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PREVIDENZA E SALUTE

Accordo quadro tra FNSI e Patronati

La Segretaria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Alessandra Costante, ha sottoscritto con i presidenti dei patronati nazionali aderenti al Cepa, Inas, Inca, Ital e Acli un accordo quadro per l’assistenza gratuita, in sede amministrativa e tecnica, e per il patrocinio medico legale a tutti gli iscritti alle Associazioni regionali aderenti alla Fnsi.

Sarà possibile ottenere da parte dei patronati assistenza per le prestazioni e i benefici di qualsiasi genere previsti da leggi, statuti o contratti che regolano la previdenza obbligatoria, anche assumendo la loro rappresentanza davanti agli organi collegiali dell’Inps per la liquidazione della prestazione o presso i collegi di conciliazione.

E’ previsto un minimo contributo per le erogazioni telematiche dei servizi da parte degli iscritti alla Fnsi. Le Associazioni regionali aderenti alla Fnsi potranno avvalersi direttamente dei servizi degli Istituti di patronato firmatari dell’accordo quadro. A questo proposito saranno sottoscritte apposite convenzioni, fatta salva l’efficacia di eventuali convenzioni già in essere con i patronati aderenti al Cepa.

Il patrocinio degli iscritti in sede giudiziaria, ove richiesto dagli iscritti alla Fnsi, si avvarranno dei consulenti legali convenzionati con i patronati. La partecipazione alle spese relative al patrocinio legale sarà a carico dell’assistito. Il legale convenzionato esaminerà preventivamente l’oggetto delle vertenze proposte. Ogni iniziativa di assistenza dei patronati ai giornalisti iscritti alla Fnsi e alle Associazioni Regionali di Stampa avverrà nella massima riservatezza e nel rispetto delle volontà degli iscritti stessi.

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PREVIDENZA E SALUTE

Inpgi/Casagit: rinnovato accordo per iscritti a basso reddito

Nell’ambito del processo di ampliamento delle tutele e dei servizi agli iscritti, il Comitato amministratore dell’INPGI ha deciso di avviare un nuovo programma di assistenza sanitaria finanziato dall’ente – in collaborazione con Casagit Salute – per il triennio 2024-2026, che prevede la possibilità, per oltre 2700 giornalisti iscritti all’Istituto, di aderire, senza alcun onere a loro carico nè vincoli successivi al triennio, al Piano Sanitario di Casagit Salute chiamato Win Plus, del valore di 768 euro annui, che prevede importanti tutele.

In particolare, il programma garantisce una consistente copertura in caso di spese relative a ricoveri per grandi interventi, cure odontoiatriche, visite specialistiche, acquisto di lenti e occhiali, accertamenti clinici e diagnostici, terapie fisiche e riabilitative.

Possono beneficiare dell’iniziativa i giornalisti liberi professionisti iscritti in via esclusiva all’Istituto che non siano titolari di pensione e che, nell’anno 2020, abbiano percepito compensi professionali compresi tra 2.100 e 30.767 euro annui. I diretti interessati riceveranno nei prossimi giorni un’apposita comunicazione congiunta INPGI/CASAGIT – che sarà reperibile anche on line sul web, nell’area riservata di ciascun iscritto che potrà beneficiarne – contenente le informazioni necessarie per aderire all’iniziativa e poter usufruire del servizio.

Si tratta di una evoluzione del progetto che l’Istituto aveva già avviato a carattere sperimentale nel triennio da luglio 2019 al giugno 2022, successivamente prorogato fino al dicembre 2024, mediante sottoscrizione di una apposita convenzione con Casagit Salute in favore di oltre 3.000 iscritti alla Gestione dei lavoratori autonomi con livelli reddituali non elevati.

La misura, che si inseriva nelle iniziative di welfare ispirate ai principi solidaristici della categoria, ha riscosso un notevole successo, rivelandosi un valido presidio di assistenza che ha contribuito – tra l’altro – a fare fronte ai disagi e alle difficoltà sanitarie vissute nel periodo della pandemia da Covid.

Partendo da questa positiva esperienza, l’Istituto ha deciso quindi di rinnovare l’iniziativa, ampliando le tutele ai beneficiari e stanziando a tal fine la somma complessiva di 6 milioni di euro.

Fonte: Inpgi

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PREVIDENZA E SALUTE

Gardenghi (Unpg ER), leggende metropolitane sull’ex fissa

Pubblichiamo di seguito una lettera scritta dal presidente dell’Ungp dell’Emilia Romagna, Marco Gardenghi.

Da troppo tempo circolano leggende metropolitane sulla ex Fissa e sui tempi eccessivamente dilatati per il pagamento di coloro cha da anni sono andati in pensione senza potere riscuotere quanto dovuto. Tali leggende metropolitane, che stravolgono la verità e che alimentano solo stupide ed inutili strumentalizzazioni da parte di chi cerca di ingenerare polemiche fini a sé stesse e con lo scopo ad ogni tornata elettorale di racimolare una manciata di consensi in grado di dare un precario senso alle proprie vuote politiche sindacali, sono troppo spesso prive di contatto con i fatti come si sono realmente svolti.
È evidente che in questa vicenda le responsabilità dei vertici apicali degli organismi di categoria ci sono state e sono più che evidenti ma non da meno esistono anche responsabilità di una base che ha spesso ignorato il problema prima che il proprio culetto finisse sulla graticola. Allora è bene fare una volta per tutte il punto su come sono andate davvero le cose.
Tutti i problemi sono cominciati verso la fine degli anni Ottanta quando l’intero settore editoriale ha cominciato a registrare pericolosi segnali di crisi. Fino a quel momento la parola disoccupazione non esisteva di fatto, il contratto di lavoro (allora c’era solo il contratto stipulato tra Fnsi e Fieg) si rinnovava con una sufficiente facilità e gli aumenti salariali risultavano sempre soddisfacenti e corposi. Poi la crisi è cominciata e dopo una sensazione di aumento dei posti di lavoro sono intervenute crisi strutturali e negli anni successivi è cominciato un uso massiccio degli ammortizzatori sociali a cominciare dai prepensionamenti per arrivare nella seconda metà degli anni Novanta ad una esagerata utilizzazione della solidarietà tutta a carico (reintegrazioni e contributi figurativi) dell’Inpgi che è stato uno dei veri motivi del default dell’Istituto di via Nizza.
E con questa situazione anche l’istituto della ex Fissa è entrato in crisi. Chi usciva percepiva nel giro di pochi anni cifre rilevanti mentre chi entrava non era in grado di alimentare quel fondo in modo sufficiente. È stato in quegli anni che la categoria, tutta assieme, vertici e base, non hanno compreso che occorreva modificare le regole, talvolta vere e proprie storture, per evitare il tracollo che poi si è puntualmente verificato alcuni anni dopo. Occorreva innanzi tutto cambiare alcune formule sbagliate a cominciare dalla possibilità di potere ricevere più di una Fissa nel corso della carriera e di vedersi erogate cifre al di sopra della decenza: alcuni colleghi hanno ricevuto una ex Fissa di molte centinaia di migliaia di euro, fino a un milione di euro, la qual cosa ha impedito a chi doveva ricevere cifre molto più modeste di vedersi erogato quanto gli spettava. Sarebbe bastato, come aveva proposto qualcuno, limitare la ex fissa ad una cifra ad esempio di 150-180 mila euro, cifra già molto alta, ma di gran lunga inferiore a quella elargita ad alcuni direttori eccellenti, per evitare il successivo default.
Ma tutto questo colpevolmente non è stato fatto per mancanza di coraggio e la responsabilità è di tutti, nessuno escluso, anche di coloro che oggi gridano allo scandalo. Oltre a ciò è mancata una gestione trasparente di tutta la materia: le informazioni latitavano sia da parte della Fnsi sia da parte dell’Inpgi che per anni, lo è stato anche per il 2022, ha avuto semplicemente il ruolo di ente tesoriere che erogava la ex fissa secondo le regole stabilite da Fieg e Fnsi e che, è bene sottolinearlo, non ha mai avuto responsabilità di gestione del fondo. Semmai da via Nizza non sono mai arrivate le necessarie informazioni di erogazioni delle quote, una semplice operazione che avrebbe evitato ulteriori polemiche strumentali. Se si vogliono attribuire responsabilità all’Inpgi vanno semmai cercate nel mancato controllo dell’andamento del Fondo ex Fissa e del suo precario stato di salute che avrebbe dovuto portare a lanciare un allarme in modo deciso.
Nelle scorse settimane la Cassazione avrebbe dovuto pronunciarsi sul tema del ruolo dell’Inpgi quale ente debitore nei confronti dei giornalisti in attesa della erogazione della ex fissa. Una responsabilità più volte negata da numerose sentenze dei tribunali che hanno rigettato le istanze dei giornalisti creditori e che trovano consolidate certezze nella sentenza della corte d’appello del tribunale di Roma.
Una volta per tutte va chiarito che la ex Fissa rappresenta un onere a carico degli editori. È un loro debito contrattuale. La Fissa era contrattualmente pagata dalle singole aziende ai propri giornalisti dipendenti. Ad un certo punto gli editori hanno chiesto, per motivi di bilancio (la legge obbligava ad inserire nel bilancio aziendale gli accantonamenti per la Fissa) di creare un fondo e “socializzare” la Fissa, che non sarebbe stata più erogata dalla singola azienda (ad eccezione della Rai) ma appunto dal fondo alimentato dalla contribuzione degli editori. Ma nel corso degli anni gli editori non hanno rispettato gli accordi a dimostrazione che la “socializzazione” non ha funzionato.
Ad ogni rinnovo contrattuale il sindacato ha chiuso un occhio, anzi tutti e due, con la giustificazione che altrimenti il contratto non si sarebbe chiuso. Oggi la Fieg ha anche proposto di sanare definitivamente il debito per la ex Fissa qualora si rinnovi ilo contratto alle sue condizioni, ossia con un taglio del costo del lavoro del 30 per cento andando ad incidere su varie voci come ferie, permessi, lavoro domenicale, festività e lavoro notturno: una indecente piattaforma che non permette nemmeno di sedersi al tavolo per un confronto.
Non solo, ma se non ci si affretterà a creare un istituto ad hoc che possa gestire tutti gli istituti contrattuali che l’Inpgi non è più in grado di assicurare, si rischia di perdere tutto quanto e di trovarsi in tempi ravvicinati a trasformare quanto dovuto per la ex Fissa in un credito inesigibile.
In questo momento, è in corso un confronto tra Fnsi e Fieg anche se è difficile prevederne gli sviluppi e i termini per il superamento dei problemi tuttora aperti.
Va detta un’altra verità: se oggi e in futuro una piccola quota di ex Fissa è stata e verrà pagata a coloro che ne hanno diritto lo si deve ad un accordo tra Fieg e Fnsi che nell’ultimo rinnovo di contratto stipulato il 24 giugno 2014 hanno previsto all’allegato G la riformulazione della ex fissa che di fatto è stata soppressa per le nuove generazioni e sostituita con una contribuzione versata nel Fondo di pensione complementare.
In tale accordo si prevedeva anche un limite massimo temporale di erogazione di quanto spettante ai singoli giornalisti, limite che non sarà però rispettato per la carenza di denaro nel Fondo.
L’unico aspetto positivo ai quali gli editori non possono sottrarsi, ma lo farebbero molto volentieri, è quanto fu stabilito nel successivo accordo del 18 settembre 2014 nel quale oltre a ribadire quanto scritto nel cnlg si stabilisce che la quota annua da erogare ai giornalisti creditori non possa essere inferiore a tremila euro lordi.
Non inferiore che ha permesso agli editori di versare nel Fondo ex Fissa non le quote sufficienti ad estinguere il debito ma a versare almeno quei tremila euro lordi che annualmente a dicembre arrivano nelle tasche dei giornalisti creditori.
Per alcuni di questi il credito si estinguerà in alcuni anni mentre per altri l’attesa sarà purtroppo molto più lunga.
Secondo una verifica della situazione debitoria del Fondo ex fissa ad ottobre 2022 i creditori in attesa di vedersi erogata la propria ex fissa sono 2317 per un totale debitorio da parte del Fondo di 117 milioni di euro con un 50 per cento di creditori che si colloca in una fascia tra 25 e 50 mila euro, con 650 casi che prevedono un credito tra 50 e 100 mila euro, mentre sono 31 i casi di giornalisti che hanno un credito superiore a 200 mila euro.
Altro aspetto positivo dell’accordo stipulato nel rinnovo del contratto di lavoro del giugno 2014 è l’inserimento al punto 4 dell’allegato G delle norme che regolamentano il decesso dell’avente diritto, nel senso che la posizione individuale viene riscattata dagli eredi, particolare non di poco conto visto l’andamento temporale delle liquidazioni.
Va aggiunto che in un secondo momento fu tentata una soluzione di compromesso lasciando facoltà ai giornalisti creditori di potere arrivare ad un accordo che prevedeva (le opzioni erano più complesse ma qui per rapidità semplifichiamo) la liquidazione immediata in una unica tranche del 50 per cento di quanto spettante. In molti aderirono a tale accordo e per sanare tutte le posizioni, condizione impossibile con quanto c’era nelle casse del Fondo, fu ipotizzato, per arrivare alla cifra necessaria a completare la finalizzazione del progetto, un finanziamento da parte dell’Inpgi di un importo fino a 35 milioni di euro che gli editori si impegnavano a restituire all’Istituto di via Nizza ad un tasso del 4,60 per cento. Un tasso dai contorni usurali e che in quel momento nessun investimento, nemmeno quelli più a rischio, poteva offrire.
Ma anche questa volta un errore vanificò tutto quanto. L’investimento venne adottato dal cda dell’Inpgi impegnando denaro che era nelle casse dell’Inpgi 1, ossia dalla gestione principale, che aveva serissimi problemi di gestione e che era fortemente in crisi, già in prossimità del default, e così i ministeri vigilanti, che in un primo momento avevano espresso parere favorevole all’accordo, bloccarono tutto quanto ritenendo che un ente già in forte crisi non poteva “prestare” (anche se in verità non si trattava di un prestito ma di un investimento dal tasso di interesse molto vantaggioso) una tale cifra di denaro.
Sarebbe bastato che l’operazione avesse interessato un investimento operato attraverso la Gestione separata, ossia dell’Inpgi 2, le cui casse erano largamente in attivo, per impedire con ogni probabilità ai ministeri vigilanti di opporsi alla operazione.
Ora, dopo la confluenza di Inpgi 1 nell’Inps tutto è diventato molto più complicato e all’orizzonte non si vede una soluzione a breve termine del problema con gli editori che non sono certo dell’avviso di versare nelle casse del Fondo l’ingente cifra di denaro che servirebbe a sanare il loro debito con i giornalisti creditori.
Resta inoltre sul tavolo il problema di individuare un ente che gestisca le erogazioni delle quote annue, ruolo fin qui svolto dall’Inpgi ma che non necessariamente dovrebbe essere riconfermato. La commissione paritetica, composta da Fieg e Fnsi, dovrà indicarlo, speriamo in tempi brevi e, ci auguriamo, con una informazione sullo stato dell’arte più trasparente che in passato dove la nebulosità della difficile situazione ha contribuito ad alimentare sterili e strumentali polemiche.

Marco Gardenghi
Presidente Ungp Emilia-Romagna

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Smart working, proroga per lavoratori fragili e con figli under 14

La disposizione normativa, introdotta con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto Aiuti-bis, si applica anche al settore giornalistico. Tutti i dettagli nella circolare esplicativa predisposta dagli uffici della Fnsi.

Smart working fino a fine anno per i lavoratori fragili e per i genitori di figli minori di 14 anni (in questo caso a patto che nel nucleo familiare non vi sia già un genitore che non lavora o che percepisce ammortizzatori sociali). Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto Aiuti-bis, diventa efficace la proroga fino al 31 dicembre 2022 del diritto al lavoro agile per queste due tipologie di lavoratori, a condizione che sia compatibile con le mansioni da svolgere. La nuova disposizione normativa si applica anche al settore giornalistico.

Il lavoro agile – regolato con legge del 2017, cui si è fatto gran ricorso, nella formulazione emergenziale, nei mesi della pandemia e del lockdown – non è una diversa tipologia di rapporto di lavoro, «bensì – come ricorda il ministero del Lavoro – una particolare modalità di esecuzione della prestazione di lavoro subordinato introdotta al fine di incrementare la competitività e di agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro».

La prestazione lavorativa viene eseguita in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno, senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Ai lavoratori in modalità “agile” va garantita la parità di trattamento economico con chi svolge la stessa mansione totalmente in presenza.

PER APPROFONDIRE
Tutti i dettagli di interesse per i giornalisti nella circolare esplicativa predisposta dagli uffici della Fnsi allegata in calce.

 Circolare proroga smart working

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Trattenuta 1% Inps, precisazione della FNSI

Dal primo luglio 2022, le trattenute pensionistiche che i giornalisti dipendenti troveranno sui rispettivi cedolini paga saranno le stesse della generalità dei lavoratori dipendenti assicurati presso l’Inps. Lo precisa la FNSI in merito alla trattenuta dell’1%, recentemente applicata su alcuni cedolini paga, avente la dicitura “contributo aggiuntivo Inps 1%”.

Come noto, lo scorso 1° luglio, la funzione previdenziale svolta dall’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani «Giovanni Amendola» (Inpgi) è stata trasferita, limitatamente alla gestione sostitutiva dell’Ago, all’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps), come previsto dalla Legge 30 dicembre 2021, n. 234, al comma 103. Con effetto dalla medesima data sono pertanto iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (Inps) per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti anche i giornalisti professionisti, i pubblicisti e i praticanti, titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica.

L’articolo 3-ter del Dl 19 settembre 1992, n. 384, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 novembre 1992, n. 438, ha introdotto (a decorrere dal 1° gennaio 1993), a favore dei regimi pensionistici ai quali sono iscritti i lavoratori dipendenti pubblici e privati, un’aliquota aggiuntiva a carico del lavoratore, nella misura dell’1%, sulle quote eccedenti il limite della prima fascia di retribuzione pensionabile. Detto contributo aggiuntivo è dovuto nei casi in cui il regime pensionistico di iscrizione preveda aliquote contributive a carico del lavoratore dipendente inferiori al 10%, come nel caso dei giornalisti, per i quali si ricorda che il contributo previdenziale a carico del lavoratore è del 9,19%, mentre il 23,81% è a carico del datore di lavoro.

Tenuto conto che la prima fascia di retribuzione pensionabile è stata determinata per l’anno 2022 in € 48.279,00, l’aliquota aggiuntiva dell’1% deve essere applicata sulla quota di retribuzione eccedente il predetto tetto retributivo che, rapportato a dodici mesi, è pari a € 4.023,25, da arrotondare a € 4.023,00. Si precisa al riguardo che, ai fini del versamento del contributo aggiuntivo in questione, deve essere osservato il criterio della “mensilizzazione”. Ne deriva quindi che il calcolo del contributo deve essere verificato a fine anno, o comunque nel mese di cessazione del rapporto, al fine di procedere ad eventuali operazioni di conguaglio.

Per maggiori dettagli, si invita a consultare la Circolare Inps n. 15 del 28-01-2022 a cui si rimanda integralmente.

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Da Inpgi a Inps, le istruzioni in materia di pensioni

Con la circolare 92 del 28 luglio 2022, l’Inps ha illustrato la nuova disciplina per il pensionamento dei giornalisti dopo il trasferimento al Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti dell’Istituto nazionale di presidenza sociale, a fare data dal 1° luglio 2022. Due i regimi previsti, a seconda se il diritto alla pensione sia stato perfezionato secondo le regole vigenti all’Inpgi entro il 30 giugno o maturato dopo tale data. Riportiamo di seguito la sintesi delle due situazioni e gli altri approfondimenti pubblicati su InpgiNotizie.it.

Diritto alla pensione perfezionato entro il 30 giugno 2022
I giornalisti che al 30 giugno 2022 hanno maturato i requisiti pensionistici previsti dalla normativa Inpgi conseguono le prestazioni pensionistiche secondo tale normativa, anche dopo tale data. Lo schema di seguito riporta analiticamente i requisiti Inpgi alla data del 30 giugno.

PENSIONE DI VECCHIAIA. Almeno 20 anni di contributi a 67 anni di età. DEROGA DONNE: 60 anni di età con 20 anni di contributi (anche in pro-quota Legge Vigorelli) al 31 dicembre 2016.

PENSIONE DI ANZIANITA’. 62 anni e 5 mesi di età e 40 anni e 5 mesi di contributi Inpgi. DEROGA: 57 anni di età e 35 anni di contributi (anche in pro-quota Legge Vigorelli) al 31 dicembre 2016.

PREPENSIONAMENTO. 62 anni di età (5 anni di anticipo rispetto alla vecchiaia Ago) e 25 anni e 5 mesi di contributi Inpgi. CONDIZIONI: una assunzione ogni 2 prepensionamenti; almeno 3 mesi di Cigs anche non continuativi nel corso dell’intero periodo decretato; divieto di qualsiasi rapporto di lavoro (dipendente, autonomo, collaborazione, cessione del diritto di autore) con la medesima azienda e le altre del Gruppo.

PENSIONE DI INVALIDITA’. Totale e permanente inabilità ad esercitare l’attività professionale giornalistica dipendente. Almeno 180 contributi mensili, ovvero non meno di 60 dei quali almeno 12 nel quinquennio precedente la domanda di pensione. Cessazione effettiva dell’attività professionale giornalistica subordinata.

PENSIONE INDIRETTA. Almeno 180 contributi mensili, ovvero non meno di 60 dei quali almeno 12 nel quinquennio precedente la domanda di pensione.

PENSIONE ANTICIPATA FORNERO. Uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi. Donne: 41 anni e 10 mesi di contributi. Finestra = 3 mesi.

TOTALIZZAZIONE. Vecchiaia: 66 anni di età e 20 anni di contributi (Finestra = 18 mesi). Anzianità: 41 anni di contributi (Finestra = 21 mesi).

In questi casi, le eventuali pregresse contribuzioni nel Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti dell’Inps o nelle altre Gestioni Inps saranno valorizzate nel trattamento pensionistico solo se risulta perfezionato il diritto anche nei rispettivi regimi previdenziali. In caso contrario, sarà liquidata la sola pensione ex Inpgi e per le altre contribuzioni sarà liquidata una prestazione supplementare al perfezionarsi dei requisiti.

PENSIONE AI SUPERSTITI. Per i decessi avvenuti entro il 30 giugno 2022, continua ad applicarsi la normativa Inpgi, sia nelle misure percentuali di reversibilità che nei criteri di ripartizione tra i vari superstiti.

PENSIONE DI INVALIDITA’. I requisiti Inpgi devono essere stati maturati entro il 30 giugno 2022. In questo caso, la domanda può essere presentata all’Inps anche dopo il 1° luglio 2022.

Giornalisti che non hanno perfezionato (secondo la normativa vigente Inpgi) il diritto a pensione entro il 30 giugno 2022
A far data dal 1° luglio 2022 il regime pensionistico dei giornalisti è uniformato a quello degli iscritti al Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti dell’Inps. Pertanto, i giornalisti possono conseguire le prestazioni pensionistiche riconosciute agli iscritti a tale fondo. Non sono riconosciute, invece, quelle prestazioni per le quali era previsto il perfezionamento del relativo requisito contributivo prima del 1° luglio 2022. Di conseguenza, per i giornalisti non è ammesso il pensionamento con la cosiddetta “Quota 100” e “Opzione donna”, i cui requisiti dovevano essere perfezionati entro il 31 dicembre 2021. Viene, invece, concessa – dal 1° luglio 2022 – la pensione anticipata “Quota 102” (64 anni di età e 38 anni di contribuzione, da perfezionare entro il 31 dicembre 2022). Di seguito la sintesi delle principali novità.

PENSIONE AI SUPERSTITI. Per i decessi successivi al 1° luglio 2022, si applica la disciplina in vigore nell’assicurazione generale obbligatoria Inps. La pensione di reversibilità è calcolata applicando le aliquote di reversibilità, previste dalla disciplina dell’assicurazione generale obbligatoria alla pensione diretta in pagamento (o comunque maturata) al momento del decesso.

PENSIONI DI INVALIDITA’. Dal 1° luglio 2022 i giornalisti possono presentare domanda per conseguire i trattamenti previdenziali d’invalidità in vigore presso l’Inps con decorrenza dal 1° agosto 2022.

QUOTA 102. Dal 1° luglio 2022 i giornalisti che perfezionano 64 anni di età e 38 anni di contribuzione possono accedere alla pensione anticipata. Per i lavoratori con contribuzione al 31 dicembre 1995 deve essere verificata la presenza di almeno 35 anni di contribuzione al netto di disoccupazione e malattia.

PREPENSIONAMENTI. L’Inps ha chiarito che, sulla base degli orientamenti ministeriali, nei confronti dei giornalisti professionisti continua a trovare applicazione anche dopo il 1° luglio 2022 la disciplina speciale sui prepensionamenti di cui all’articolo 37, comma 1, lettera b), della legge n. 416 del 1981. Ai giornalisti pubblicisti – ad oggi esclusi dalla possibilità di essere prepensionati – si applicherà l’articolo 37, comma 1, lettera a), della legge 5 agosto 1981, n. 416 (disciplina prevista per i lavoratori poligrafici). In ogni caso, le istruzioni applicative saranno fornite dall’Inps con una successiva circolare.

CUMULO DEI TRATTAMENTI PENSIONISTICI CON REDDITI DA LAVORO. A decorrere dal 1° luglio 2022, per le pensioni già liquidate dall’Inpgi al momento del trasferimento o che saranno liquidate in favore dei giornalisti iscritti all’Inps trova applicazione la disciplina generale prevista nel Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti. Ciò comporta che per i redditi riferiti agli anni 2020 e 2021 continuerà ad applicarsi l’abbattimento per il cumulo, mentre per i redditi definitivi riferiti al 2022 la trattenuta sarà operata soltanto per 6 mesi anziché sull’intero anno. A partire dai redditi del 2023 non trovano più applicazione le limitazioni previste dall’articolo 15 del Regolamento Inpgi e non verrà operata alcuna trattenuta.

CUMULO PENSIONI DI INVALIDITA’. Dal 1° luglio 2022 le pensioni d’invalidità sono cumulabili con i redditi da lavoro del beneficiario secondo la disciplina prevista per l’assegno ordinario di invalidità. Per i titolari di assegno di invalidità che continuano a lavorare è prevista una trattenuta per incumulabilità, che non opera se il reddito posseduto dal pensionato è inferiore a quattro volte il trattamento minimo annuo (oggi pari a circa 27 mila euro), mentre è pari al 25% dell’importo di pensione se il reddito supera quattro volte il trattamento minimo annuo e al 50% dell’importo di pensione, se il reddito supera cinque volte il trattamento minimo annuo (circa 34 mila euro). In ogni caso non si applica la trattenuta quando la pensione è liquidata con più di 40 anni di contributi e se l’importo dell’assegno è inferiore al trattamento minimo (oggi circa 6.800 euro). In caso di trasformazione dell’assegno di invalidità in pensione di vecchiaia la pensione diventa completamente cumulabile con i redditi da lavoro. La pensione di invalidità è incompatibile con l’attività giornalistica e comporta la revoca della pensione.

MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI PENSIONE. Tutte le domande devono essere presentate esclusivamente mediante i seguenti canali: sito internet inps.it, accedendo tramite SPID almeno di livello 2, CNS, o CIE; Contact Center; Patronati.

Le prime istruzioni per quanto riguarda riscatti e ricongiunzioni 
Sia le richieste di ricongiunzione ex legge 7 febbraio 1979, n. 29, che quelle di riscatto dei periodi contributivi presentate all’Inpgi1 entro il 30 giugno 2022 e non ancora lavorate, continueranno ad essere definite secondo la normativa vigente presso l’Inpgi. I relativi oneri – compresi quelli già in corso di pagamento rateale – dal mese di luglio saranno versati all’Inps, secondo le modalità che saranno comunicate dall’Istituto di previdenza sociale. Le richieste di ricongiunzione dei periodi contributivi versati nelle Gestioni sostitutive ed esclusive dell’Ago e quelle di riscatto dei periodi contributivi presentate dai giornalisti dal 1° luglio 2022 saranno definite secondo la normativa generale applicata dal Fpld dell’Inps. La relativa contribuzione sarà accreditata nel Fpld e seguirà i criteri di calcolo generali e non quelli ex Inpgi. Dalla stessa data non è più ammessa la ricongiunzione tra i periodi contributivi versati nella gestione ex Inpgi e quelli versati nel Fpld dell’Inps, atteso l’avvenuto ricongiungimento di fatto nella medesima gestione, seppur con sistemi di calcolo diversi. Per l’accredito dei periodi contributivi figurativi, a decorrere dal 1° luglio 2022, si applica la normativa generale Inps.

PER APPROFONDIRE
Riportiamo in allegato la circolare Inps 92 del 28 luglio 2022. Nella sezione “Documenti” del sito è stata creata un’apposita area “Da Inpgi a Inps – Materiali utili” nella quale sono raccolte le circolari, le Faq realizzate dalla Fnsi e i materiali di interesse per i giornalisti in merito al passaggio all’Inps, dal 1° luglio 2022, della funzione previdenziale svolta dall’ex Inpgi.

 Trasferimento Inpgi1 in Inps Faq Fnsi 01ago22

 Circolare Inps 92 del 28lug2022

 Circolare Inps 92 del 28lug2022 Allegato1

 Circolare Inps 92 del 28lug2022 Allegato2

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PREVIDENZA E SALUTE

Ministeri tagliano stipendi e pensioni giornalisti. Fnsi: ‘Misura iniqua, si intervenga subito’

Il passaggio dei giornalisti dall’Inpgi all’Inps non può comportare alcun aumento della contribuzione previdenziale. Né per gli attivi né per i pensionati. Se le burocrazie ministeriali fingono di non capire, tocca alla politica rimediare ad una situazione di palese illegittimità. La Fnsi ha già interessato della questione i ministeri competenti, chiedendo di rimediare ad un’ingiustizia che sa di abuso. In caso contrario, il ricorso all’autorità giudiziaria sarà inevitabile. La decisione dei ministeri del Lavoro e dell’Economia di dar corso ad una delibera approvata dal cda dell’Inpgi a giugno 2021, prima dell’approvazione della norma che dispone il passaggio dell’Inpgi all’Inps, rischia di creare un corto circuito.

In pratica, a partire da gennaio 2022 e per i prossimi cinque anni, i giornalisti attivi e pensionati dovranno subire un prelievo previdenziale addizionale dell’uno per cento mensile. Il provvedimento era stato adottato dall’Inpgi nell’ambito delle misure di riequilibrio dei conti sollecitate dal governo. Con il passaggio all’Inps tale maggiorazione è diventata inutile, oltre che iniqua, dal momento che dal primo luglio 2022 i giornalisti sono equiparati a tutti gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti dell’Inps.

Per questo l’Inpgi aveva sospeso l’applicazione della delibera, chiedendo ai ministeri di verificare se il contributo straordinario potesse considerarsi superato in ragione del passaggio all’Inps. Il ministero del Lavoro aveva chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, ma poi ha deciso di dar corso alla delibera senza aspettare la risposta.

Chiarita la forzatura compiuta dalla burocrazia, tocca alla politica intervenire. È quello che la Fnsi ha chiesto ai ministeri, facendo presente che l’applicazione del contributo aggiuntivo dell’uno per cento creerebbe una disparità di trattamento: i giornalisti attivi e pensionati verserebbero all’Inps più di tutti gli altri lavoratori. Senza un provvedimento correttivo, saranno inevitabili i contenziosi. Azioni legali contro lo Stato di cui i solerti dirigenti che hanno ideato questo scempio saranno chiamati a rispondere.

(Fonte: FNSI)

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PREVIDENZA E SALUTE

Bonus 200 euro ai giornalisti, a chi spetta e come ottenerlo

La circolare del direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, con il commento della norma introdotta dal Decreto Aiuti e le indicazioni pratiche per lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi che, se in possesso dei requisiti, potranno beneficiare della una tantum da erogare nel mese di luglio 2022.

Anche i giornalisti lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi potranno beneficiare – qualora in possesso dei requisiti previsti – della una tantum di 200 euro prevista dal Decreto Aiuti (Decreto legge 50/2022) che verrà erogata nel mese di luglio 2022.

Le modalità per ottenere l’indennità variano in base alla situazione contrattuale dei potenziali beneficiari e l’erogazione è subordinata al verificarsi di specifiche condizioni (come ad esempio una retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non eccedente l’importo di 2.692 euro lordi nel caso dei lavoratori dipendenti).

Per i dipendenti, inoltre, è previsto che il lavoratore consegni al datore di lavoro una autodichiarazione (allegata in calce) nella quale dichiara, fra l’altro, di non essere titolare di un trattamento pensionistico o del reddito di cittadinanza.

Nessuna richiesta per ottenere il beneficio va inoltrata dai “titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria” che abbiano – fra gli altri requisiti previsti – un reddito non superiore per l’anno 2021 a 35mila euro.

Mentre, per quanto riguarda l’erogazione a lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps e ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza, come la Gestione separata Inpgi, sarà necessario attendere un apposito decreto del ministro del Lavoro, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, in corso di emanazione.

I requisiti, il commento della norma, le indicazioni pratiche per ottenere il beneficio sono illustrati nella nota di sintesi redatta dal direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, allegata di seguito.

 Circolare Fnsi – Bonus 200 euro Luglio 2022

 Autocertificazione – Bonus 200 euro Luglio 2022

(Fonte: FNSI)

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PREVIDENZA E SALUTE

Fondo pensione complementare, eletto nuovo Cda e Collegio Sindaci

Entrano in Consiglio di amministrazione (in ordine alfabetico): Giovanni Dragoni, Alessia Marani, Edmondo Rho, Enrico Romagnoli, Tiziana Stella e Vincenzo Varagona. Sindaci effettivi: Renato Pedullà e Andrea Sbardellati; Sindaco supplente: Giuseppe Chianese.

Concluse le operazioni di voto per il rinnovo della componente giornalistica degli organi amministrativi del Fondo di previdenza complementare dei giornalisti italiani.

Al termine delle operazioni di scrutinio, avvenuto con voto elettronico – comunicano gli uffici del Fondo –, il seggio elettorale ha verbalizzato che sono stati eletti, quali componenti del Consiglio di amministrazione (in ordine alfabetico): Dragoni Giovanni, Marani Alessia, Rho Edmondo, Romagnoli Enrico, Stella Tiziana e Varagona Vincenzo.

Eletti quali componenti del Collegio dei Sindaci: Pedullà Renato e Sbardellati Andrea (Sindaci effettivi) e Chianese Giuseppe (Sindaco supplente).

(Fonte: FNSI)

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PREVIDENZA E SALUTE

Fondo complementare: si vota on line dal 20 al 24 maggio

Fondo previdenza complementare giornalisti: si vota on line, senza interruzioni, dalle 9:00 di venerdì 20 maggio alle 18:00 di martedì 24 maggio. C’è da rinnovare il consiglio di amministrazione e il collegio dei sindaci. Dà diritto al voto l’iscrizione al Fondo alla data del 31 dicembre 2021.

Per tutta la durata delle votazioni si potrà utilizzare l’indirizzo di posta elettronica supporto-eligo@evoting.it per inoltrare richieste di supporto al voto.

Si ricorda che una volta entrati nel sistema di voto bisognerà innanzitutto richiedere il CERTIFICATO ELETTORALE e poi si potrà accedere alla CABINA ELETTORALE, dove si troverà la scheda con l’elenco in ordine alfabetico di tutti i candidati alle cariche di amministratore e di sindaco revisore.

Si potranno indicare 4 (quattro) preferenze per il Consiglio di Amministrazione e 1 (una) sola preferenza per il Collegio dei Sindaci.

Sgv sostiene le candidature espresse dalla maggioranza Fnsi: per il cda, Alessia Marani, Edmondo Rho, Enrico Romagnoli e Vincenzo Varagona; per i revisori, Andrea Sbardellati e Francesco Maria Lupi.

Le altre candidature sono: per il cda, Valerio Boni, Giovanni Dragoni, Marco Lo Conte, Tiziana Stella; per i revisori, Giuseppe Chianese e Renato Pedullà.

Procedura voto online a partire dalle 9:00 venerdì 20 maggio su www.fondogiornalisti.it
1. Codice fiscale e data di nascita e mail per ricevere il certificato elettorale
2. poi ricevuto via mail il certificato, inserisci codice fiscale e numero certificato e poi il cellulare
3. successivamente il codice pin che arriva sul cellulare
4. si inserisce il pin e si può votare

Il nostro welfare
https://assostamparegionali.wordpress.com/2022/04/26/fondo-complementare-il-nostro-welfare/

Info
https://www.fondogiornalisti.it/speciale-elezioni/

(Fonte: Sindacato dei giornalisti del Veneto)