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SINDACATO

Eletti 4 delegati del TAA nel Consiglio nazionale FNSI

I giornalisti Gianna Zortea, Patrick Rina, Rocco Cerone e Lorenzo Basso sono i nuovi consiglieri nazionali del Trentino Alto Adige Suedtirol nel parlamentino della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

Sono stati eletti nella notte dal XXIX congresso FNSI a Riccione, che ha votato Alessandra Costante segretaria generale del sindacato unitario dei giornalisti italiani.

Lo rende noto un comunicato del sindacato regionale.

Entrano nel collegio nazionale dei probiviri della FNSI i colleghi Augusto Goio e Chiara Bert, nel collegio dei revisori dei conti Marika Caumo.

Nel corso della notte, il consiglio nazionale ha poi eletto presidente della FNSI Vittorio di Trapani.

La delegazione regionale che ha partecipato alle assise formula i migliori auguri di buon lavoro ad Alessandra Costante, seconda donna in oltre un secolo di storia della FNSI ad essere eletta segretaria generale, e a Vittorio Di Trapani, che dirigeranno la FNSI nel prossimo quadriennio.

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CONTRATTI SINDACATO

Congresso FNSI, approvata mozione uffici stampa

Nell’ambito del XXIX Congresso generale della FNSI, svoltosi a Riccione, è stata approvata una mozione riguardante gli uffici stampa pubblici. Il testo, che riportiamo di seguito, impegna impegna la nuova dirigenza federale a lavorare per migliorare il contratto di lavoro per questi professionisti.

XXIX Congresso nazionale FNSI
Riccione 14- 16 febbraio 2023

MOZIONE
Regolamentazione del profilo del giornalista pubblico
e Istituzione di un Gruppo di lavoro per il rinnovo dei contratti del Pubblico impiego

PREMESSO CHE:

è necessario ribadire, con forza, la centralità strategica degli uffici stampa pubblici composti da giornalisti iscritti all’Ordine, che garantiscono la trasparenza della Pubblica amministrazione e il diritto dei cittadini ad essere informati, così come sancito dalla Legge 150/2000 e s.m.i. per una partecipazione consapevole al processo democratico, in coerenza al dettato costituzionale (artt. 21 e 97 della Costituzione).
il ruolo del sindacato è quello di tutelare la categoria, inclusi i “giornalisti pubblici – specialisti dell’informazione” prevista dal contratto del pubblico impiego del 2018 (art. 18 bis del contratto collettivo del comparto “Funzioni locali”), art.13 del contratto Sanità, art.59 del contratto di Scuola e Ricerca, art. 95 degli Statali.
In un’ottica di rafforzamento della funzione, si rende necessario ribadire l’obbligatorietà dell’iscrizione all’OdG del personale inquadrato come giornalista pubblico, la netta separazione con il personale amministrativo e la non fungibilità delle mansioni svolte dalle due figure;
La comunicazione e informazione istituzionale nella P.A. è disciplinata dalla Direttiva del Dipartimento della Funzione pubblica sulle “Attività di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni” del 7 febbraio 2002;
ai sensi dell’art. 9 comma 5 della Legge 150/2000 e s.m.i., del punto 6 della “Direttiva Frattini” del 7 febbraio 2002 e della sentenza del Tribunale di Roma del 28/10/2005 n. 28626, Sezione Lavoro, Giudice Michelini, “Inpgi contro Aran” passata in giudicato nel 2006, la FNSI è soggetto titolato a intervenire nella stipula dei contratti del Pubblico impiego con ARAN e le altre organizzazioni sindacali per la disciplina contrattuale che riguarda gli uffici stampa pubblici e i giornalisti che prestano servizio nei quattro comparti della Pubblica Amministrazione.
Che la FNSI è intervenuta alla stipula dell’accordo del 7 aprile 2022 tra Aran, le Confederazioni rappresentative nei comparti di contrattazione per la specifica regolazione di raccordo del personale del profilo informazione.
Che la contrattazione collettiva dei quattro comparti Aran prevede un livello decentrato per la regolamentazione del salario accessorio per il quale la Fnsi non viene riconosciuta quale rappresentante negoziale, con conseguente possibile esclusione dei giornalisti pubblici da benefici o istituti specifici che a quel tavolo possono essere codificati;
Che l’art. 21 dello Statuto FNSI è stato approvato prima della istituzione della figura del giornalista pubblico;
che occorre regolamentare, anche con un accordo integrativo, il regime di esclusività previsto dall’art.9 della Legge 150/2000 per i giornalisti pubblici;

PRESO ATTO

Che l’Aran e le altre organizzazioni sindacali del Pubblico impiego hanno sottoscritto le ipotesi d’accordo dei contratti 2019-2021
che la regolamentazione del profilo professionale del “giornalista pubblico” impiegato nelle pubbliche amministrazioni (art. 1 c. 2 d.lgs 165/2001) è ancora da definire, e che occorre lavorare nei prossimi anni per la nuova piattaforma per il triennio 2022-2025;
che alla stragrande maggioranza dei giornalisti pubblici che hanno incarichi sindacali non viene riconosciuta l’agibilità sindacale;

SI CHIEDE

al 29° Congresso Nazionale FNSI di impegnare il prossimo Segretario Generale, la Giunta Esecutiva e il Consiglio Nazionale

a convocare, di concerto con le associazioni stampa regionali, un nuovo Gruppo di lavoro permanente, composto da giornalisti in servizio rappresentativi dei quattro comparti del pubblico impiego, che supporti l’attività della Giunta esecutiva nelle fasi preparatoria e di negoziazione per il rinnovo dei prossimi contratti collettivi Aran, nell’ambito del Dipartimento nazionale uffici stampa, con la partecipazione di un rappresentante del GUS nazionale e ai sensi dell’art. 21 dello Statuto FNSI;
ad avviare un’interlocuzione con Aran e il Governo, e un’attività di sensibilizzazione, anche con il legislatore nazionale, per la modifica degli strumenti previsti dalla legislazione vigente per il riconoscimento dell’agibilità sindacale ove non già previsto, ai giornalisti pubblici che hanno incarichi nel Sindacato e per la piena titolarità di rappresentanza delle Associazioni regionali ad essere soggetti attivi nella contrattazione integrativa aziendale;
a riprendere il confronto con Aran e le altre organizzazioni sindacali al fine di completare i contenuti del profilo professionale di giornalista pubblico, potenziare i diritti e dare più forza alle retribuzioni di tutti i colleghi giornalisti che lavorano nella PA: dal riconoscimento, ove non già previsto, del diritto agli straordinari, alla reperibilità, ai festi e ai domenicali, a indennità funzionali (sul modello dell’indennità di agenzia ex art. 10 del contratto Fnsi-Fieg), ed ogni altro strumento che ne garantisca la massima autonomia e dignità lavorativa; sull’inserimento dei giornalisti della Pubblica amministrazione nell’area delle elevate professionalità, per la proiezione esterna e la responsabilità che si accompagna al ruolo, al pari di altre figure iscritte agli ordini professionali che prestano servizio nella Pubblica Amministrazione; con adeguamento economico anche per chi, vincitore di bando pubblico, emanato prima del maggio 2018 e che prevedeva l’applicazione del contratto Fnsi-Fieg, si è poi visto applicare il contratto del Pubblico impiego o per chi ha perso il contratto Fnsi-Fieg prima del maggior 2018;
a riprendere il confronto con Aran, insieme alle altre organizzazione sindacali per individuare uno strumento per accelerare il riassorbimento degli “assegni ad personam” definiti con l’accordo Aran-Fnsi del 7 aprile 2022, che potrebbe essere quello dei differenziali stipendiali previsti dal nuovo Ccnl 2019-2021, dando ulteriore seguito alla disposizione dell’accordo citato, che ha previsto che l’attribuzione della posizione economica di questi lavoratori sia fatta “in modo tale da minimizzare l’importo dell’assegno ad personam attribuito”.
A regolamentare, anche con un accordo integrativo, il regime delle collaborazioni esterne, per dare corso a quanto previsto dall’articolo 9, comma 4, della legge 150/2000 per i giornalisti pubblici.

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SINDACATO

Ex Trentino, il giudice del lavoro condanna l’azienda a pagare il mancato preavviso a 4 giornalisti

Il giudice del lavoro di Trento Giorgio Flaim ha condannato la società SIE SPA, che fa capo all’editore Michl Ebner, al pagamento delle mensilità di mancato preavviso a 4 ex giornalisti del quotidiano Trentino, rappresentati in giudizio dai legali di SJG ed FNSI Bruno Del Vecchio e Simona D’Arpino dei Fori di Roma e Trento, giornale chiuso senza preavviso il 15 gennaio 2021, ribadendo la validità degli articoli 36 della legge 416 del 1981 sull’editoria e 28 del contratto di lavoro giornalistico FIEG-FNSI. La sentenza depositata ieri sera avrà ripercussioni per altri 7 ex colleghi del giornale Trentino. Lo rende noto un comunicato congiunto di Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige e della FNSI.

La sentenza riafferma un principio legislativo e contrattuale finora, e per 42 anni, mai messo in discussione da nessuna azienda editoriale.
Dopo la sentenza per comportamento antisindacale del 18 giugno 2021, è la seconda condanna emessa dalla magistratura del lavoro di Trento a carico di SIE Spa, il cui maggiore azionista Michl Ebner è al vertice di una conglomerata con oltre 1200 dipendenti, floridi bilanci, e che non fa onore al suo ruolo pubblico di presidente della Camera di Commercio di Bolzano, dopo essere stato per 25 anni deputato italiano ed europeo.

Sindacato regionale giornalisti e Federazione della Stampa auspicano che l’editore Michl Ebner voglia ristabilire corrette relazioni sindacali interrotte e riavviare una trattativa per risolvere pacificamente gli altri 7 contenziosi dei giornalisti che si sono dimessi dal giornale Trentino.

La SIE spa ha preannunciato, con una nota, il ricorso in appello, sottolineando “come la giustizia civile costituisca l’ambito naturale nel quale si confrontano e si dirimano posizioni divergenti tra le parti”.

Il testo della sentenza è riportato di seguito

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Presunzione di innocenza, Lorusso: ‘Non impedire il lavoro dei cronisti’

«Dire che il problema della privacy o della presunzione di innocenza si risolve impedendo ai cittadini di conoscere e impedendo ai giornalisti di scrivere rappresenta sicuramente una violazione dell’articolo 21 della Costituzione». Così Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, a margine del convegno “Magistratura e stampa. Democrazia, informazione, giurisdizione”, organizzato a Bari dall’Associazione nazionale magistrati in collaborazione con il Comune, l’Ordine degli avvocati di Bari e l’Ordine dei giornalisti di Puglia.

«La stampa – ha evidenziato Lorusso – esercita un controllo democratico e quindi dare notizie, anche coperte da segreto, quando c’è un evidente interesse collettivo a conoscerle, significa fare gli interessi dell’opinione pubblica e soddisfare il diritto dei cittadini a essere informati. Anche perché, come più volte sottolineato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, il principio di presunzione di innocenza è rispettato dalla stampa nel momento in cui nell’ambito dell’articolo o del servizio si dice chiaramente qual è lo stato del procedimento».

Per il segretario Fnsi, inoltre, è «pretestuosa e ideologica la battaglia che si sta cercando di condurre in Italia per impedire ai giornalisti di pubblicare notizie sulle indagini», mentre ad esempio «l’inchiesta in corso sul cosiddetto Qatargate sta dimostrando come anche negli altri Paesi si faccia esattamente la stessa cosa».

Del resto, ha evidenziato ancora, «che ci sia qualche problema lo ha riconosciuto l’altro giorno anche il ministro della Giustizia, dicendo che siamo passati da un diluvio di informazioni a un’assenza totale di informazioni. È chiaro che deve esserci una via di mezzo. Lui ha aperto a un confronto per il cambiamento e noi siamo pronti a confrontarci con lui».

Al seminario era presente, fra gli altri, anche il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che, incontrando i giornalisti, si è soffermato su un altro tema “caldo”: quello delle intercettazioni. «Le intercettazioni hanno due problemi – ha rilevato – uno riguarda la pubblicazione e l’altro i costi. Sul primo ci vorrà qualche intervento per evitare questa corsa al gossip».

Dal canto suo, il segretario Lorusso ha poi posto in evidenza i «tanti altri modi con cui la stampa viene colpita in Italia, come quello delle cosiddette liti temerarie o querele bavaglio che servono a intimidire il giornalista che vuole fare giornalismo investigativo e illuminare determinate situazioni. L’altro, sempre più preoccupante – ha aggiunto –, è andare a colpire le fonti dei giornalisti attraverso atti fortemente invasivi come il sequestro degli strumenti di lavoro, l’acquisizione di tabulati telefonici, se non proprio pedinamenti, come recentemente si è dimostrato in due casi che hanno riguardato Report».

Fonte: FNSI

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SINDACATO

FNSI, tira una brutta aria per l’informazione

Consiglio nazionale in piazza, nei pressi della Rai a Roma, per ribadire il no del sindacato ad ogni forma di bavaglio insieme, fra gli altri, con i colleghi di Report, PresaDiretta, Domani, Usigrai, Ordine. Lorusso e Giulietti: «Non è una questione di corporazione, in ballo c’è il diritto ad essere informati».

Querele bavaglio, libertà di informazione, tutela delle fonti e del diritto dei cittadini ad essere informati. Questi i temi portati in piazza dal Consiglio nazionale della Fnsi, mercoledì 14 dicembre 2022, per ribadire l’esigenza non più rinviabile di norme stringenti a difesa del giornalismo e della qualità del lavoro dei giornalisti. Il ritrovo in via Teulada, nei pressi del Centro di produzione Rai, insieme, fra gli altri, con i colleghi di Usigrai, Ordine, Report, Domani, PresaDiretta, Articolo21, associazione amici di Roberto Morrione, Sant’Egidio, Arci, Libera.

«Siamo qui per essere vicini anche fisicamente alla redazione di Report, una delle più colpite dall’attacco alla tutela delle fonti e al diritto di cronaca, ma siamo qui per le giornaliste e i giornalisti di tutti i giornali e le trasmissioni che ogni giorno devono fare i conti con le querele bavaglio, con le conseguenze delle norme sulla presunzione di innocenza, con i divieti di avvicinarsi ai migranti che sbarcano dalle navi. Siamo qui per rimarcare il nostro no a qualunque forma di bavaglio all’informazione», ha esordito il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.

«La situazione era già precaria – ha aggiunto – e ora tra prefetti che intervengono nei porti, questori, giudici che vogliono valutare la rilevanza sociale e querele bavaglio di governo, precipitosamente lasceremo quel 58° posto nelle graduatorie internazionali per la libertà di stampa per raggiungere rapidamente Polonia e Ungheria. Questo non è un problema dei giornalisti, è un problema dell’ordinamento democratico».

Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, ha evidenziato la necessità che tutti prendano coscienza del fatto che «si sta creando in questo Paese un clima ostile nei confronti dell’informazione e di chi fa informazione. Sequestri degli strumenti di lavoro, pedinamenti, azioni legali bavaglio sono diversi aspetti di un unico tentativo di indebolire il giornalismo anche attraverso atti concreti per smantellare i diritti dei lavoratori».

Ad esempio, ha spiegato, «in queste ore si sta parlando di stanziare 100 milioni per distruggere occupazione senza alcuna intenzione di pensare a come creare lavoro, senza alcuna attenzione per i giornalisti precari. Si vuole un’informazione sempre più debole, che non sia in grado di nuocere o dare fastidio. Per questo si punta ad avere una categoria di giornalisti altrettanto debole. Questo vale per il diritto di cronaca, ma ancor di più sul fronte della tutela del diritto del lavoro».

Fra le testimonianze anche quelle del direttore del quotidiano Domani, Stefano Feltri e del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, di Elisa Marincola, portavoce di Articolo21, del segretario dell’Usigrai, Daniele Macheda, che ha ricordato che «c’è bisogno di verità, ma non ci sono tutele a difesa del segreto professionale o contro le querele temerarie».

Per Walter Massa, presidente nazionale dell’Arci, «questi sono temi di libertà che interessano non solo i giornalisti ma tutti i cittadini. Si parla di lavoro, diritti, democrazia: argomenti che riguardano ciascuno di noi». Patrick Boyle e Marinela Diaz della rete Free Assange Italia hanno illustrato le ragioni della mobilitazione a sostegno del giornalista fondatore di WikiLeaks.

«Querele e minacce fanno ancora più male se sei un giornalista precario, senza tutele, senza garanzie», ha detto quindi Mattia Motta che, in chiusura, insieme con Tiziana Tavella e Valerio Tripi dell’Assostampa Siciliana, ha presentato l’iniziativa lanciata a Palermo dell’albero di Natale precario. «La categoria – hanno rilevato – deve avere il coraggio di parlare dei problemi dei colleghi precari, delle condizioni di lavoro. Non è una questione corporativa, ma riguarda il diritto dei cittadini ad essere informati da giornalisti liberi e indipendenti».

Fonte: FNSI

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SINDACATO

Eletta la delegazione che parteciperà al 29° Congresso FNSI

Sono stati eletti i delegati che parteciperanno al 29esimo Congresso della Federazione nazionale della stampa italiana, che si svolgerà a Riccione dal 14 al 16 febbraio 2023.

Per i professionali sono stati eletti: Rocco Cerone (65 voti), Cinzia
Toller (57), Ubaldo Cordellini (50), Brigitta Willeit (48), Diana Benedetti (47), Patrick Rina e Paolo Silvestri con (40) preferenze, Gianna Zortea (23), Paolo Gaiardelli (16). Il primo dei non eletti è Marco Angelucci (11 voti).

Per i collaboratori risultano eletti Lorenzo Basso (8 voti( e Marika Caumo (3).

Eletti anche i tre delegati all’ottavo Congresso UNGP del 23 e 25 gennaio 2023. Sono Fulvio Gardumi con 27 preferenze, Franz Volgger (24), Sandra Bortolin (22). Primo dei non eletti Giancarlo Riccio, con un voto.

I risultati dello scrutinio elettorale sono stati comunicati dalla
Commissione elettorale, composta da Giuseppe Sgambellone, Fulvio Gardumi e Mauro Lando, con l’assistenza di Carmen Amadori Giardini, della segreteria del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige.

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SINDACATO

Fisdir, selezione per addetto stampa e Social manager

La Fisdir (Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali) ricerca su tutto il territorio nazionale 2 risorse da inserire all’interno dell’ufficio stampa federale per il conferimento di incarichi libero professionali per le attività di addetto stampa e “Social media manager”.

Le domande di partecipazione dei soggetti interessati alla selezione dovranno pervenire presso la sede della Fisdir in via Flaminia Nuova 830 – 00191 Roma, entro le ore 12 del giorno 10 novembre 2022.

I dettagli nel documento di seguito: Avviso di selezione per Addetto stampa e Social media manager

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SINDACATO

50 anni del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige

Mercoledì 28 settembre, una giornata dedicata alla “Crisi dell’informazione al tempo delle fake news: sviluppo, difficoltà e compiti della professione giornalistica in occasione della ricorrenza per la costituzione dei 50 anni del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige artefice della convivenza (1972-2022) al NoiTechpark di Bolzano. Un seminario organizzato insieme al Sindacato giornalisti del Veneto e con la facoltà di Economia della Libera Università di Bolzano accreditato per ottenere i crediti formativi (in questo caso deontologici) richiesti per chi svolge la professione giornalistica, mai come oggi, in crisi per la sua stessa sopravvivenza. Erano presenti Raffaele Lorusso segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Carlo Bartoli presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Giancarlo Tartaglia segretario generale della Fondazione Murialdi, Elisabeth Mair presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, Monica Andolfatto segretaria del Sindacato giornalisti del Veneto, Diana Benedetti presidente dell’Assostampa di Bolzano, Patrick Rina e Lorenzo Basso vicesegretari del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige-Südtirol, Heinrich Pertner tesoriere e membro del direttivo del sindacato regionale.

Il dibattito si è aperto con l’intervento da parte di Toni Visentini, editorialista del Corriere dell’Alto Adige e già segretario del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige: «Oggi festeggiamo i 50 anni del nostro sindacato che sono anche gli stessi anni della mia carriera che svolgo e dove ho potuto fare incontri ed esperienze umane meravigliose. Il nostro sindacato è un unicum come organizzazione regionale che comprende le due provincie di Trento e Bolzano, frutto di scelte intelligenti e di un continuo dialogo reciproco con tutti gli organismi di categoria, Casagit, Ordine, Inpgi, che portiamo ad esempio con orgoglio. Penso ai rapporti e compiti sindacali, al costo del lavoro ma anche al monopolio editoriale che si è verificato in Trentino Alto Adige, dove sussiste una forte contraddizione imbarazzante che per onestà intellettuale va segnalato.
Il quotidiano Alto Adige storico giornale degli italiani è stato acquistato dal principale quotidiano di lingua tedesca che da sempre è stato il concorrente più forte. Oltre a questo è stato acquisito il Trentino, per poi essere chiuso, oltre all’Adige. In tutto questo non c’è stata nessuna reazione politica, culturale, economica, intellettuale. Questa vicenda ha avuto una posizione dominante anche in campo politico dopo la chiusura del Trentino. Ora plaudiamo alla decisione di un gruppo di imprenditori trentini che ha dato vita al nuovo quotidiano “Il T” che ridà fiato allo spirito del lavoro giornalistico e il nostro sindacato è la cerniera di tutti gli organismi. Il sindacato non può stare in piedi se non ha le persone che lo sostengono».

Giancarlo Tartaglia ha illustrato la genesi del sindacato del Trentino Alto Adige con una sorta di lectio magistralis spiegandone le vicende storiche che si sono susseguite in una terra di confine particolare come è quella dell’Alto Adige: «Artefice della convivenza, la storia del sindacato risale ai primi dell’Ottocento precedente alla prima guerra mondiale. La regione Trentino Alto Adige è sempre stata ricca di giornali, di informazione e ai tempi dell’impero austroungarico era un territorio ad alfabetizzazione, quando, invece, nel resto d’Italia il tasso dell’analfabetizzazione arrivava al 70 per cento. Il giornale Alto Adige era espressione del movimento liberale e a Trento c’era il Popolo diretto da Cesare Battisti che poi diventerà Il Trentino. In città arrivava anche la stampa nazionale con il Piccolo di Trieste, il Gazzettino di Venezia, il Corriere della Sera, in una regione di 200mila abitanti».

Tartaglia ha poi affrontato le cause storiche che hanno determinato scelte nel settore dell’informazione scaturite da decisioni politiche: «L’irredentismo si era affievolito in Trentino quando si costituisce la Triplice Alleanza. A Trento arriva Benito Mussolini con l’incarico di segretario della Camera del Lavoro, un funzionario socialista. Dopo 9 mesi verrà allontanato dal Trentino come persona sgradita. Mussolini scriverà un articolo sulla Voce di Prezzolini spiegando che il popolo trentino non poteva essere rivoluzionario e quando scoppia la prima guerra mondiale riprende forza. Cesare Battisti nel 1914 chiude il Popolo e in seguito per aver scelto di stare da parte dell’Italia verrà processato e impiccato. Alcide Degasperi era il referente del Partito Popolare e direttore del giornale del Trentino, quando fu costretto a pubblicare gli editti dell’impero austroungarico decide di chiudere il giornale. Con l’avvento del fascismo e la repressione verrà attuata nei confronti dei giornali tedeschi. Solo nel 1922 con la tutela della stampa cattolica anche i media tedeschi vengono riabilitati.

L’evoluzione storica produrrà il processo inverso attuato dal fascismo – ha proseguito Tartaglia – con la deitalizzazione in Alto Adige. Nel 1925 il fascismo aveva conquistato la Federazione nazionale della stampa e solo nel 1943 la Fnsi si riprenderà il suo ruolo che si rifà all’articolo 21 della Costituzione. Vengono ricostituite le associazioni di Trento e Bolzano che si associano al sindacato giornalisti del Veneto. Nel 1952 si svolge il Congresso nazionale del sindacato a Merano. La scelta di tenerlo nella città altoatesina si rifà all’accordo Degasperi – Gruber e si terrà alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Il presidente della Fnsi era Vittorio Emanuele Orlando e viene costituito il parlamentino dei giornalisti. Viene discussa la riforma della legge sulla stampa, del diritto di cronaca, della responsabilità penale del direttore e della creazione dell’istituto di rettifica che doveva evitare il rischio della querela. La nascita del sindacato permette la possibilità di avere dei diritti sindacali, del processo di democratizzazione e la nascita dei comitati di redazione e il potere esercitato nei confronti del potere dei direttori. La Fnsi tornerà in Alto Adige per il 13esimo congresso a Bolzano con Piero Agostini storico segretario del sindacato giornalisti che diventerà presidente della Federazione nazionale della stampa. Agostini parlerà in quell’occasione di libertà di informazione e della difesa da una pesante oscura minaccia per l’assimilazione degli organi di stampa più deboli e diminuzione delle voci».

Diana Benedetti ha sottolineato quanto accaduto in questi anni: «Un periodo molto pesante quello che abbiamo vissuto durante la pandemia per la nostra categoria, e non solo, dove la nostra professione è stata contestata, aggredita verbalmente e fisicamente e questo a causa anche dei social che sono diventati il mezzo dove diffondere la presunta verità delle notizie e non uno strumento dove valutare con attenzione le informazioni che vengono diffuse. Auspico anche che il nuovo quotidiano “Il T” possa avere sostegno nell’ampliare l’informazione e il mio augurio che ottenga successo per la nuova impresa editoriale».

Elisabeth Mair ha ricordato i giornalisti uccisi per aver svolto il loro lavoro in zone di guerra, come sta accadendo in Ucraina, i 15 colleghi arrestati in Iran e non ultima la vicenda di Julian Assange che rappresenta tutti i giornalisti a cui viene tolta la libertà di informare. Dobbiamo continuare ad avere una voce unica anche per fermare la riforma voluta dalla ministra Marta Cartabia che impedisce ai giornalisti di informare e ai lettori di essere informati». Carlo Bartoli ha ricordato il presente storico: «Veniamo da un’epoca di ostilità nei nostri confronti e ci troviamo a riproporre delle proposte che risalgano a 15 /20 anni fa come quella del Giurì dell’informazione. Ci dobbiamo confrontare con problemi irrisolti, la sopravvivenza della categoria scambiata per casta, dinamiche che determinano le funzioni per lo sviluppo della nostra società. Si perde il valore della democrazia in questo senso. Cito due leggi del 1948 e 1963 con la legge istitutiva della stampa dove è necessario affrontare le modalità di esercizi rispetto alle leggi costitutive del passato».

Bartoli ha partecipato alla tavola rotonda “Crisi dell’informazione al tempo delle fake news: sviluppo, difficoltà e compiti della professione giornalistica: le prospettive future” a cui hanno partecipato il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, Raffaele Lorusso, Monica Andolfatto, Verena Pliger, direttore del settimanale FF Bolzano, Luca Barbieri, giornalista, esperto di innovazione, Laura Silvia Battaglia, direttrice testate giornalistiche Master Giornalismo Università Cattolica Sacro Cuore Milano, Federico Boffa, economista Libera Università Bolzano (con la moderazione di Patrick Rina) nel dibattito “Crisi dell’informazione al tempo delle fake news: sviluppo, difficoltà e compiti della professione giornalistica: le prospettive future”: «Nel 2018 i social avevano aderito ad un protocollo per le buone pratiche nel veicolare informazioni, ma ad oggi di questo impegno non c’è traccia. Al contrario in rete circola l’odio».

Rocco Cerone nel sintetizzare gli interventi ha ribadito come sia importante «il lavoro di squadra nel consiglio direttivo dove sono presenti tutti gli organismi di categoria. Il nodo è quello del lavoro precario e gli editori non hanno voluto abolire i co.co.co, la vera piaga del lavoro giornalistico». Rispondendo alle sollecitazioni del presidente Kompatscher, il segretario del sindacato regionale ha citato quanto è stato deciso dal governo canadese: «Lo stato del Canada ha investito mezzo miliardo di dollari nel settore dell’informazione che viene riconosciuto come bene pubblico. Così dovrebbe fare anche l’Italia dove se finanzi il settore automobilistico anche quello dell’informazione dovrebbe essere sostenuto e finanziato per incentivare una buona informazione. Riconosco anche come l’Agenzia di stampa e comunicazione della Provincia di Bolzano svolge un ottimo lavoro nei confronti della comunità».

Monica Andolfatto ha spiegato la realtà del lavoro giornalistico che conosce bene in Veneto: «Anche nella nostra regione sussiste il problema della ricerca di nuovi giornalisti perché la nostra professione ha perso attrattiva e lo sfruttamento nelle redazioni è tale che vengono impiegati al desk e non come veri giornalisti. Questo non permette di crescere nelle aziende giornalistiche mentre dovresti continuare ad aggiornarti e formarti. La complessità del mondo è tale che non puoi fermarti, perdi il confronto e la possibilità di crescita per verificare le notizie. La sostenibilità economica non è la stessa rispetto ad altri settori economici».

La lunga relazione del segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso ha chiuso la prima parte dell’intensa giornata di dibattito molto partecipato, con la presenza di una platea di giornalisti: «Il problema grave è rappresentato dal pluralismo perché non si può più tollerare che in questa regione (Trentino Alto Adige, ndr) ci sia chi si comporta da padrone dell’informazione. Un editore della Regione che attua iniziative invasive per impedire la nascita di nuove voci e impedire la libera informazione, dopo la chiusura del Trentino, fatta con modalità che ha poco uguali in tutta Italia. Non ci si può comportare in questo modo. Il tema delle concentrazioni va affrontato. Un problema che non ha impedito al sindacato di continuare le sue battaglie. Il Trentino Alto Adige era una delle poche regioni che non faceva vertenze e in questa vicenda ci si aspettava maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Ci volevano dei tavoli di confronto per tutelare l’occupazione, un settore vitale per la democrazia. Il problema dell’informazione non viene affrontata e non vengono attuati nessun tipo di intervento strutturale. Servirebbe uno spirito simile a quello del passaggio dal piombo alla fusione a freddo che accompagnò la trasformazione. Gli editori sono la nostra controparte, mentre si sono sono dedicati solo all’immediato senza porsi il problema di carattere strutturale, di sistema, il quale è entrato in crisi. Noi non abbiamo governi amici o nemici – ha proseguito Lorusso – ma governi che vogliano parlare dei fatti che ci interessano e che a tutt’oggi non sono stati o sono risultati insufficienti, trattati. Non si può più accettare il precariato che segna l’esistenza di tutte le generazioni a venire. I diritti civili si usano per non parlare delle conquiste che stiamo perdendo. Ci hanno raccontato che in questo paese bisognava essere più flessibili. Le retribuzioni sono basse e bisogna aggiornare l’accesso alla professione ma attenzione a non creare nuovi disoccupati. Ci sono 110mila iscritti all’Ordine che esercita la professione ma meno della metà esercita. Gli elenchi dei pubblicisti che coincidono praticamente con gli elenchi anagrafici. Aumentano gli iscritti in assenza di richiesta del mercato e si perde il valore della professione giornalistica. Inviare i colleghi all’esame per diventare professionisti con retribuzioni di poche centinaia di euro significa fare il gioco degli editori, Così facendo certifichiamo che sono legittimati a lavorare con pochi euro, Non si può offrire lavoro gratis». Il segretario Lorusso ha concluso ricordando che non «c’è solo il diritto di cronaca ma che è stato introdotto il divieto della libertà di espressione che colpisce i magistrati. C’è la volontà di tenere la stampa in un angolo. Mi riferisco alle liti temerarie, alle querele bavaglio. Il problema della tutela dell’informazione come precondizione della tutela dell’informazione, ma anche la nostra categoria ha delle responsabilità . L’informazione si è allontanata dai problemi reali della gente. Dobbiamo riflettere su un’informazione che si rivolge ai palazzi del potere politico e non va in mezzo alla gente. Dobbiamo farci un’esame di coscienza». Al dibattito “Crisi dell’informazione al tempo delle fake news: sviluppo, difficoltà e compiti della professione giornalistica: le prospettive future” , il presidente Arno Kompatscher ha spiegato che «non c’è più credibilità dell’informazione con l’avvento dei social. Le fake news sono veloci, si vendono meglio e il rischio è quello che vengano rincorse anche da parte di chi vuole fare una buona informazione. Il rischio è che a correrci dietro sia anche la politica.

Non c’è nessuna sanzione per chi le diffonde. Chi ha voluto la Brexit ha causato una situazione in cui sono state dette molte informazioni false e non ci sono state conseguenze». Alla domanda di Patrick Rina che moderava il dibattito di come si sente in veste di lettore, il presidente Kompatscher ha spiegato di essere di parte «perché non posso avere un giudizio oggettivo. Vedo circolare notizie su internet e una frenesia informativa. Sussiste il problema dei media tradizionali che rincorrono i social».

Nel corso dell’assemblea sono state consegnate delle targhe di onorifecenza alla segretaria del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige Carmen Amadori e al tesoriere Heinrich Pertner per la dedizione al lavoro svolto nell’arco dei 50 ani di vita del Sindacato.

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Chiusura estiva uffici Sindacato, Inpgi e Casagit

L’ufficio del Sindacato regionale dei giornalisti, dell’INPGI e della CASAGIT resterà chiuso per ferie da lunedì 8 agosto a sabato 20 agosto 2022.

Die Büros der Journalistengewerkschaft, des INPGI und der CASAGIT bleiben vom Montag, 8. August bis Samstag, August 2022 wegen Ferien geschlossen.

(Foto di Tamás Juhász da Pixabay)

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Lorusso a Trento: ‘Esiste la democrazia se esiste un’informazione libera’

Lavoro giornalistico, Lorusso a Trento: «Esiste la democrazia se esiste un’informazione libera» Intervenendo al convegno ‘Pensare al futuro’, organizzato dall’Ucsi regionale, il segretario generale Fnsi è tornato sulle criticità che attanagliano il settore. «Difficile chiedere a un giornalista precario di consumare le suole delle scarpe per illuminare le periferie del mondo se non ha nemmeno i soldi per potersi comprare le scarpe», ha rilevato.

“Riportare il lavoro al centro dell’interesse sociale e dell’agenda politica e con esso la dignità di chi lavora” E’ quanto ha ribadito stamani il segretario della FNSI Raffaele Lorusso intervenendo a Trento al corso di aggiornamento per giornalisti promosso dal’UCSI del Trentino Alto Adige: “ Ascoltare discernere comunicare. Un nuovo stile di fare informazione”.
Ciò vale anche per il mondo del giornalismo, caratterizzato da una pesante crisi, non solo editoriale (ogni anno la carta stampata perde il 10% della sua diffusione) , ma anche delle dinamiche che regolano i rapporti di lavoro: precariato in primo luogo.
Un tema ripreso anche dal presidente nazionale dell’UCSI Vincenzo Varagona che non ha nascosto il timore di un rischio drammatico per il futuro dell’informazione in Italia a causa della diffusione del precariato e della progressiva mancanza di pluralismo.

L’incontro, moderato dal presidente dell’UCSI del Trentino Alto Adige, Giustino Basso e svoltosi alla vigilia della giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che quest’anno ha per tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, si è sviluppato attraverso tre interventi.
Il primo di Vincenzo Varagona che ha sottolineato come dopo i verbi Vieni e Vedi dello scorso messaggio del Pontefice, l’ascolto rappresenta l’altra grande virtù per fare un buon giornalismo.
Il secondo di Alberto Laggia, inviato di Famiglia Cristiana che ,ha affrontando il delicato tema dell’informazione come testimonianza, ha messo in evidenza l’importanza dell’ascolto di più fonti con umiltà e facendosi prossimo senza fermarsi alla “prima osteria” al fine di offrire un’informazione solida, equilibrata e completa
I lavori sono stati conclusi dall’intervento del segretario della Fnsi Raffaele Lorusso che parlando di crisi dell’editoria e comunicazione omologata , è ritornato sul tema della dignità lavoro più volte sottolineato negli interventi di papa Francesco.
“Le sfide che ci aspettano, tra cui l’innovazione- ha affermato Lorusso- vanno affrontate in termini di politiche del lavoro, perché ora i giornalisti vivono nel ricatto di dover informare senza aver riconosciuti i propri diritti di lavoratori, in una situazione simile a quella di tante altre categorie di lavoratori, come i rider. Forse è bene ricordare che esiste una democrazia e dei diritti sociali e civili perché esiste un’informazione libera e pluralista, non perché è il contrario”,

All’incontro è intervenuto anche il segretario del sindaco dei giornalisti del trentino alto Adige Rocco Cerone, che ha auspicato, su alcune tematiche, uno stretto collegamento fra UCSI e sindaco giornalisti.

In apertura, è stata data lettura di un messaggio di saluto dall’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi impossibilitato ad intervenire all’incontro perché trattenuto a Roma alla Conferenza Episcopale.