la dignità delle persone e del lavoro, per la salvaguardia e l’indipendenza della professione, e quindi di Inpgi. Segno che, oggi più che mai, nessuno si salva da solo.

L’APPELLO: Precariato e sfruttamento: dignità del lavoro per salvare Inpgi

Difendere il lavoro per salvare la professione giornalistica. Contrastare il precariato per dare maggiore solidità all’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Sono gli obiettivi che si prefigge il Comitato “Dignità delle persone, dignità del lavoro”, promosso da un gruppo di giornalisti precari con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di dare un futuro di diritti e di certezze a migliaia di giornalisti costretti a lavorare senza alcun riconoscimento e con retribuzioni vergognose.

Il nostro appello è rivolto innanzitutto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché dall’alto del suo magistero richiami il Governo e il Parlamento a rivolgere l’attenzione, con l’adozione di provvedimenti mirati.

Comprendiamo l’appello al Capo dello Stato sottoscritto da illustri colleghi in pensione e alcuni direttori per salvaguardare l’autonomia e la sostenibilità dell’Inpgi. Oltre che preoccupazione, dai sottoscrittori di quella petizione ci saremmo aspettati, però, coerenza e un po’ di autocritica. Fra loro, infatti, ci sono giornalisti pensionati che continuano a lavorare senza versare i contributi alla gestione principale dell’Inpgi. Da questo punto di vista, stupisce che chi continua a esercitare la professione, proclamandosi giornalista quando porta in tv esponenti di clan della malavita e artista quando si tratta di pagare i contributi, si preoccupi adesso della situazione dell’Inpgi. Lo stesso discorso vale per i direttori di importanti testate, che utilizzano quotidianamente giornalisti precari, senza porsi il problema dell’esiguità delle retribuzioni e della sostanziale assenza di diritti.

Riteniamo che non ci possa essere previdenza senza lavoro regolare. Per questo ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica affinché sensibilizzi Parlamento e Governo ad affrontare e risolvere il problema del precariato e dello sfruttamento nel settore dell’informazione.

Seguono firme

Domenico Affinito

Roberto Aiello

Gianmarco Aimi

Andrea Alba

Emilio Albertario

Anna Alberti

Francesca Alibrandi

Claudio Almanzi

Daniela Altimani

Marina Amaduzzi

Chiara Amati

Gioacchino Amato

Silvia Ambrosi

Francesca Ambruosi

Laura Amorosi

Mariateresa Amoruso

Antonio Andreotti

Monica Andolfatto

Gianpaolo Annese

Paolo Animato

Lucia Anselmi

Alessio Antonini

Antonella Ardito

Armando Federico Ascolese

Daniele Astolfi

Lucia Aterini

Gerardo Ausiello

Fabio Azzolini

Andreina Baccaro

Susanna Bagnoli

Ivana Baiunco

Furio Baldassi

Marcella Baldassini

Ida Baldi

Roberta Balzotti

Corrado Barbacini

Fabrizia Barbarisi

Guido Barbato

Giuseppe Gio Barbera

Massimiliano Barberis

Giorgio Barbieri

Sara Barovier

Carlo Bartoli

Marco Bartolini

Marco Baruffi

Stefania Basile

Lorenzo Basso

Maurizio Bekar

Stefano Belfiore

Valeria Bellagamba

Sandro Bennucci

Walter Berghella

Paolo Berizzi

Serena Bersani

Guido Besana

Alessandra Betto

Cristina Bianchi

Giuseppe Bianco

Alessandro Biggi

Matteo Billi

Paola Biondi

Marco Bisiach

Nazzareno Bisogni

Alessio Bocchetti

Gianpaolo Boetti

Tiziana Bolognani

Silvia Bombelli

Donata Bonometti

Giancarlo Borriello

Paolo Borrometi

Annalisa Boschini

Alberto Bragaglia

Rosi Brandi

Marco Brando

Ines Brentan

Chiara Brilli

Valentina Brini

Bruno Brunello

Claudia Brunetto

Viviana Bruschi

Christian Brusamonti

Stefano Buda

Andrea Bulgarelli

Lucio Bussi

Paolo Butturini

Rita Cacciami

Antonio Caiazza

Alessandro Calabrese

Angela Calabrese

Giuseppina Calisti

Mimma Calligaris

Elisabetta Campana

Roberta Campanella

Giada Campus

Riccardo Cannavale

Alessia Cannizzaro

Michela Canova

Rinaldo Cao

Arnaldo Capezzuto

Fabrizio Cappella

Giacomo Capuano

Dora Carapellese

Nicoletta Caraglia

Gabriele Carchella

Francesco Cardella

Chiara Carenini

Antonella Carlin

Daniele Carlon

Agnese Carnevali

Giovanna Carollo

Amalia Carosi

Giorgio Carozzi

Monica Casata

Andrea Casazza

Antonello Cassano

Antonio Castro

Marco Catalani

Maria Cava

Paolo Cavallo

Renato Cavallo

Beppe Ceccato

Patrizia Centi

Ezio Cerasi

Francesco Cerisano

Rocco Cerone

Elena Chemello

Claudio Chiarani

Simona Chiariello

Nicola Chiarini

David Ciaralli

Gisella Cicciò

Giuseppe Cipriani

Luca Cipriano

Delia Cipullo

Paola Cireddu

Linda Cittadini

Carmen Clericuzio

Gabriele Cocchi

Paola Colaprisco

Silvia Collecchia

Rocco Coletti

Luigi Colomba

Paolo Colombatti

Luca Colombo

Gianni Colussi

Roberto Conte

Matteo Contessa

Marco Conti

Coordinamento dei precari di Repubblica

Simona Coppa

Elisa Corsini

Pietro Corvi

Cristina Cosentino

Giacomo Costa

Alessandra Costante

Giuliana Covella

Tiziana Cozzi

Andrea Cremonesi

Danilo Cretara

Antonella Cripta

Massimiliano Crosato

Erika Culiat

Francesco Cutro

Giuseppe Cutro

Sandro Cuzari

Oscar D’Agostino

Paolo Dal Ben

Roberta D’Angelo

Mario D’Argenio

Renato D’Argenio

Benedetta Dalla Rovere

Rosa De Angelis

Monica De Benedetto

Olimpia De Casa

Chiara De Carli

Gerardo De Fabrizio

Annarita De Feo

Cristiano Degano

Matteo Dell’Antico

Erika Dellacasa

Gisella Dellamonaca

Piero Dellecave

Giulio Delfino

Anna Del Freo

Roberta De Maddi

Clementina De Maio

Dario De Martino

Salvatore Del Giudice

Angelo De Nicola

Prospero Dente

Alex De Palo

Veronica Deriu

Felice De Sanctis

Amalia De Simone

Francesca Des Loges

Francesca Detotto

Maurizio Di Biagio

Riccardo Di Blasi

Monica Di Carlo

Monica Di Fabio

Luca Difrancescantonio

Pietro Di Lazzaro

Chiara Di Michele

Gina Di Meo

Marzio Di Mezza

Stefania Di Mitrio

Marco D’Incà

Raffaele Dinoia

Franco Di Parenti

Roberto Di Perna

Laura Di Russo

Daniela Dirceo

Maurizio Di Schino

Lorenzo Dolce

Poljanka Dolhar

Giuliano Doro

Luciana Doronzo

Guido D’Ubaldo

Daniela D’Uffizi

Daniela Ducoli

Luciana Esposito

Salvatore Esposito

Roberto Esse

Silvia Fabbi

Nina Fabrizio

Francesco Facchini

Daniela Faiella

Carla Falcone

Marzio Fatucchi

Elio Felice

Matteo Femia

Adriana Fenzi

Maurizio Ferrari

Andrea Ferro

Erica Ferro

Salvatore Ferro

Paola Fichera

Dario Fidora

Nicola Filipovic

Guido Filippi

Raffaele Fiorella

Enzo Fontanarosa

Guido Fontanelli

Francesca Forleo

Alessandro Foroni

Elisa Forte

Walter Fortini

Maria Giovanna Fossati

Tommaso Fregatti

Doris Fresco

Silvia Gadotti

Lidia Galeazzo

Adele Galetta

Anna Galvani

Silvia Garambois

Silvia Garbarino

Valeria Garbin

Fulvio Gardumi

Giuliano Gargano

Carlo Gattai

Claudio Gelain

Lella Genzale

Luca Geronico

Francesca Ghidini

Mariachiara Giacosa

Emanuela Giampaoli

Sabino Giannattasio

Stefano Giantin

Enrico Giardini

Silvia Gigli

Roberto Ginex

Luca Ginetto

Moreno Gioli

Mauro Giordano
Marco Girella

Francesco Gironi

Gianfranco Giuliani

Silvio Giulietti

Caterina Giusberti

Patrizia Giustarini

Mirella Gobbi

Antonella Gramaglia

Domenico Gramazio

Annalisa Grandi

Marco Grasso

Vincenzo Grasso

Alessandro Grasso Peroni

Carlo Gravina

Cristina Greco

Matteo Guarda

Stefania Guernieri

Massimo Guerra

Giuseppe Guerriero

Caterina Giusberti

Maurizio Gussoni

Massimo Ieppariello

Doriana Imbimbo

Antonella Inciso

Marco Ingino

Stefano Jesurum

Desiree Klain

Giovanni Lanzi

Adele Lapertosa

Davide Lattanzi

Nevio Lavagnoli

Grazia Leone

Roberto Leone

Valentina Leone

Gabriella Leonzi

Graziella Leporati

Paolo Levi

Cristina Liguori

Paola Liloia

Roberta Lisi

Antonella Loi

Francesca Lombardi

Daniele Lo Porto

Angelo Loreto

Sara Lorusso

Emanuele Losapio

Francesco Loscalzo

Antonio Lovascio

Cristiano Lozito

Marina Lucchin

Lucia Lunghini

Giancarlo Macaluso

Matteo Macor

Marco Maffettone

Claudio Mafrici

Aldo Maggioni

Renzo Magosso

Monica Mainardi

Ivano Maiorella

Sandro Maiorella

Pier David Malloni

Giuseppe Mallozzi

Marina Mancini

Alessandra Mancuso

Claudio Mangini

Lorenzo Mansutti

Vera Mantengoli

Luca Mantovani

Paola Manzoni

Federica Marangio

Alessia Marani

Antonella Marano

Rosalia Marcantonio

Matteo Marcello

Massimo Marciano

Alessia Marconi

Achille Marelli

Valentina Maresca

Ermanno Mariani

Claudio Marincola

Emanuele Marinelli

Chiara Marsilli

Alessandro Martegani

Bepi Martellotta

Fabiana Martini

Anna Martino

Giuseppe Marzano

Enzo Massaro

Paolo Mastri

Roberto Mastroianni

Massimo Mastrolonardo

Miriam Mauti

Francesca Mazzola

Salvo Messina

Lucio Michieli

Pino Miglini

Mariangela Milani

Francesca Mineo

Enrico Mirani

Annalisa Misceo

Vera Mocella

Ina Modica

Gianni Molinari

Antonella Monaco

Giovanni Monforte

Alessandra Montalbelti

Paolo Montalto

Ciro Montanari

Alessandra Montemurro

Pietro Montone

Luca Morazzano

Tommaso Moretto

Andrea Morigi

Nicola Morisco

Lorenzo Moroni

Maurizio Moscatelli

Mattia Motta

Sam Mouazin

Olga Mugnaini

Antonella Mulè

Filippo Mulè

Gianluca Murgia

Valentina Murrieri

Carlo Muscatello

Matteo Naccari

Laura Naimoli

Francesca Nardomarino

Grazia Napoli

Roberto Natale

Giancarlo Navach

Giovanni Negri

Cristina Negro

Giorgio Neri

Walter Nerone

Andrea Nicastro

Franco Nicastro

Laura Nicastro

Lucilla Niccolini

Luigi Nicolosi

Giusy Nicosia

Alberto Nigro

Mauro Nucci

Fabio Nuccio

Angelo Oliveto

Pierpaolo Olivo

Sonia Oranges

Vito Orlando

Fabiana Pacella

Gianluca Pacella

Saverio Paffumi

Maurizio Paglialunga

Paolo Pagnanelli

Aldo Palaoro

Pierluigi Palladini

Giancarlo Maria Palombi

Angelo Pangrazio

Roberto Paolo

Elisabetta Paraboschi

Danila Paradiso

Alfonso Parziale

Vittorio Pastanella

Francesca Patanè

Serafino Paternoster

Davide Patitucci

Mara Pedrabissi

Alessandro Pellizzari

Mario Pennella

Patrizia Pennella

Giulio Perotti

Paolo Perucchini

Davide Pesce

Marco Peschiera

Daniela Pesoli

Pier Paolo Petino

Simona Petricciuolo

Angiola Petronio

Adele Piazza

Alfredo Picariello

Amedeo Picariello

Ivana Picariello

Rodolfo Picariello

Giuseppe Picciano

Monica Pietrangeli

Paolo Piffer

Renzo Pincini

Alessandro Pintimalli

Fernanda Pirani

Saimen Piroddi

Gabriella Piroli

Luigi Pisano

Simona Pisoni

Oreste Pivetta

Antonio Pizzo

Nadia Plucani

Gabriele Porro

Antonio Prigiobbo

Antonello Profita

Gabriele Porro

Marco Preve

Cristina Puglisi

Anna Puricella

Nicola Quadrelli

Gianni Quagliarella

Ivan Quiselli

Elisabetta Raffa

Marco Raffa

Alessandro Ragazzo

Roberto Raschiatore

Francesco Rataj

Piero Rauber

Claudio Reale

Roberto Reale

Marika Remondelli

Stefano Renna

Silvia Resta

Valentina Rigano

Alberto Rimedio

Giuseppe Rizzuto

Edmondo Rho

Jacopo Ricca

Federica Riccio

Renato Riccio

Gianluce Rocca

Carlotta Rocci

Maurizio Romanato

Ivo Romano

Paolo Romano

Gianluca Rossellini

Emanuele Rossi

Andrea Rossini

Ruben Rotundo

Mimmo Rubio

Roberta Ruggiero

Carla Ruocco

Sandro Ruotolo

Antonella Russoniello

Andrea Rustichelli

Giorgio Ruta

Luigi Salvati

Massimiliano Salvo

Andrea Sambugaro

Domenico Sammartino

Giorgio Santelli

Enrico Santi

Paolo Sarandrea

Dario Sarnataro

Andrea Sbardellati

Antonella Scambia

Daniela Scano

Katia Scapellato

Claudio Scarinzi

Davide Schiavon

Manuel Scordo

Roberto Secci

Simonetta Selloni

Piergiorgio Severini

Maurizio Severino

Giuseppe Sgambellone

Valentino Sgaramella

Alessandra Sgarbossa

Margherita Siani

Gian Mario Sias

Claudio Silvestri

Alberto Simone

Silvia Sinibaldi

Vassily Sortino

Ilaria Sotis

Paola Spadari
Gianfranco Summo

Fausto Spano

Giovanni Spano

Beppe Spatola

Giovanni Sperandeo

Giusi Spica

Cristoforo Spinella

Renato Spiniello

Giampiero Spirito

Nicola Sposato

Laura Squizzato

Silvia Squizzato

Chiara Spat

Gianfranco Stabile

Marco Staglianò

Giovanni Stefani

Nicola Stella

Ingrid Stratti

Rosella Strianese

Andrea Tagliaferri

Ilario Tancon

Edda Taramasco

Francesco Tartara

Chiara Tenca

Alessandra Testa

Marina Testa

Silvia Tironi

Giulio Todescan

Carmine Tolino

Pietro Trebiciani

Valerio Tripi

Marco Tripisciano

Nello Trocchia

Lorenzo Trombetta

Viviana Trombetta

Francesco Truscia

Roberto Turetta

Davide Uccella

Marco Ursano

Rosangela Urso

Alessandra Vaccari

Roberto Vacchini

Alessio Vallerga

Vincenzo Varagona

Michele Varì

Tony Vece

Marina Verdenelli

Maria Paola Vergallito

Dea Verna

Raffaele Vitali

Massimo Vitalia

Antonio Vuolo

Beppe Vigani

Laura Viggiano

Marco Vignudelli

Lucia Visca

Marco Volpati

Marzia Zamattio

Martina Zambon

Domenico Zappella

Maria Zegarelli

Massimo Zennaro

Marcello Zinola

Alessandro Zorco

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Casagit PREVIDENZA E SALUTE

Sjg, dissenso e preoccupazione per mozione dell’assemblea Casagit

L’ufficio della consulta Casagit di Bolzano è l’unico servizio concreto fornito ai colleghi sul territorio. A garantirlo è la struttura del sindacato che mette a disposizione sede e dipendenti: il tutto per un contributo di circa 40mila euro all’anno, che equivale a poco più di 50 euro all’anno per iscritto alla cassa.

L’assemblea dei delegati di Casagit Salute, lo scorso 15 dicembre, ha approvato una mozione presentata dalla minoranza che impegna la presidenza a ridurre i contributi a FNSI e Assostampa regionali. Soldi che vengono impiegati per assistere i colleghi più fragili e in difficoltà e che vengono dagli stipendi degli stessi giornalisti con il versamento della quota del 3,60, un obbligo contrattuale che dal 1974 per volontà della Fnsi ha gettato le basi per la nascita di Casagit.

Che senso ha questa mozione se non quella di mettere a rischio tutto il sistema di solidarietà e di autonomia costruito negli anni dal sindacato?

«Deve essere chiaro che senza associazioni di stampa regionali non ci sarà più la tutela legale dei colleghi, l’assistenza contrattuale, fiscale, previdenziale. C’è chi pensa di riemergere dopo la sconfitta congressuale bruciando le istituzioni. L’attuale maggioranza in FNSI è forte dell’80% dei consensi espressi al congresso di Levico.

«Il Consiglio direttivo del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige esprime dissenso nei confronti della mozione presentata dal gruppo di minoranza e approvata dall’assemblea dei delegati di Casagit Salute lo scorso 15 dicembre 2020 nella quale si impegna il Presidente Daniele Cerrato a tagliare il contributo annuale alla Fnsi e alle Assostampa regionali.

Il provvedimento, qualora fosse attuato, metterebbe a rischio la tenuta degli uffici delle consulte regionali di Casagit che sono l’unico servizio espresso sul territorio a favore dei colleghi e gli stessi posti di lavoro delle dipendenti».

La Casagit è nata dalla volontà della Fnsi che ha portato all’interno del contratto di lavoro la quota di contribuzione a carico dei lavoratori pari al 3,60%.

La lettura incontrovertibile della mozione concretizza un attacco senza precedenti alla FNSI, socio unico della Casagit e pilastro dell’autonomia e dell’indipendenza della professione.

Fra i promotori della mozione figura Luciano Azzolini, eletto in Trentino Alto Adige e attuale componente della Consulta nonché membro del Cda di Casagit Salute. Il consiglio direttivo del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige si dissocia dalla sua scelta e ne prende le distanze, ribadendo la necessità di tutelare i colleghi giornalisti e di conseguenza i posti di lavoro.

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SINDACATO

Lotta al precariato e Inpgi, FNSI: «Sì ai tavoli con il governo, ma pronti alla mobilitazione»

La Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) prende atto della dichiarata volontà del governo di giungere in tempi brevi a soluzioni negoziate su lotta al precariato, equo compenso e messa in sicurezza dell’Inpgi. La giunta esecutiva e la Consulta delle Associazioni regionali di Stampa hanno condiviso con il segretario generale Raffaele Lorusso la volontà di arrivare a risultati soddisfacenti, attraverso il confronto costruttivo con gli editori e lo stesso governo.

Il sostegno pubblico al settore è indispensabile e imprescindibile, ancor più in una situazione di difficoltà resa drammatica dalla pandemia. Allo stesso tempo, è auspicabile che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il governo trovino il coraggio, mancato fino ad oggi, per dar seguito alle dichiarazioni di intenti, mettendo in campo provvedimenti concreti per tutelare e rafforzare il mercato del lavoro. La dignità delle persone, la lotta alle diseguaglianze, il diritto a un’equa retribuzione non possono essere temi buoni soltanto per i convegni e i talk show, ma richiedono una chiara volontà politica per adottare interventi mirati e risolutivi.

Con la stessa celerità e la stessa determinazione con cui vengono messe a punto e sostenute norme “ad aziendam”, nonostante i rilievi dell’Unione europea, da parlamento e governo è lecito attendersi un’accelerazione su proposte di legge e provvedimenti che riguardano il settore nel suo complesso – dalla cancellazione del carcere per i cronisti al contrasto alle querele bavaglio, fino alla riforma del servizio pubblico radiotelevisivo  – da tempo in discussione e finiti su un binario morto.

Lo stesso discorso vale per la messa in sicurezza dell’Inpgi. Nel dare atto al governo di aver espresso la disponibilità a intraprendere un percorso graduale e condiviso di messa in sicurezza dei conti dell’Istituto, con provvedimenti da inserire già nella prossima legge di Bilancio e sgombrando il campo da equivoci legati a presunte garanzie pubbliche, peraltro vietate dalla legge, la Fnsi sarà al fianco del gruppo dirigente dell’Inpgi nella battaglia per l’autonomia, presupposto indispensabile per garantire la libertà di informazione.

Alla parole devono seguire i fatti. Il primo banco di prova, da questo punto di vista, sarà il mercato del lavoro. L’impegno del governo ad adottare un provvedimento sul contrasto al precariato nel caso in cui le parti sociali non trovassero un accordo entro il prossimo 15 febbraio dovrà essere mantenuto. Ulteriori rinvii e perdite di tempo richiederanno la messa in campo di tutte le azioni di mobilitazione e di lotta.

(Fonte: FNSI)

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Articolo 21 GRUPPI

‘Non fermiamo questa voce’, l’11 e il 14 dicembre iniziative in ricordo di Antonio Megalizzi

In occasione dell’anniversario dell’attentato a Strasburgo dell’11 dicembre 2018 e della scomparsa di Antonio Megalizzi, il 14 dicembre, la Fondazione Antonio Megalizzi presenta le iniziative per ricordare Antonio e tenere viva la sua memoria. La maratona radiofonica Non fermiamo questa voce l’11, l’iniziativa sui social #antonioperme e la proiezione dell’immagine di Antonio in piazza Duomo a Trento il 14. «Insieme a RadUni, il circuito delle radio universitarie italiane, ed Europhonica, il format radiofonico dedicato all’Unione europea, la Fondazione – spiega una nota – si unisce alla maratona radiofonica ‘Non Fermiamo Questa Voce’ in diretta sulle emittenti del circuito RadUni per tutto l’arco della giornata dell’11 dicembre. L’intento della maratona è quello di onorare il ricordo delle vittime dell’attentato di Strasburgo avvenuto ai mercatini di Natale l’11 dicembre 2018, in cui hanno perso la vita Antonio Megalizzi e il collega Bartosz Orent-Niedzielski».

Nella maratona saranno raccolti i contributi e alcune delle dirette realizzate da Antonio Megalizzi durante il suo lavoro a Europhonica, il format nato nel 2015 dalla collaborazione di diverse radio universitarie in Europa con lo scopo di raccontare le attività del Parlamento europeo e approfondire le tematiche di attualità politica, economica e culturale europea.

Si potrà anche ascoltare ‘Cielo d’Acciaio’, il racconto di Antonio Megalizzi registrato nel 2019 dai suoi colleghi e dalle sue colleghe della redazione italiana di Europhonica, e alcuni contributi su tematiche care ad Antonio, come la comunicazione, il giornalismo e la politica europea, realizzati da chi fin dall’inizio supporta la Fondazione, in primis gli enti che ne fanno parte.

Il 14 dicembre, inoltre, il Comune di Trento proietterà sulla Torre Civica in piazza Duomo a Trento l’immagine di Antonio realizzata da Mauro Biani. La Fondazione Antonio Megalizzi inviterà sui canali social a pubblicare un’immagine, un ricordo o un pensiero su Antonio con l’hashtag #antonioperme per poter condividere insieme la giornata.

PER APPROFONDIRE
Tutte le informazioni sulle iniziative in programma sono disponibili sul sito web della Fondazione Antonio Megalizzi.



PER APPROFONDIRE
Tutte le informazioni sulle iniziative in programma sono disponibili sul sito web della Fondazione Antonio Megalizzi.

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Ex fissa, confermato anche per il 2020 il pagamento della rata di 3.000 euro

Come previsto dal regolamento in vigore, il Comitato di gestione del Fondo ha stabilito l’erogazione, entro il mese di dicembre, della quota relativa all’anno in corso a tutti i giornalisti che sono in attesa di percepire l’indennità.

Anche quest’anno, il Comitato di gestione del Fondo ex fissa ha stabilito l’erogazione entro il mese di dicembre del rateo di tremila euro lordi, relativo al 2020, così come previsto dal regolamento in vigore, a tutti i giornalisti che sono in attesa di percepire l’indennità ex fissa.

Considerata l’attuale impossibilità per l’Inpgi di erogare alla Fieg altre tranche di finanziamento oneroso, Fnsi ed Editori hanno, inoltre, avviato una verifica per individuare soluzioni che possano accelerare la liquidazione di quanto dovuto ai giornalisti in attesa della prestazione.

Come confermato in più occasioni dalla magistratura in tutti i gradi di giudizio, infatti, non esiste alcuna responsabilità dell’Inpgi nella gestione del Fondo né alcuna rivendicazione può essere promossa nei confronti della Fnsi, in quanto l’obbligo di alimentare il Fondo è esclusivamente in capo agli Editori.

(Fonta: FNSI)

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GRUPPI Ordine dei giornalisti

Cordoglio di SjG, Ungp e Assostampa per la scomparsa di Gianni Faustini

Il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa di Gianni Faustini e si stringe attorno al figlio Alberto, giornalista anch’egli e direttore di Alto Adige e l’Adige, ed alla sua famiglia.

Desideriamo ricordare nella sua vita spesa nella professione giornalistica sempre ai massimi livelli – in RAI, Alto Adige, l’Adige – il suo impegno nell’adozione della prima carta deontologica dei doveri giornalisti nel 1993, che introdusse nella sua veste di presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. 

Se ne va una delle più eminenti figure della professione giornalistica del Trentino Alto Adige e nazionale.

* * *

Non è solo il Trentino ma tutto il Paese che con la scomparsa di Gianni Faustini perde un esempio di serietà, umanità e integrità giornalistica. 

Giornalista professionista iscritto all’Ordine del Trentino Alto Adige dal 1962, Faustini era laureato in Storia contemporanea a Pavia. Nel corso della vita ha diretto il quotidiano “Alto Adige” e successivamente “L’Adige. È stato (nel 1972) il primo presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige e poi segretario dell’Ordine nazionale e dal novembre 1991 presidente fino al 1995. Instancabile nei consigli e anche nei dettami della deontologia giornalistica (la Carta dei doveri del giornalista fu approvata quando lui era presidente del Consiglio Nazionale) perchè alta era la sua visione della funzione della stampa all’interno di una democrazia. Il Trentino perde uno dei testimoni più attenti e critici del panorama giornalistico e un figlio affettuoso di questa terra. Assostampa Trentina si unisce al cordoglio della famiglia. 

Assostampa Trentina

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Articolo 21 GRUPPI

Trento, città inclusiva e della libertà di stampa

(*di Rocco Cerone, Lorenzo Basso, Roberto Rinaldi)

Ad inizio maggio 2021 la città di Trento ospiterà la seconda giornata internazionale sulla libertà di stampa, un evento inclusivo che si propone di accedere un faro sui cronisti minacciati in Italia e nel mondo. L’iniziativa è nata da un colloquio tra il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana Giuseppe Giulietti, il segretario del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige Rocco Cerone, il vicesegretario Lorenzo Basso e il sindaco di Trento Franco Ianeselli a fine settimana a Trento.

Alla base della proposta – nel solco della manifestazione organizzata il 2 maggio 2019, alla quale hanno preso parte delegazioni delle associazioni di stampa provenienti da tutto il Paese – vi è la condivisione del principio secondo cui la libertà di espressione è il fondamento della democrazia, e che le istituzioni pubbliche di un paese democratico sono chiamate a difendere chi fa informazione e chi si trova minacciato per aver illuminato fatti di pubblico interesse. Evento che seguiva di tre mesi il XXVIII congresso della FNSI di Levico, in Trentino.

L’idea avanzata dal sindaco, già segretario della Cgil del Trentino, è quella di recuperare una prassi propria dei sindacati confederali, che da decenni sono impegnati nella tutela di chi si occupa di rappresentare i lavoratori nei luoghi più pericolosi del mondo, ospitando lavoratori e sindacalisti minacciati. Allo stesso modo, ha proposto di rendere la città di Trento un luogo accogliente per i cronisti minacciati nel nostro Paese, in Europa e a livello internazionale, creando un porto sicuro dove rigenerarsi e intessere relazioni con i professionisti locali e con le scuole, per rendere il loro esempio un modello per le nuove generazioni.

Incontro che si è svolto su impulso del presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, all’indomani della manifestazione nazionale “Il Trentino per i diritti umani” ospitata proprio a Trento dal 19 al 21 novembre 2020.

«Vogliamo essere la città che ospita ed accoglie giornalisti minacciati, per coniugare la difesa dei diritti umani con l’ospitalità», ha detto Ianeselli, nel corso dell’incontro, durante il quale si è parlato della volontà di trovare nuove strade per mettere al centro la libertà di informazione, senza dimenticare tuttavia il percorso avviato da altre realtà italiane. «Intendiamo offrire – ha infatti precisato il primo cittadino di Trento – la possibilità di un ristoro temporaneo nella nostra città da situazioni critiche o a rischio per giornalisti che hanno illuminato o portato a conoscenza fatti di interesse pubblico a livello nazionale e internazionale».

Il quarantaduenne neosindaco della Città che ha dato i natali a Chiara Lubich, ha voluto in questo modo sottolineare e ricordare la tradizione inclusiva di accoglienza, di laboratorio sociale che ha caratterizzato Trento ed il Trentino dal secondo dopoguerra.

Come più volte precisato, sia dal presidente Giulietti, sia dal segretario Cerone, la proposta dovrà essere aperta, plurale ed inclusiva e non volta a sostituirsi o essere in competizione ad iniziative già avviate con successo in altre realtà italiane. Al riguardo, non solo sono state menzionate le esperienze avviate a Napoli dal festival “Imbavagliati”, a Ronchi dei Legionari dall’associazione culturale Leali delle notizie, ed il monumento per la libertà di stampa di Conselice, ma si è anche deciso di rendere queste realtà parte integrante dell’evento che si terrà a Trento, in modo tale da creare una rete di iniziative virtuose, in vista di un vero e proprio gemellaggio tra manifestazioni unite da un ideale comune, con il coinvolgimento anche della Federazione Europea dei Giornalisti.

Con la nuova amministrazione comunale di Trento – ha sottolineato il presidente Giulietti – è stato riscontrato un terreno fertile per potere gettare le basi di una proficua collaborazione con il mondo del giornalismo più avvertito e di frontiera in collaborazione con le scuole, dove – nell’auspicio del sindaco Ianeselli – si possano portare delle testimonianze dei giornalisti significativamente proprio nei luoghi dove si forma la coscienza critica dei cittadini di domani.

Iniziativa virtuosa – è stato ricordato dai rappresentanti FNSI – che si innesta nel protocollo siglato con la Provincia Autonoma di Trento da Assostampa Trento, Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI, Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige per portare nelle scuole trentine di ogni ordine e grado la cultura dell’articolo 21, diffondere la sensibilità civica contro le fake news e per il contrasto della cultura dell’odio, della xenofobia e del razzismo.

(Articolo apparso su Articolo21 il 29 novembre 2020; foto di copertina: Museo diocesano tridentino, wikimedia)

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Libertà di stampa, Ianeselli: «Saremo la città che accoglie i cronisti minacciati»

«Vogliamo essere la città che ospita ed accoglie giornalisti minacciati, per coniugare la difesa dei diritti umani con l’ospitalità». Lo ha detto il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, nel corso di un incontro con il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti e il segretario e il vicesegretario del sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Rocco Cerone e Lorenzo Basso.

«Intendiamo offrire – ha continuato il sindaco – la possibilità di un ristoro temporaneo nella nostra città da situazioni critiche o a rischio per giornalisti che hanno illuminato o portato a conoscenza fatti di interesse pubblico a livello nazionale e internazionale».

L’incontro è stato promosso dal sindacato regionale dei giornalisti assieme alla Fnsi per rinnovare il patto di collaborazione scaturito dopo la celebrazione della prima manifestazione sulla libertà di stampa nella città di Trento il 2 maggio 2019. «Allo studio – informa una nota dell’Assostampa – l’organizzazione di una iniziativa da tenersi a inizio maggio 2021».

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Giornalisti precari e autonomi al Governo: «Senza occupazione nessun sostegno agli editori»

La Commissione nazionale lavoro autonomo della Federazione nazionale della Stampa italiana, riunitasi in teleconferenza, esprime forte preoccupazione per la deriva del mercato del lavoro nel comparto dell’informazione. E si appella al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, affinché intervengano sulle evidenti storture del sistema a danno del lavoro e del diritto dei cittadini ad essere informati da giornalisti liberi e indipendenti anche dal ricatto economico della precarietà e della spasmodica necessità di un lavoro dignitosamente retribuito.

Il livello occupazionale nel settore sta diminuendo solo formalmente: la “buona occupazione” viene distrutta in favore di un’occupazione precaria, senza diritti né tutele. E un sistema basato sempre più su dei “braccianti dell’informazione”, o sull’utilizzo improprio dei pensionati nel normale circuito produttivo – come già denunciato dalla Clan e dalla Fnsi – non può andare lontano. Gli editori vogliono da un lato un basso numero di occupati regolari e con contratti depotenziati, dall’altro poter disporre di una forza lavoro di giornalisti lavoratori autonomi da pagare molto meno dei subordinati, benché sia autonomi che dipendenti siano indistintamente utilizzati per la realizzazione dei contenuti dell’identico prodotto giornalistico.

Diamo atto al governo di aver sostenuto il settore, ma nelle misure che dovrà ancora mettere a punto occorre mettere al primo posto norme che contrastino il precariato, lo sfruttamento dei cococo e delle false partite Iva che mascherano del lavoro dipendente non riconosciuto. Chiediamo quindi che tutti gli aiuti agli editori, sia nazionali che locali, siano vincolati alla creazione di occupazione regolare. Ogni sostegno, diretto o indiretto, dev’essere condizionato alla tenuta dell’occupazione e al contrasto del precariato: non si possono utilizzare aiuti pubblici per distruggere l’occupazione regolare e incrementare il lavoro precario e non tutelato.

Va contrastato l’uso dei pensionati nel normale circuito produttivo, e non di rado anche nelle redazioni. Un pensionato non ha la necessità di “procurarsi uno stipendio pieno”, e questa è nei fatti una concorrenza sleale nei confronti di migliaia di collaboratori esterni, sottopagati e quasi mai stabilizzati da dipendenti se non dopo non facili cause giudiziali.

Va favorita con opportuni provvedimenti l’emersione dal “falso lavoro autonomo” di molti collaboratori, e l’inclusione nei Contratti collettivi da dipendenti di almeno i cosiddetti “collaboratori strategici” delle testate.

Va parallelamente attuata una decisa tutela del lavoro autonomo – sia di quello per scelta, che di quello in attesa di stabilizzazioni – tramite la doverosa attuazione delle vigenti disposizioni, inapplicate dal 2012:

COMPENSI DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI
1) Compensi minimi dignitosi per le collaborazioni giornalistiche autonome, anche occasionali e non nelle redazioni, tramite:
a) Immediata emanazione da parte del ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti ex L. 27/2012, unica categoria professionale per la quale non sono mai stati emanati, e non essendo applicabili per analogia quelli di altre professioni;
b) Conseguente attuazione anche per i giornalisti del principio della legge sull’equità retributiva ex L. 172/2017;

COMPENSI DEI COLLABORATORI DELLE REDAZIONI
2) Equo compenso per i collaboratori delle redazioni (con coerenza tra subordinati e autonomi nelle singole testate), tramite:
c) Corretta identificazione dei parametri dell’equo compenso per i giornalisti non dipendenti ex L.233/2012, e conseguente sua attuazione, fino ad oggi bloccata, in violazione della legge stessa e dell’art. 36 della Costituzione.

Riguardo l’emergenza Covid-19, chiediamo l’emanazione di nuovi contributi a fondo perduto a sostegno dei giornalisti non dipendenti, come già stanziati la scorsa primavera-estate, tenendo conto dei nuovi lockdown, parziali o totali, in atto e paventati per questo inverno. Va anche tenuto conto che il blocco o riduzione di alcune attività produttive per il Covid-19 hanno causato la perdita, o almeno una forte riduzione delle possibilità di lavoro per i giornalisti lavoratori autonomi dei settori dello spettacolo, cultura, sport, turismo e food, oltre ad una riduzione generale delle possibilità di collaborazione, accompagnate spesso da significative riduzioni dei compensi, stabilite unilateralmente dagli editori nella logica dell’emergenza Covid e dei continui tagli ai costi del lavoro. Su questa situazione sono necessari interventi mirati del governo e delle istituzioni, anche locali.

Infine: come già segnalato da tempo anche dalla Clan-Fnsi, l’attività giornalistica, assieme alle sue tecnologie, i contesti sociali e di mercato, è radicalmente mutata dagli anni ’70-’80, al punto di risultare oggi inadeguati, od obsoleti, molti degli attuali strumenti concettuali, normativi e di governo della professione, legati ad altri momenti storici.

Oggi è necessaria una radicale riforma della professione, delle sue norme e istituti, per renderli rispondenti alle esigenze e ai problemi della realtà attuale. Comprese le norme di funzionamento e dei compiti dell’Ordine dei giornalisti, risalenti a un impianto di un oramai lontano e non più attuale 1963. Non basta la già attuata riforma del numero dei componenti del Consiglio nazionale e dei Consigli di disciplina: occorre tenere conto che nel giornalismo la maggior parte dei rapporti di lavoro e è sarà di natura autonoma, e ciò per volontà degli editori.

Ma, al fine di giungere ad una riforma ragionata e di ampio respiro, questa andrà elaborata ed attuata in sinergia con gli organismi di rappresentanza dei giornalisti, per quanto di rispettiva competenza, confrontandosi su problemi, esperienze e proposte già disponibili, e non con provvedimenti calati dall’alto senza alcun coinvolgimento di merito della professione.

Questi i temi che come Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi ci sentiamo di avanzare con forza, rendendoci disponibili, per quanto di nostra competenza, alla più ampia collaborazione.