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SINDACATO

Assemblea Sjg, eletto il nuovo direttivo regionale

Al termine dell’assemblea regionale del Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, che si è svolta oggi a Bolzano alla presenza dei vertici nazionali di FNSI, INPGI, CASAGIT, è stato eletto il nuovo consiglio direttivo regionale della lista di #Controcorrente, movimento di pensiero maggioritario della FNSI.

Gli eletti sono: Brigitta Willeit, Patrick Rina, Heinrich Pernter, Silvia Fabbi, Paolo Gaiardelli e Roberto Rinaldi, a Bolzano; Rocco Cerone, Cinzia Toller, Paolo Silvestri, Gianna Zortea e Lorenzo Basso, a Trento.

Successo anche per le liste delle candidate alla presidenza di Assostampa Bolzano Diana Benedetti e Patrizia Belli a Trento.

Lunedì 20 alle 9 gli eletti si riuniranno nel primo consiglio direttivo per eleggere il segretario regionale.

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SINDACATO

Lorusso all’Assemblea Sjg: ‘Settore in crisi, pare non interessi al governo’

«Esiste ormai un’omogeneità nell’emergenza lavorativa che sta vivendo il settore giornalistico in Italia. L’informazione è strategica per la tenuta delle istituzioni democratiche, come ricordato più volte dal presidente Mattarella, ma se esiste un’attenzione della più alta carica dello Stato alle criticità del nostro settore, non uguale attenzione si riscontra tra chi è chiamato a porvi rimedio. Siamo un settore in crisi strutturale da anni, siamo settore di rilevanza costituzionale, ma tutto ciò pare che non interessi al governo». Così il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, intervenendo all’assemblea del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige, a Bolzano.

«Non siamo diversi da altri lavoratori, quindi ci aspetteremo la stessa attenzione rivolta ad altri settori ritenuti strategici per il Paese. Evidentemente si vuole colpire una categoria che viene identificata come in grado di incidere sull’opinione pubblica. Non c’è alcuna volontà di affrontare nodi cruciali come il contrasto al lavoro precario e alle liti temerarie, che rendono l’informazione meno autorevole e più ricattabile. Non si capisce che indebolire questa categoria significa indebolire la democrazia di questo Paese. Il governo deve dare risposte: non assisteremo inermi alla scomparsa del settore. Iniziamo a essere protagonisti del nostro tempo», ha aggiunto Lorusso.

Per il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, «la situazione politica non è felice, perché le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul pericolo delle minacce nei confronti dei cronisti e per la libertà di stampa, non hanno portato ad alcuno scatto nel parlamento. Dopo l’intervento del Capo dello Stato, non è stato approvato l’equo compenso sul lavoro giornalistico, non sono stati avviati i tavoli di confronto con le parti sociali e molte proposte per la categoria giacciono nei cassetti del Senato. Dobbiamo unire la categoria per dare un nuovo futuro al lavoro e a tanti giovani, iniziando dagli ultimi e dai precari», ha rilevato.

«Il governo non può pensare di commissariare l’Inpgi e di non commissariare, allo stesso tempo, l’articolo 21 della Costituzione italiana», ha precisato Giulietti, che ha anche ricordato la figura di Gianni Faustini, proponendo un premio in sua memoria legato alla deontologia giornalistica. «Ricordiamo le persone per ciò che hanno lasciato, affinché la loro memoria lasci dei frutti», ha concluso il presidente Fnsi.

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Assemblea Sjg, Cerone: ‘Emergenza lavoro anche in Trentino AA’

Si è tenuta nella mattinata di oggi l’Assemblea elettiva del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige. All’appuntamento sono intervenuti, assieme al segretario uscente Rocco Cerone, anche il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI), il segretario generale Raffaele Lorusso e i segretari Matteo Naccari (Ars Emilia Romagna), Monica Andolfatto (Sindacato giornalisti del Veneto), Claudio Silvestri (Sindacato giornalisti della Campania), Gianfranco Summo (presidente della Fondazione Casagit).

Rirportiamo di seguito l’intervento del segretario Cerone nella sua interezza.

Care Colleghe, Cari Colleghi,
Prima di cominciare i lavori, desidero sottolineare un concetto a me molto caro e che ispira la mia azione sindacale, che è quello della squadra: da soli non si va da nessuna parte. Ed è questo il filo conduttore della giornata, che vede oggi riuniti in questa sala i rappresentanti dei vari enti di categoria che rappresentano la nostra squadra, la squadra del segretario Raffaele Lorusso e di Controcorrente, squadra alla quale anche il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige, Associazione Regionale di Stampa di frontiera ha dato e continua a fornire il suo contributo.
Per me è stato un onore guidare il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige, prendendo il testimone in corsa da Stefan Wallisch, dopo la sua promozione a responsabile ANSA di Bolzano e di Trento.
A causa della pandemia da coronavirus non abbiamo potuto svolgere la nostra assemblea regionale lo scorso anno.
Desidero ringraziare i nostri ospiti: i segretari dei sindacati confederali ed autonomi del Trentino Alto Adige che ci onorano della loro presenza e con i quali abbiamo svolto lavoro di squadra nei contratti per il profilo del giornalista pubblico per la Provincia di Trento, la Regione TAA e le Camere di Commercio di Trento e Bolzano ed ora per la Provincia Autonoma di Bolzano e che hanno partecipato con noi alle manifestazioni sulla libertà di stampa a Trento e a Bolzano il 1° ed il 18 giugno. Occorre continuare questa proficua collaborazione, perché la difesa di questi valori non è un tema che interessa solo i giornalisti, ma tutti i cittadini.
Ci onorano della loro presenza: il presidente ed il segretario generale della FNSI Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, la vicesegretaria Alessandra Costante con delega agli uffici stampa e coordinatrice nazionale di Controcorrente, il direttore Tommaso Daquanno, la presidente dell’INPGI Marina Macelloni, il presidente della CASAGIT Gianfranco Giuliani, il candidato presidente del CNOG Carlo Bartoli, oltre ai segretari regionali e presidenti delle ARS Monica Andolfatto del Sindacato Veneto, Matteo Naccari dell’ASER di Bologna, Claudio Silvestri del SUGC di Napoli, Marco Gardenghi con il quale abbiamo organizzato il XXVIII congresso di Levico e gli avvocati che ci assistono nelle numerose vertenze Simona D’Arpino e Bruno Del Vecchio.
Il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige è parte integrante della FNSI che è e rimane il cuore del sistema.
E qui desidero ricordare alcuni illustri colleghi che mi hanno preceduto ai vertici degli istituti di categoria e che hanno lasciato una traccia importante nel loro percorso: i compianti Piero Agostini e Gianni Faustini, al quale insieme all’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige e d’intesa con la famiglia dedicheremo una borsa di studio. Sul riconoscimento si diffonderà poi il presidente Mauro Keller.
Tra gli illustri colleghi che mi hanno preceduto Toni Visentini, Giosè Marzano, Stefan Wallisch, Peter Malfertheiner, già vicesegretario del SGTAA, ed ora nuovo fiduciario CASAGIT, successore di Franz Volgger, rappresentante della Cassa sul territorio per lunghissimo tempo. Peter, a cui va il mio amichevole grazie, ha deciso di occuparsi esclusivamente di Casagit e di non volersi ricandidare nel direttivo regionale. Sono sicuro che non mi e non ci farà mancare il suo contributo.
Caratteristica peculiare del SGTAA fin dalla sua fondazione nel 1972 è stata quella di avere sempre collaborato proficuamente con tutti gli altri enti di categoria, tanto è vero che le riunioni dei Consigli Direttivi sono sempre state allargate alla Consulta Sindacale, nella quale sono rappresentati sempre oltre ai cdr, INPGI, CASAGIT, ODG, UNGP, GUS, anticipando quel coordinamento degli enti statuito poi nella modifica statutaria della FNSI di 4 anni fa.
In primo piano la drammatica emergenza lavoro anche in Trentino Alto Adige, aggravata dalla violenta e brutale chiusura all’inizio dell’anno dello storico giornale Trentino, fondato 76 anni dal CLN Alta Italia.
Modalità di chiusura senza preavviso che ha lasciato sulla strada 40 colleghi tra collaboratori e dipendenti, soltanto 3 dei quali poi riassorbiti part time nel sito del giornale oltre al direttore diventato vicedirettore dell’Alto Adige e che ha costretto il Sindacato Regionale a denunciare l’editore per condotta antisindacale, comportamento sanzionato dal giudice del lavoro che in una sentenza esemplare ha riaffermato il valore costituzionale del cdr e del sindacato dei giornalisti.
Proprio le chiusure di aziende come il Trentino o la multinazionale GKN hanno indotto il governo all’elaborazione di un decreto legge che prevede multe, l’inserimento in black list e vieta per alcuni anni la possibilità di continuare a ricevere fondi dallo Stato. Credo che questo potrebbe essere un modello da adottare anche al sistema delle aziende editoriali.
Desidero qui pubblicamente ringraziare la FNSI per essere stata vicina in questa vertenza che è nazionale. Non è possibile che un grande gruppo editoriale con 1200 dipendenti che produce reddito ed utili da un lato chiude un giornale e dall’altro continua a beneficiare di contributi milionari dallo Stato: più di sei milioni di euro lo scorso anno; altrettanti quest’anno, di cui tre già versati in giugno al giornale della minoranza linguistica sudtirolese Dolomiten, in contratto di solidarietà da due anni, che, però, continua ad assumere praticanti: 6 in un biennio, 5 alla carta ed 1 al sito web.
Credo che proprio oggi da Bolzano debba venire un forte appello alla politica affinché vengano rivisti i criteri di attribuzione dei finanziamenti a gruppi editoriali come quello facente capo alla famiglia Ebner che licenzia e non rispetta i contratti e che è stato sanzionato dal giudice del lavoro e che continua pervicacemente a far lavorare giornalisti pensionati, prepensionati o collaboratori non giornalisti, che drenano lavoro ai disoccupati. E su questo voglio sottolineare la totale sintonia con l’UNGP regionale ed il suo presidente Beppe Sgambellone.
Accanto a questo grave vulnus al pluralismo dell’informazione, desidero sottolineare le prime risposte che siamo riusciti a dare grazie al lavoro che il sindacato regionale in strettissima collaborazione con la FNSI ha consentito – primi in Italia – di firmare il contratto del profilo del giornalista pubblico nella Provincia Autonoma di Trento (novembre 2020) e poi dell’analogo contratto nella giunta della Regione TAA, valido anche per le Camere di Commercio di Trento e Bolzano (marzo 2021), poi della dirigenza dell’ufficio stampa PAT (giugno 2021) ed ora con la Provincia Autonoma di Bolzano ed il consiglio regionale.
Contratti che, oltre a sistemare colleghi che avevano già il contratto privatistico FIEG-FNSI, di cui hanno potuto beneficiare colleghi e colleghe inquadrati con contratti amministrativi, sta consentendo di creare nuova occupazione e quindi nuove posizioni INPGI, CASAGIT ed iscrizioni alla FNSI. E in questo percorso, la firma del contratto è solo un punto di partenza, per l’estensione contrattuale ad altri colleghi/e.
Tutele sanitarie rese possibile grazie all’accordo FNSI/CASAGIT per estendere anche ai colleghi della PA le stesse identiche garanzie e servizi, anche senza l’1% da parte degli enti pubblici.
Desidero a questo punto sottolineare inoltre la preziosa attività svolta dal vicesegretario e componente di giunta FNSI Lorenzo Basso con il presidente del GUS regionale Marco Nicolò Perinelli insieme a Silvia Gadotti e Roberto Rinaldi ed alla presidente di Assostampa Trento Patrizia Belli nel fare rete tra i lavoratori precari, free lance e degli uffici stampa, che costituiscono ormai l’ossatura della professione giornalistica. In particolare è in corso una trattativa con la PAT, il Consorzio dei Comuni per estendere il contratto giornalistico pubblico e per elaborare dei minimi contrattuali sotto i quali non si possa scendere, in sinergia con il lavoro della CLAN.

Il Sindacato del Trentino Alto Adige (SJG) è in prima fila per contrastare la piaga del precariato e dello sfruttamento lavorativo che caratterizza il nostro settore. Anche sul nostro territorio, al pari di quanto avviene in tutto il Paese, ci scontriamo contro un mercato dell’editoria caratterizzata dall’abuso di contratti atipici, come Cococo o false partite Iva, che nel corso dell’ultimo decennio hanno soppiantato il contratto regolare di lavoro e dissestato il nostro istituto di previdenza. Ed è proprio dalle difficoltà del sistema previdenziale, costruito su base solidaristica, che i giornalisti italiani oggi rischiano di perdere la propria autonomia, in ragione della diffusione del precariato.
Sono migliaia le colleghe e i colleghi che vivono in condizioni di precarietà e sfruttamento. Si tratta di un’area grigia, ormai estesa a macchia d’olio in tutte le realtà dell’informazione italiana, che non compare sui nostri giornali e nelle nostre televisioni, ma che rappresenta circa i due terzi dell’intera forza lavoro in ambito giornalistico.
Anche a livello regionale, le testate locali, i siti internet, le televisioni e gli uffici stampa si servono da anni di collaboratori o liberi professionisti, in sostituzione dei giornalisti dipendenti. La crisi che colpisce ora l’istituto di previdenza dei giornalisti italiani arriva da lontano, e parte proprio dalle redazioni locali, dove colleghe e colleghi senza contratto regolare, e che possono perdere il lavoro da un giorno all’altro, coprono interi settori giornalistici e si occupano di trovare notizie giorno e notte.
Con la chiusura del quotidiano “Trentino”, lo scorso gennaio, assieme ai 19 giornalisti con contratto regolare, altri 20 colleghi precari hanno perso il lavoro. Parliamo di persone che, dopo dieci o 15 anni di lavoro, non hanno potuto accedere ad alcun ammortizzatore sociale, se non quello predisposto dalla gestione separata dell’Inpgi per i liberi professionisti rimasti disoccupati.
Nella nostra regione stimiamo la presenza di oltre un centinaio di lavori giornalisti precari. Abbiamo notizia di giornalisti che scrivono oltre mille articoli all’anno per un solo committente, con cui lavorano da oltre un decennio, configurando in tal modo un rapporto di lavoro che non può in alcun modo essere giustificato da rapporti atipici e precari.
Nel corso degli ultimi anni, abbiamo sollevato più volte il problema, partecipando attivamente a tutte le iniziative messe in campo dalla FNSI e cercando di richiamare l’attenzione sulla necessaria applicazione della normativa rimasta, ad oggi, lettera morta. Da una parte vi è la legge 27/2012 (di cui siamo in attesa dell’emanazione da parte del ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi), dall’altra la legge 233/2012, per l’individuazione dell’equo compenso dei collaboratori delle redazioni.
Come SJG non abbiamo solo chiesto un incontro all’attuale sottosegretario, Giuseppe Moles, di cui siamo ancora in attesa di risposta, ma abbiamo investito del problema anche gli esponenti politici locali. Nei mesi passati abbiamo portato la questione agli Stati generali del lavoro della Provincia Autonoma di Trento ed abbiamo proposto che le Province autonome continuino ad essere laboratorio sui temi delle politiche del lavoro anche nel settore giornalistico.

Un cenno infine al lavoro di squadra che il sindacato regionale ha svolto insieme all’ODG ed in particolare al presidente Mauro Keller, con il quale spesso siamo intervenuti nei sempre più frequenti casi di esercizio abusivo della professione, ovvero di lavoro giornalistico spacciato per lavoro di comunicazione, con conseguente evasione contributiva all’INPGI.
L’esempio più scandaloso è rappresentato dalla Camera di Commercio di Bolzano, ente pubblico presieduto dall’editore giornalista Michl Ebner, con il segretario generale Alfred Aberer, giornalista anch’egli, che, nonostante siano stati richiamati da Ordine e Sindacato, continuano a non applicare il contratto giornalistico, anche all’indomani della firma del contratto giornalistico approvato per i dipendenti di Regione e Camere di Commercio di Bolzano e Trento.
Anche in questo caso rivolgo un appello alla politica ed in particolare al presidente della Regione Maurizio Fugatti affinchè faccia applicare e rispettare i contratti che l’ente Regione stesso ha firmato.
Per quanto riguarda l’INPGI, dopo il saccheggio avvenuto da parte degli editori con la complicità del Governo che hanno consentito la fuoriuscita dalla professione di tremila colleghi nell’ultimo decennio, ora si trova ad affrontare questa situazione di squilibrio dei conti causata dal rubinetto sempre aperto in uscita e con l’afflusso di nuove risorse con il contagocce in entrata.
Nell’auspicare che il tavolo governativo faccia la sua parte, credo che il lavoro sinergico tra ARS/FNSI ed INPGI debba continuare e stanare le situazioni che eludono il lavoro giornalistico con grave danno anche per l’INPGI.
Avviandomi verso la conclusione, desidero sottolineare che tutte le persone – anche non iscritte al sindacato – che hanno bussato alla porta del sindacato hanno sempre ricevuto risposta.
Sui numeri si diffonderà il tesoriere, ma credo che le iscrizioni, la cui tendenza è in progressiva aumento nell’ultimo triennio, testimonino l’attaccamento al Sindacato Regionale.
Desidero infine ricordare le numerose attività svolte a Trento e a Bolzano negli ultimi due anni insieme alla FNSI, al Sindacato Veneto e ad Articolo 21, per riaffermare il ruolo sociale di presidio di libertà e di democrazia del SJG.
Voglio concludere questo mio intervento ribadendo un concetto a me caro, ovvero che nella mia vita professionale e sindacale mi sono sempre sentito e considerato un privilegiato per avere avuto la possibilità prima di lavorare in RAI ed adesso, avendo concluso la mia attività professionale, di potere continuare a rappresentare i colleghi e le colleghe della Regione.
Chiedo a voi tutti di rinnovare questo consenso e questa fiducia nei confronti della squadra di colleghe e colleghi che, riconoscendosi nello spirito del Sindacato di servizio espresso da Controcorrente hanno espresso la disponibilità di mettersi a disposizione della categoria. Perchè credo sia nel DNA del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige fin dal 1972 quello di interpretare al meglio il sindacato di servizio che ha caratterizzato la nostra attività in questi anni.
Un ringraziamento sentito e di cuore a Carmen, Barbara e Monica per il grande lavoro svolto a favore di tutti iscritti e non iscritti al sindacato, per le pratiche Casagit, Inpgi e gli altri enti di categoria: costituiscono uno dei pilastri del Sindacato dei Giornalisti; l’altro pilastro è rappresentato dal Tesoriere Heinrich Pernter. Senza di loro il sindacato non esisterebbe.
Vi chiederei di rivolgere a loro quattro un sentito applauso.
Grazie a tutti voi.
Vielen dank!

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SINDACATO

Nuovo sito Sjg, sempre più vicino alle esigenze dei colleghi

BENVENUTI NEL NUOVO SITO DEL SINDACATO GIORNALISTI DEL TRENTINO ALTOADIGE

Cari/e Colleghi/e, come potete vedere, abbiamo rinnovato il sito del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige per renderlo più moderno e fruibile per gli associati e farlo diventare una sorta di pronto intervento per potere fornire, se possibile, delle prime risposte. Crediamo che il sito ed i social siano strumenti formidabili che sicuramente aiutano il nostro lavoro.

In particolare lo sforzo è quello di cercare di aiutare e di venire incontro alle esigenze informative soprattutto dei/lle colleghi/e precari che costituiscono l’ossatura della professione giornalistica.

Vi invito a consultare il sito per essere aggiornati sulle iniziative ed i servizi che offre il Sindacato dei Giornalisti.

Il segretario regionale

Rocco Cerone

* * *

WILLKOMMEN AUF DER NEUEN WEBSEITE DER JOURNALISTENGEWERKSCHAFT DER REGION TRENTINO SÜDTIROL 

Liebe Kolleginnen und Kollegen, wie ihr seht, haben wir die Webseite der Journalistengewerkschaft der Region Trentino Südtirol überarbeitet, um sie für die Mitglieder moderner und benutzerfreundlicher zu gestalten und um sie zu einer Art Notdienst zu machen, der nach Möglichkeit erste Antworten liefert. Wir sind der Meinung, dass die Webseite und auch die sozialen Medien hervorragende Instrumente sind, die unsere Arbeit unterstützen können.

Wir bemühen uns insbesondere darum, den Informationsbedarf unserer Kolleginnen und Kollegen in prekären Arbeitsverhältnissen, die das Rückgrat des journalistischen Berufsstandes bilden, zu decken.

Ich lade euch ein, die Webseite zu besuchen, um euch über die von der Journalistengewerkschaft angebotenen Initiativen und Dienstleistungen zu informieren.

Der Regionalsekretär

Rocco Cerone

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SINDACATO

Sjg al voto: rinnovo cariche sindacali il 16 settembre

Giovedì 16 settembre 2021, dalle ore 9, presso il centro pastorale di Bolzano, si svolgerà l’Assemblea regionale del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige.

I seggi elettorali si apriranno alle ore 11, a Bolzano sempre al Centro pastorale di piazza Duomo 2.

A Trento i seggi saranno allestiti presso il Grand Hotel Trento, in Piazza Dante 20, e rimarranno aperti fino alle ore 18.

Si voterà contemporaneamente per i Consigli direttivi del Sindacato regionale, delle Assostampa di Bolzano e dell’Assostampa di Trento, per il Gruppo uffici stampa (Gus) e per l’Unione nazionale giornalisti pensionati (Ungp).

Si possono esprimere, per il direttivo regionale, quattro preferenze a Bolzano e quattro a Trento, più un rappresentante di lingua tedesca a Bolzano.

Per l’Assostampa di Bolzano si voteranno sei professionali e tre collaboratori; per l’Assostampa di Trento sette professionali e due collaboratori; per l’Ungp sei su base regionale; per il Gus cinque su base regionale;

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SINDACATO

Sjg in prima linea contro le querele bavaglio

Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi Dania Mondini e Claudio Loiodice per il processo che li vede imputati per diffamazione a seguito della pubblicazione del libro inchiesta “L’affare Modigliani”, con cui hanno aperto uno squarcio nel mondo del mercato delle opere d’arte falsificate. Ancora una volta, si rileva come le querele temerarie rappresentino una limitazione inaccettabile della libertà di stampa e del diritto di cronaca sancito dall’articolo 21 della Carta costituzionale, compromettendo il diritto e il dovere dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini ad essere adeguatamente informati.
La prima udienza del processo di Mondini e Loiodice si è tenuta oggi presso il Tribunale di Trento, mentre la prossima udienza è stata fissata per il 13 gennaio del 2021. Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige rimarrà accanto ai colleghi, ribadendo come un’informazione libera e priva di condizionamenti sia il presupposto per una democrazia matura.

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FREELANCE

Ianeselli (Trento), appello a Moles per equo compenso

“La mancanza di un equo compenso, oltre ad essere profondamente iniquo, costituisce per il settore giornalistico una drammatica emergenza”, scrive il sindaco di Trento.

Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha scritto una lettera al sottosegretario di Stato per l’informazione e l’editoria, Giuseppe Moles, affinché dia in tempi brevi attuazione alla legge 233 del 31 dicembre 2012 sull’equo compenso nel settore giornalistico.

“La stampa – scrive il primo cittadino nell’appello – svolge un ruolo fondamentale nel garantire il principio costituzionale della libertà di manifestazione del pensiero, e proprio per questo risulta fondamentale garantire all’esercito dei lavoratori precari del settore la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto”.

Il testo della lettera:

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GRUPPI

Sjg, solidarietà a giornalisti bielorussi

Sdegno e solidarietà ai colleghi bielorussi per la liberticida chiusura dell’Associazione dei Bielorussi BAJ: lo esprime in una nota il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige Journalisten Gewerkschaft.

Siamo particolarmente vicini alla presidente dell’Associazione Bielorussi in Italia Supolka, con sede a Trento, Ekaterina Ziuziuk, presidente del gruppo regionale di Articolo21, sottolinea il segretario regionale Rocco Cerone.

Il provvedimento del governo bielorusso si inserisce in una serie di azioni, non solo in Europa, tese a tappare la voce ai giornalisti, rei di fare soltanto il loro dovere: informare i cittadini.

Il regime dittatoriale ed antidemocratico bielorusso pensa di avere spento le voci dei 1500 giornalisti, redattori, editori, fotografi, cameraman, dopo averne arrestato ventisette, che giacciono tuttora in carcere.

Interpretando il pensiero della FNSI  e del Sindacato Europeo dei Giornalisti – conclude Cerone – questa lotta deve risvegliare le coscienze sul dramma che si sta consumando in Bielorussia:

Sosterremo Ekaterina Ziuziuk e l’Associazione Bielorussi in italia Supolka in tutte le iniziative che riterrà di organizzare a sostegno dei colleghi bielorussi.

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GRUPPI

Gino Strada a Trento nel 2018: ‘Di Guerra e di Pace’

Roberto Rinaldi

Gino Strada venne a Trento il 7 settembre 2018 in occasione del 17esimo “Incontro nazionale di Emergency” intitolato “Di Guerra e di Pace”. Per ascoltarlo erano arrivati a migliaia da tutta Italia: un’ affluenza record tanto da  far decidere agli  organizzatori di installare  uno schermo in piazza Duomo, oltre che riempire in pochi minuti tutti i posti disponibili all’auditorium Santa Chiara e al Teatro Sociale. Un uomo capace di andare sempre oltre l’apparenza dei fatti, che altri preferivano per convenienza o per incapacità, nell’analizzare senza pregiudizi di sorta. Gino Strada era un oratore appassionato e anche in quell’occasione si era pronunciato senza mai ricorrere alla retorica, segno del prestigio e della capacità di analizzare temi fondamentali per una civiltà che si ritenga democratica, possedeva. Chi c’era a Trento non può dimenticare il suo accorato ed ennesimo appello per fermare tutte le guerre, indistintamente da qualunque causa, azione, o rivendicazione.

L’unico motivo era quello di capire gli effetti dell’immigrazione, la causa dei conflitti con i conseguenti crimini contro l’umanità che ne derivano. L’aumento di povertà nel mondo e di come questo questa si rifletteva in Italia. Era il 2018, e ricordandolo ora, appare non solo d’attualità ma un discorso premonitore se si pensa a cosa è accaduto con la pandemia. Gino Strada non usava mezzi termini nel contrastare la propaganda e l’utilizzo dei media quando l’intento è quello di confondere l’opinione pubblica. Nel riportare le sue parole pubblicate in quell’occasione su Rumor(s)cena, la frase: “Un medico chirurgo che non ama i giri di parole e mira al cuore del problema quando dice che in Italia si è venuta a creare “un’assuefazione all’odio” per alimentarsi sempre più a fronte di una “perdita di valori, di eguaglianza e fratellanza”, danno la misura di quanto fosse indispensabile la sua voce.

«Quelli che erano i valori con i quali la mia generazione è cresciuta, si sono rovesciati. Costituiscono però la base di qualsiasi società civile e smettere di parlarne o di considerarli importanti, è il primo passo verso quella decadenza che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente. Il mondo è a testa in giù e quando si smette di parlare di valori e principi si va verso la deriva, all’insorgenza degli estremismi e totalitarismi”. All’auditorium Santa Chiara Gino Strada fu il protagonista del dibattito: “Uno straccio di umanità” insieme a Rossella Miccio, presidente di Emergency e Amalia De Simone una giornalista specializzata in inchieste. Gino Strada, un medico impegnato a salvare le vittime di guerra, non si era risparmiato nel “praticare la resistenza umana”. Una resistenza pacifica orientata ad aiutare chi soffre perché esiste “un’eguaglianza nella sofferenza che non va mai trascurata”, così come è importante “sostenere pratiche di pace e di eguaglianza e la pratica dei diritti è la pratica della pace”. Schivo nell’evitare la celebrità aveva spiegato di sentirsi a disagio e incredulità per la notorietà che lo accompagnava: “La banalità del nostro lavoro è stato scambiato per straordinario ma non ci vedo nulla del genere nello svolgere il proprio mestiere con dedizione”.

Per lui era normale curare ovunque le guerre procuravano vittime, feriti e dolore, senza dimenticare l’ Italia: “undici milioni di italiani non riescono ad accedere alle cure sanitarie per ragioni economiche e logistiche”, ed era il 2018. L’impegno di Emergency in Italia: “una piccola organizzazione che è riuscita a curare gratuitamente tra il 1994 e il 2018 9 milioni di persone”. Senza dimenticare la Costituzione italiana quando si scagliò contro la partecipazione di contingenti militari all’estero, come quello in Afghanistan: “Una violazione della nostra Costituzione e di fatto contro la volontà popolare”. Sul tema dell’immigrazione spiegò che le scelte politiche attuate contribuivano solo ad aggravare le condizioni di chi viene respinto. Sulla Libia disse: “creano condizioni di vita disumane in luoghi che sono dei lager”. Nulla è cambiato dal 2018 ad oggi. “Lo straniero viene visto come un nemico grazie anche ad una responsabilità dei mass media nell’alimentare un’informazione che influisce sul pensiero delle persone e di conseguenza si distorce la realtà”. Ci mancherà.

Fonte: Articolo21

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PREVIDENZA E SALUTE

Inpgi2: definite modalità per l’esonero parziale dei contributi

Con la pubblicazione ufficiale del Decreto Ministeriale del 17 maggio 2021, avvenuta lo scorso 28 luglio, sono state definite le modalità operative per la fruizione dell’esonero parziale dei contributi dovuti per l’anno 2021 dai colleghi liberi professionisti iscritti alla Gestione separata, previsto dall’art.1, commi 20-22 della legge di bilancio per il 2021.

L’esonero, così come specificato con nota del Ministero del Lavoro dello scorso 29 luglio, riguarda le somme dovute a titolo di contributo soggettivo (sia contributo minimo 2021 che saldo 2020) la cui scadenza di pagamento ricada nell’anno 2021. Non sono comprese nell’agevolazione, quindi, le somme da versare a titolo di contributo integrativo e di maternità.

La misura – che rientra tra gli interventi disposti dal Governo per contenere gli effetti negativi, sul piano economico, determinati dalla situazione di emergenza da Covid-19 – è riservata agli iscritti che nell’anno 2019 abbiano conseguito un reddito professionale annuo non superiore a 50.000 euro e che, nel corso dell’anno 2020, abbiano subito una riduzione del fatturato e dei compensi di almeno il 33% rispetto all’importo del 2019.

A prescindere da tale requisito, inoltre, possono beneficiare dell’esonero parziale anche i colleghi che abbiano avviato l’attività nell’anno 2020. Al contrario, sono esclusi dall’esonero tutti coloro che hanno iniziato l’attività nel 2021. Sono, altresì, esclusi dal beneficio tutti coloro che, nell’anno 2021, siano titolari di un trattamento di pensione o che abbiano svolto attività di lavoro dipendente.

Per poter beneficiare dell’esonero parziale, i colleghi in possesso dei requisiti previsti dovranno presentare all’INPGI – a decorrere dalle ore 10:00 del prossimo 23 agosto e fino alle ore 24:00 31 ottobre 2021 – una apposita domanda predisposta su un modulo in formato telematico on line, compilabile esclusivamente accedendo all’ area riservata agli iscritti del sito www.inpgi.it utilizzando le proprie credenziali.

Coloro che non siano in possesso di credenziali attive o che le abbiano dimenticate potranno dotarsi di nuove credenziali seguendo la procedura descritta al seguente link.

Per quanto riguarda la misura dell’esonero parziale – per la quale la legge di Bilancio ha stabilito comunque un tetto massimo individuale di 3.000 euro – l’importo effettivo spettante a ciascun richiedente sarà definito solo a seguito dell’emanazione di un nuovo Decreto ministeriale che suddividerà le risorse stanziate tra tutti gli Enti previdenziali privatizzati dei professionisti, in base alle relative domande presentate. Gli importi definitivi, quindi, saranno riparametrati dal Ministero in misura proporzionale tra tutti i beneficiari e successivamente comunicati dall’Istituto agli aventi diritto.
Pertanto, sia ai fini della fruizione che della quantificazione della misura dell’esonero, non avrà alcuna rilevanza l’ordine di presentazione delle domande, purchè venga rispettato il termine di invio del 31 ottobre 2021.

Una volta che gli uffici avranno esaminato le istanze, l’eventuale rigetto sarà comunicato agli interessati entro il 15 novembre 2021.

(Fonte: InpgiNotizie)