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SINDACATO

Appello del Sindacato per il rispetto dell’attività giornalistica

Un appello al Prefetto, Filippo Santarelli, ed al Questore di Trento, Maurizio Improta, affinchè intervengano sulle società di vigilanza privata che impediscono ai giornalisti lo svolgimento dell’attività costituzionalmente garantita dall’articolo 21 della Costituzione di raccolta di informazioni e di realizzazione di fotografie su suolo pubblico viene rivolto dal Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige, d’intesa con Assostampa Trento ed Unione Cronisti regionale.

La richiesta di ripristino della legalità in una nota del segretario regionale Rocco Cerone, che ricorda il divieto opposto ad un cronista del Nuovo Trentino che stava realizzando un servizio in via Brennero a Trento, pubblicato oggi dal quotidiano a pagina 5. I responsabili della pubblica sicurezza debbono garantire la libertà di movimento ai giornalisti.

Dopo il caso della preside del Liceo Da Vinci di Trento, che ha impedito l’accesso ai giornalisti all’esame pubblico della studentessa riammessa dal TAR alla maturità, è il secondo episodio in pochi giorni che lede la libertà di stampa.

Conoscendo la sensibilità del Prefetto Santarelli e del Questore Improta – conclude la nota del Segretario regionale Cerone – sono sicuro in un positivo intervento di richiamo che consenta ai giornalisti di continuare a documentare liberamente il cantiere di via Brennero a Trento.

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SINDACATO

Sindacato TAA, garantire l’accesso agli esami di Stato ai giornalisti

Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige stigmatizza la decisione della dirigente del liceo “Leonardo Da Vinci” di Trento, che – a quanto riportato dai quotidiani locali – ha impedito nei giorni scorsi l’accesso ai cronisti all’esame di maturità effettuato da una ragazza ammessa dal Tar di Trento. I colloqui dell’esame di maturità sono pubblici e pertanto l’accesso deve essere garantito a chiunque intenda seguirli.

Non si capisce con quale discrimine sia stato consentito l’accesso a docenti di altri istituti, arrivati appositamente per seguire un fatto divenuto di cronaca nazionale, e non ai giornalisti. Si chiede inoltre chiarimenti sulla legittimità del presunto incarico conferito dalla dirigente al personale Ata, che, secondo i cronisti presenti, avrebbe ricevuto il compito di sbarrare l’accesso unicamente ai giornalisti.
Si rileva come l’interdizione ai giornalisti dell’accesso ad un esame pubblico rappresenti un vulnus al diritto di cronaca sancito dalla Costituzione italiana (all’articolo 21), oltre a configurarsi come possibile interruzione (in questo caso non solo illegittima, ma anche ingiustificata) di un servizio pubblico.

Senza entrare nel merito della vicenda che ha interessato la giovane studentessa, si fa presente come gli esami pubblici debbano svolgersi garantendo la trasparenza e l’imparzialità del processo di valutazione, principio sancito dall’articolo 97 della Costituzione).

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CONTRATTI

Ex Fissa, siglato l’accordo per il rateo del 2023

Fnsi, Fieg e Inpgi hanno siglato l’accordo operativo che, anche per il 2023 – al pari di quanto avvenuto lo scorso anno – apre al pagamento del rateo annuale di 3.000 euro lordi in favore dei giornalisti aventi diritto alla prestazione del Fondo “Ex fissa”.

In attesa che le parti sociali (Federazione nazionale della Stampa italiana e Federazione degli Editori) individuino il nuovo soggetto gestore del Fondo “Ex fissa”, anche per il 2023 ed in via straordinaria, sarà l’Inpgi – a cui va il ringraziamento della Fnsi – a farsi carico dell’erogazione del rateo ed a provvedere al versamento ed alla certificazione delle relative imposte.

A tale scopo, l’Istituto provvederà ad istruire e definire anche le domande, a carico del Fondo “Ex fissa”, presentate nel periodo compreso tra il 1° novembre 2022 e il 31 agosto 2023. L’erogazione della prestazione riguarderà, ovviamente, anche tutti i colleghi che avevano maturato, precedentemente, il diritto alla prestazione.

L’erogazione della somma – pari a 3.000 euro lordi – in favore dei giornalisti aventi diritto, è prevista nel mese di novembre 2023, previa verifica della sussistenza della riserva finanziaria necessaria sul Fondo, presso il quale le aziende provvederanno, nel frattempo, a versare i contributi accantonati dal 1° luglio 2022.

Il versamento – riferito ai periodi di paga da luglio 2022 ad agosto 2023 – dovrà avvenire entro il 30 settembre 2023, in un’unica soluzione a mezzo bonifico bancario, sull’apposito conto corrente bancario, codice IBAN IT14F0503411701000000002909, presso Banca Popolare di Milano.

(Fonte: FNSI)

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GRUPPI

Alluvione Emilia Romagna, FNSI sostiene la raccolta fondi per Conselice

In Emilia Romagna l’emergenza per l’alluvione non è finita. Conselice, realtà tra le più colpite, è ancora alle prese con la conta dei danni e ha bisogno di aiuto. La Federazione nazionale della Stampa italiana promuove una raccolta fondi per aiutare l’amministrazione di questo Comune romagnolo, unica realtà italiana che ha un monumento dedicato alla libertà di stampa.

A Conselice, ogni anno, il 3 maggio (giornata internazionale della libertà di stampa) e il 1° ottobre (celebrazione del monumento) vengono organizzate in collaborazione anche con la Fnsi numerose iniziative dedicate al giornalismo e alla libertà di informazione. A questo si aggiunge l’Osservatorio sulla libertà di stampa che vede fra i soci il Comune, la Fnsi e l’Aser (Associazione stampa Emilia Romagna).

La Federazione invita tutti i colleghi a dare un contributo con un versamento sul conto corrente del Comune indicando come causale “manutenzione monumento libertà di stampa” o “teatro comunale” o “biblioteca comunale” con a fianco “Fnsi”.

I fondi raccolti, assieme a quelli che stanno arrivando da altre iniziative, saranno utilizzati dal Comune (è costante il confronto fra il sindacato dei giornalisti e la sindaca Paola Pula e l’assessora Raffaella Gasparri) per riparare i danni provocati dall’alluvione a questi tre luoghi che sono il fulcro delle celebrazioni in maggio e in ottobre.

L’invito è a diffondere tra tutti i colleghi questo appello.

Ecco le indicazioni:
Iban IT75W0627013199T20990000635
intestato a Tesoreria Comune di Conselice
c/o Cassa di Risparmio di Ravenna.

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SINDACATO

Corriere della Sera, FNSI al fianco dei colleghi: ‘Cairo rispetti la redazione’



“La Federazione nazionale della Stampa italiana è al fianco delle colleghe e dei colleghi del Corriere della Sera in stato di agitazione dopo due giorni di sciopero ed esprime loro vicinanza e solidarietà, tenendo conto che tante e tanti guadagnano cifre considerevolmente più basse della media retributiva del giornale che l’editore Urbano Cairo ha, con poca eleganza, indicato nella risposta all’assemblea dei giornalisti. A questo si aggiungono carichi di lavoro sempre più pesanti e minori prospettive di carriera”. È quanto si legge in una nota della segreteria della Fnsi.

“In un momento storico così difficile le relazioni sindacali si sono vieppiù complicate, non solo al Corriere: Cairo deve rispettare le rappresentanze sindacali e l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti senza entrare nel merito delle relative dinamiche interne. Solo nell’osservanza dei rispettivi ruoli, si potrà riprendere al più presto un confronto teso all’inclusione e alla tutela di tutti”, prosegue il documento.

“L’editoria – incalza la Fnsi – attraversa da anni la sua crisi più grave e la Federazione si aspetta un rilancio e uno slancio da parte degli editori, in particolare da quello del primo quotidiano italiano che deve avere più attenzione per le sue giornaliste e per i suoi giornalisti. Rilancio e slancio che devono ripartire dalla qualità dell’informazione e del fare giornalismo espressi dal Corriere della Sera i cui giornalisti vanno remunerati nel modo corretto, a partire dai collaboratori, così come avviene nelle grandi media company del mondo occidentale a cui il Corriere, a detta dello stesso editore, si pregia di appartenere. Da inizio anno le edizioni locali sono entrate nella società del Corriere, diventandone parte integrante: la nuova declinazione territoriale in diverse regioni italiane è una ricchezza che va valorizzata anche nello scambio professionale fra colleghe e colleghi che hanno provenienza ed esperienza diverse. E chi ha fatto la storia del Corriere ha molto da insegnare ai giovani che potranno essere le firme di domani”.

Per il sindacato, “l’ingerenza dell’editore si misura col metro della vicinanza o lontananza fisica dalla redazione, ancorché simbolica, e soprattutto dalla sempre maggiore interferenza del marketing e della gestione digitale delle notizie che caratterizzano tutta la stampa italiana, compromettendone credibilità e autorevolezza. L’autonomia e la libertà delle colleghe e dei colleghi del Corriere, e di tutti i giornalisti, parte dai no che ognuno sa e saprà dire nel rispetto sia della deontologia che delle lettrici e dei lettori. Il giornalismo italiano – conclude la segreteria della Fnsi – ha bisogno di nuove norme che tutelino oltre il diritto e dovere di cronaca anche la sopravvivenza economica delle imprese editoriali, così come sta avvenendo in tanti Paesi d’Europa. Siamo certi che la comunità del Corriere, con la sua autorevole voce, sarà al fianco della Fnsi nel chiedere a governo e Parlamento di legiferare in tal senso”.

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PREVIDENZA E SALUTE

Gardenghi (Unpg ER), leggende metropolitane sull’ex fissa

Pubblichiamo di seguito una lettera scritta dal presidente dell’Ungp dell’Emilia Romagna, Marco Gardenghi.

Da troppo tempo circolano leggende metropolitane sulla ex Fissa e sui tempi eccessivamente dilatati per il pagamento di coloro cha da anni sono andati in pensione senza potere riscuotere quanto dovuto. Tali leggende metropolitane, che stravolgono la verità e che alimentano solo stupide ed inutili strumentalizzazioni da parte di chi cerca di ingenerare polemiche fini a sé stesse e con lo scopo ad ogni tornata elettorale di racimolare una manciata di consensi in grado di dare un precario senso alle proprie vuote politiche sindacali, sono troppo spesso prive di contatto con i fatti come si sono realmente svolti.
È evidente che in questa vicenda le responsabilità dei vertici apicali degli organismi di categoria ci sono state e sono più che evidenti ma non da meno esistono anche responsabilità di una base che ha spesso ignorato il problema prima che il proprio culetto finisse sulla graticola. Allora è bene fare una volta per tutte il punto su come sono andate davvero le cose.
Tutti i problemi sono cominciati verso la fine degli anni Ottanta quando l’intero settore editoriale ha cominciato a registrare pericolosi segnali di crisi. Fino a quel momento la parola disoccupazione non esisteva di fatto, il contratto di lavoro (allora c’era solo il contratto stipulato tra Fnsi e Fieg) si rinnovava con una sufficiente facilità e gli aumenti salariali risultavano sempre soddisfacenti e corposi. Poi la crisi è cominciata e dopo una sensazione di aumento dei posti di lavoro sono intervenute crisi strutturali e negli anni successivi è cominciato un uso massiccio degli ammortizzatori sociali a cominciare dai prepensionamenti per arrivare nella seconda metà degli anni Novanta ad una esagerata utilizzazione della solidarietà tutta a carico (reintegrazioni e contributi figurativi) dell’Inpgi che è stato uno dei veri motivi del default dell’Istituto di via Nizza.
E con questa situazione anche l’istituto della ex Fissa è entrato in crisi. Chi usciva percepiva nel giro di pochi anni cifre rilevanti mentre chi entrava non era in grado di alimentare quel fondo in modo sufficiente. È stato in quegli anni che la categoria, tutta assieme, vertici e base, non hanno compreso che occorreva modificare le regole, talvolta vere e proprie storture, per evitare il tracollo che poi si è puntualmente verificato alcuni anni dopo. Occorreva innanzi tutto cambiare alcune formule sbagliate a cominciare dalla possibilità di potere ricevere più di una Fissa nel corso della carriera e di vedersi erogate cifre al di sopra della decenza: alcuni colleghi hanno ricevuto una ex Fissa di molte centinaia di migliaia di euro, fino a un milione di euro, la qual cosa ha impedito a chi doveva ricevere cifre molto più modeste di vedersi erogato quanto gli spettava. Sarebbe bastato, come aveva proposto qualcuno, limitare la ex fissa ad una cifra ad esempio di 150-180 mila euro, cifra già molto alta, ma di gran lunga inferiore a quella elargita ad alcuni direttori eccellenti, per evitare il successivo default.
Ma tutto questo colpevolmente non è stato fatto per mancanza di coraggio e la responsabilità è di tutti, nessuno escluso, anche di coloro che oggi gridano allo scandalo. Oltre a ciò è mancata una gestione trasparente di tutta la materia: le informazioni latitavano sia da parte della Fnsi sia da parte dell’Inpgi che per anni, lo è stato anche per il 2022, ha avuto semplicemente il ruolo di ente tesoriere che erogava la ex fissa secondo le regole stabilite da Fieg e Fnsi e che, è bene sottolinearlo, non ha mai avuto responsabilità di gestione del fondo. Semmai da via Nizza non sono mai arrivate le necessarie informazioni di erogazioni delle quote, una semplice operazione che avrebbe evitato ulteriori polemiche strumentali. Se si vogliono attribuire responsabilità all’Inpgi vanno semmai cercate nel mancato controllo dell’andamento del Fondo ex Fissa e del suo precario stato di salute che avrebbe dovuto portare a lanciare un allarme in modo deciso.
Nelle scorse settimane la Cassazione avrebbe dovuto pronunciarsi sul tema del ruolo dell’Inpgi quale ente debitore nei confronti dei giornalisti in attesa della erogazione della ex fissa. Una responsabilità più volte negata da numerose sentenze dei tribunali che hanno rigettato le istanze dei giornalisti creditori e che trovano consolidate certezze nella sentenza della corte d’appello del tribunale di Roma.
Una volta per tutte va chiarito che la ex Fissa rappresenta un onere a carico degli editori. È un loro debito contrattuale. La Fissa era contrattualmente pagata dalle singole aziende ai propri giornalisti dipendenti. Ad un certo punto gli editori hanno chiesto, per motivi di bilancio (la legge obbligava ad inserire nel bilancio aziendale gli accantonamenti per la Fissa) di creare un fondo e “socializzare” la Fissa, che non sarebbe stata più erogata dalla singola azienda (ad eccezione della Rai) ma appunto dal fondo alimentato dalla contribuzione degli editori. Ma nel corso degli anni gli editori non hanno rispettato gli accordi a dimostrazione che la “socializzazione” non ha funzionato.
Ad ogni rinnovo contrattuale il sindacato ha chiuso un occhio, anzi tutti e due, con la giustificazione che altrimenti il contratto non si sarebbe chiuso. Oggi la Fieg ha anche proposto di sanare definitivamente il debito per la ex Fissa qualora si rinnovi ilo contratto alle sue condizioni, ossia con un taglio del costo del lavoro del 30 per cento andando ad incidere su varie voci come ferie, permessi, lavoro domenicale, festività e lavoro notturno: una indecente piattaforma che non permette nemmeno di sedersi al tavolo per un confronto.
Non solo, ma se non ci si affretterà a creare un istituto ad hoc che possa gestire tutti gli istituti contrattuali che l’Inpgi non è più in grado di assicurare, si rischia di perdere tutto quanto e di trovarsi in tempi ravvicinati a trasformare quanto dovuto per la ex Fissa in un credito inesigibile.
In questo momento, è in corso un confronto tra Fnsi e Fieg anche se è difficile prevederne gli sviluppi e i termini per il superamento dei problemi tuttora aperti.
Va detta un’altra verità: se oggi e in futuro una piccola quota di ex Fissa è stata e verrà pagata a coloro che ne hanno diritto lo si deve ad un accordo tra Fieg e Fnsi che nell’ultimo rinnovo di contratto stipulato il 24 giugno 2014 hanno previsto all’allegato G la riformulazione della ex fissa che di fatto è stata soppressa per le nuove generazioni e sostituita con una contribuzione versata nel Fondo di pensione complementare.
In tale accordo si prevedeva anche un limite massimo temporale di erogazione di quanto spettante ai singoli giornalisti, limite che non sarà però rispettato per la carenza di denaro nel Fondo.
L’unico aspetto positivo ai quali gli editori non possono sottrarsi, ma lo farebbero molto volentieri, è quanto fu stabilito nel successivo accordo del 18 settembre 2014 nel quale oltre a ribadire quanto scritto nel cnlg si stabilisce che la quota annua da erogare ai giornalisti creditori non possa essere inferiore a tremila euro lordi.
Non inferiore che ha permesso agli editori di versare nel Fondo ex Fissa non le quote sufficienti ad estinguere il debito ma a versare almeno quei tremila euro lordi che annualmente a dicembre arrivano nelle tasche dei giornalisti creditori.
Per alcuni di questi il credito si estinguerà in alcuni anni mentre per altri l’attesa sarà purtroppo molto più lunga.
Secondo una verifica della situazione debitoria del Fondo ex fissa ad ottobre 2022 i creditori in attesa di vedersi erogata la propria ex fissa sono 2317 per un totale debitorio da parte del Fondo di 117 milioni di euro con un 50 per cento di creditori che si colloca in una fascia tra 25 e 50 mila euro, con 650 casi che prevedono un credito tra 50 e 100 mila euro, mentre sono 31 i casi di giornalisti che hanno un credito superiore a 200 mila euro.
Altro aspetto positivo dell’accordo stipulato nel rinnovo del contratto di lavoro del giugno 2014 è l’inserimento al punto 4 dell’allegato G delle norme che regolamentano il decesso dell’avente diritto, nel senso che la posizione individuale viene riscattata dagli eredi, particolare non di poco conto visto l’andamento temporale delle liquidazioni.
Va aggiunto che in un secondo momento fu tentata una soluzione di compromesso lasciando facoltà ai giornalisti creditori di potere arrivare ad un accordo che prevedeva (le opzioni erano più complesse ma qui per rapidità semplifichiamo) la liquidazione immediata in una unica tranche del 50 per cento di quanto spettante. In molti aderirono a tale accordo e per sanare tutte le posizioni, condizione impossibile con quanto c’era nelle casse del Fondo, fu ipotizzato, per arrivare alla cifra necessaria a completare la finalizzazione del progetto, un finanziamento da parte dell’Inpgi di un importo fino a 35 milioni di euro che gli editori si impegnavano a restituire all’Istituto di via Nizza ad un tasso del 4,60 per cento. Un tasso dai contorni usurali e che in quel momento nessun investimento, nemmeno quelli più a rischio, poteva offrire.
Ma anche questa volta un errore vanificò tutto quanto. L’investimento venne adottato dal cda dell’Inpgi impegnando denaro che era nelle casse dell’Inpgi 1, ossia dalla gestione principale, che aveva serissimi problemi di gestione e che era fortemente in crisi, già in prossimità del default, e così i ministeri vigilanti, che in un primo momento avevano espresso parere favorevole all’accordo, bloccarono tutto quanto ritenendo che un ente già in forte crisi non poteva “prestare” (anche se in verità non si trattava di un prestito ma di un investimento dal tasso di interesse molto vantaggioso) una tale cifra di denaro.
Sarebbe bastato che l’operazione avesse interessato un investimento operato attraverso la Gestione separata, ossia dell’Inpgi 2, le cui casse erano largamente in attivo, per impedire con ogni probabilità ai ministeri vigilanti di opporsi alla operazione.
Ora, dopo la confluenza di Inpgi 1 nell’Inps tutto è diventato molto più complicato e all’orizzonte non si vede una soluzione a breve termine del problema con gli editori che non sono certo dell’avviso di versare nelle casse del Fondo l’ingente cifra di denaro che servirebbe a sanare il loro debito con i giornalisti creditori.
Resta inoltre sul tavolo il problema di individuare un ente che gestisca le erogazioni delle quote annue, ruolo fin qui svolto dall’Inpgi ma che non necessariamente dovrebbe essere riconfermato. La commissione paritetica, composta da Fieg e Fnsi, dovrà indicarlo, speriamo in tempi brevi e, ci auguriamo, con una informazione sullo stato dell’arte più trasparente che in passato dove la nebulosità della difficile situazione ha contribuito ad alimentare sterili e strumentali polemiche.

Marco Gardenghi
Presidente Ungp Emilia-Romagna

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SINDACATO

Costante a Trento: ‘Il precariato è la più grave forma di bavaglio’

«Il precariato è la più grave forma di bavaglio per la libertà della stampa. Il giornalista che non è libero e autosufficiente è il primo rischio alla libertà di stampa e alla tenuta della democrazia, oltre al fatto che vive un’esistenza travagliata e non degna dei nostri principi costituzionali». Così la segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Alessandra Costante, intervenendo al convegno sulla “Etica e deontologia del giornalista”, tenutosi a Trento mercoledì 24 maggio 2023.

Assieme a Costante all’iniziativa hanno partecipato il giudice del Consiglio di Stato Giovanni Pascuzzi, l’editorialista di Avvenire Umberto Folena e l’assistente Ucsi del Trentino Alto Adige, già cerimoniere Vaticano di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, Giulio Viviani.

«Le leggi che regolano il nostro mestiere sono antiquate. Deve partire una richiesta corale dalla categoria e dalla società civile affinché il giornalismo possa continuare ad essere un pilastro per la tenuta democratica di questo Paese», ha aggiunto Costante, precisando come la professione giornalistica sia di «rilevanza costituzionale».

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SINDACATO

SJG e FNSI, sentenza Tribunale Bolzano conferma libertà di stampa

La sentenza del Tribunale di Bolzano resa nota ieri riafferma l’articolo 21 della Costituzione, il principio della libertà di stampa, attenendosi anche alla giurisprudenza europea in materia.

Lo affermano in una nota congiunta Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige Suedtirol e Federazione Nazionale della Stampa Italiana dopo l’assoluzione dei giornalisti Christoph Franceschini e Artur Oberhofer, con formula piena (“perché il fatto non sussiste”) dall’accusa di “pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale” (art. 684 del codice penale).

Il Gip Federico Secchi ha infatti sentenziato la pubblicabilità delle intercettazioni contenute in un fascicolo di un’inchiesta archiviata.

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SINDACATO

Auguri del SJG al presidente del Collegio probiviri FNSI

I migliori auguri di buon lavoro da parte del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige ad Augusto Goio, caposervizio del settimanale diocesano Vita Trentina, eletto questa mattina a Roma presidente del Collegio dei Probiviri della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

Siamo sicuri – afferma la nota del sindacato regionale Giornalisti – che Goio,  già consigliere nazionale dell’Ordine per due mandati, porterà avanti il suo mandato con equilibrio e saggezza unitamente agli altri eletti che lo affiancheranno: Gabriella Piroli di Milano, vicepresidente professionale; Carlo Felice Corsetti di Roma, vicepresidente collaboratore; Francesca Ghidini di Napoli, segretaria.

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SINDACATO

Ordine TAA e SJG: libertà di stampa è pietra angolare

Messaggio congiunto in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, il 3 maggio 2023

Anche Ordine e Sindacato dei giornalisti del Trentino-Alto Adige/Südtirol ricordano la giornata mondiale della libertà di stampa che si celebra domani 3 maggio.

Per commemorare i giornalisti che hanno perso la vita facendo il proprio mestiere e per accendere i riflettori su quanti questa professione la fanno ogni giorno fra mille difficoltà, anche occupazionali, oltre che per ribadire quanto la libertà di informazione sia la pietra angolare su cui poggia ogni democrazia, si ribadisce come un’informazione professionale, libera e di qualità sia decisiva per creare e formare una opinione pubblica consapevole.

Secondo la classifica redatta da Reporter sans Frontières l’Italia è stata retrocessa al 58esimo posto nell’apposita classifica della libertà di stampa; libertà di espressione che, lo ricordiamo, è un diritto fondamentale sancito dalla Dichiarazione Universale dell’uomo e dalla Costituzione Italiana.

Fra i tanti pericoli che si palesano all’orizzonte anche quello legato all’Intelligenza Artificiale i cui rischi sono stati denunciati anche da uno dei suoi inventori, Geoffrey Hinton. Tra i pericoli anche quello di desertificare ulteriormente il mercato del lavoro giornalistico.

Welttag der Pressefreiheit

Die Journalistenkammer und die Journalistengewerkschaft Trentino-Südtirol erinnern gemeinsam an den Welttag der Pressefreiheit, der morgen, am 3. Mai, begangen wird.

Der Welttag soll an die Journalistinnen und Journalisten erinnern, die bei der Ausübung ihres Berufes ihr Leben verloren haben. Gleichzeitig ist es notwendig, die Aufmerksamkeit auf diejenigen zu lenken, die diesen Beruf tagtäglich unter tausend Schwierigkeiten ausüben, darunter auch in der Arbeitswelt. Es ist auch angebracht daran zu erinnern, dass die Informationsfreiheit der Grundpfeiler jeder Demokratie ist und dass professionelle, freie und qualitativ hochwertige Medien entscheidend für die Bildung einer informierten öffentlichen Meinung sind.

Nach der von Reporter ohne Grenzen erstellten Klassifizierung liegt Italien auf Platz 58 in der Rangliste der Pressefreiheit. Immerhin ist diese Pressefreiheit in der Allgemeinen Erklärung der Menschenrechte und der italienischen Verfassung ein verankertes Grundrecht.

Zu den zahlreichen Gefahren, die sich am Horizont abzeichnen, gehört auch jene der künstlichen Intelligenz. Sogar einer der Erfinder, Geoffrey Hinton, hat die Risiken dieser neuen technischen Entwicklungen angeprangert. Zu den Gefahren gehört die der weiteren Verödung des journalistischen Arbeitsmarktes.