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Assisi, al via la scuola di formazione Ucsi

Comincia il 14 febbraio il meeting annuale intitolato a Giancarlo Zizola e dedicato ai giovani giornalisti. Due gli eventi pubblici: venerdì tavola rotonda su “Verità e responsabilità nel giornalismo di oggi”; sabato seminario su “La riconversione digitale”. Per entrambi sono previsti crediti deontologici.

Comincia venerdì 14 febbraio la scuola annuale di formazione per i giovani dell’Ucsi. Si svolge ad Assisi (qui il programma integrale) ed è intitolata a Giancarlo Zizola. Due gli eventi pubblici che hanno anche carattere formativo per i giornalisti. Il primo, in apertura dei lavori (venerdì 14 alle 17), sarà una tavola rotonda su ‘Verità e responsabilità nel giornalismo di oggi’. Insieme con Vania De Luca (presidente Ucsi), nella sala delle Associazioni del Palazzo del Comune si confronteranno Paolo Borrometi (Agi e Articolo 21), Nello Scavo (Avvenire), Roberto Vicaretti (Rai News 24). La partecipazione darà diritto a cinque crediti deontologici.

Saranno sei invece i crediti deontologici per l’incontro del giorno successivo, sabato 15 febbraio. Si terrà alla Cittadella (sede della scuola di formazione), a partire dalle 9, e verterà sul tema ‘La riconversione digitale’. Dopo l’introduzione di Francesco Occhetta (scrittore di Civiltà Cattolica e consulente ecclesiastico dell’Ucsi), interverrà in aula e guiderà i laboratori Federico Badaloni (gruppo Gedi). Nella parte finale sarà affiancato da Maurizio Di Schino (segretario dell’Ucsi e inviato di Tv2000). Nel pomeriggio è prevista la presenza di Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

Per tutte le informazioni logistiche è possibile contattare la segreteria dell’Ucsi scrivendo una email a ucsi@ucsi.it.

(Fonte: Fnsi)

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GRUPPI Lavoro Ucsi

Il Papa alla stampa cattolica: «Dite la verità ad ogni costo»

“Un giornalismo che vuole essere in sintonia con il magistero della Chiesa, deve avere passione per la storia degli uomini, distinguere le scelte umane da quella disumane e dire la verità ad ogni costo. Non deve poi temere di comunicare le buone notizie, che generano coesione sociale”. Lo ha detto papa Francesco, in occasione dell’udienza accordata ad una folta delegazione di giornalisti italiani in occasione del 60/o anniversario dalla fondazione dell’Unione della stampa cattolica italiana (Ucsi). All’evento era presente anche una rappresentanza della sezione regionale e del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige.

“Le vostre parole raccontano il Mondo e lo modellano; i vostri racconti possono generare spazi di libertà o di schiavitù”, ha detto papa Francesco. (Qui il link del servizio su Vatican News)

“Il giornalista – che è il cronista della storia – è chiamato a ricostruire la memoria dei fatti, a lavorare per la coesione sociale, a dire la verità ad ogni costo: c’è anche una ‘parresia’ del giornalista, sempre rispettosa, mai arrogante». Lo ha detto il Papa ricevendo l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) nel suo 60/o anniversario. «Per rinnovare la vostra sintonia con il magistero della Chiesa – ha sollecitato Francesco –, vi esorto ad essere voce della coscienza di un giornalismo capace di distinguere il bene dal male, le scelte umane da quelle disumane. Perché oggi c’è una mescolanza lì che non si distingue, voi dovete aiutare in questo”. 

Questo significa, ha proseguito, “anche essere liberi di fronte all’audience: parlare con lo stile evangelico: ‘sì, sì’, ‘no, no’, perché il di più viene dal maligno (cfr Mt 5,37)”. Per il Papa, “la comunicazione ha bisogno di parole vere in mezzo a tante parole vuote. E in questo avete una grande responsabilità: le vostre parole raccontano il mondo e lo modellano, i vostri racconti possono generare spazi di libertà o di schiavitù, di responsabilità o di dipendenza dal potere”.

“Quante volte il giornalista vuol andare su questa strada, ma ha dietro di sé un’editoriale che dice ‘no, questo non si pubblica, questo sì, questo no’, e si passa tutta quella verità nell’alambicco delle convenienze finanziarie dell’editoriale. E finisci comunicando quello che non è vero, che non è bello e che non è buono”, ha sottolineato il Pontefice ‘a braccio’. 

“Da molti vostri predecessori – ha quindi concluso – avete imparato che solo con l’uso di parole di pace, di giustizia e di solidarietà, rese credibili da una testimonianza coerente, si possono costruire società più giuste e solidali. Purtroppo però vale anche il contrario. Possiate dare il vostro contributo per smascherare le parole false e distruttive”.