Un «incontro decisivo» utile a individuare una soluzione per risolvere il problema dell’ex fissa. È quanto auspica il deputato e giornalista Emilio Carelli che, dalle colonne del Sole 24 Ore di oggi, venerdì 24 giugno 2022, fa anche sapere di aver incontrato Andrea Orlando e di averne ricevuto «la disponibilità a darci una mano». Il tema era stato affrontato in una interrogazione del parlamentare di Coraggio Italia alla quale il ministro del Lavoro ha risposto a fine aprile. E viene ora rilanciato, alla vigilia del passaggio della gestione principale dell’Inpgi in Inps, ripescando l’ipotesi – si legge sempre sul quotidiano di Confindustria – di attingere alle risorse presenti in alcuni fondi dell’Inpgi che dovrebbero essere riallocate.
Idea cui replicano i giornalisti precari e autonomi della Commissione lavoro autonomo (Clan) della Fnsi, presieduta dal segretario generale aggiunto Mattia Motta. «Siamo allibiti – scrivono in un nota – di fronte all’atteggiamento di alcuni pensionati giornalisti in preda a un egoismo fuori tempo e fuori misura che vogliono drenare risorse per finanziare una prestazione insostenibile economicamente come il fondo “Ex Fissa”, costruito negli anni ’80 con la consapevolezza che il debito sarebbe ricaduto sulle future generazioni, che oggi fanno rima con lavoro povero e precariato. Le poche risorse disponibili per la categoria devono andare all’occupazione e a sostenere il lavoro di chi non avrà mai la pensione». Questa la posizione della Clan Fnsi sull’ipotesi di riallocare parte dei fondi che, come prevede il Cnlg, sono depositati presso l’Inpgi per “far fronte alle esigenze sociali che le parti (Fieg-Fnsi), in esercizio della loro autonomia, valuteranno come meritevoli di tutela”.
«Se in questo momento ci fosse da “riallocare” fondi – prosegue la nota – dovrebbero essere semmai indirizzati a forme di contrasto al precariato e di sostegno al lavoro autonomo, a incentivi all’inclusione e alle tante finalità sociali sindacalmente prioritarie, per aiutare i più deboli piuttosto che per il pagamento dell’iniquo fondo contrattuale “Ex Fissa” destinato a pensionati privilegiati».
«Dalle parole del deputato di Coraggio Italia, Emilio Carelli, che ha avanzato la proposta – incalza la Commissione degli autonomi e freelance della Federazione nazionale della Stampa – emerge anche inaccettabile la posizione del ministro del lavoro, Andrea Orlando. Lo stesso che è stato sollecitato più volte a intervenire con norme di contrasto del precariato giornalistico, non trova di meglio da fare che assecondare le richieste di pensionati iperprivilegiati e ipertutelati. Il deputato Carelli fa il paladino dei ricchi, compreso se stesso, visto che anche lui vorrebbe che gli si pagasse un’ex fissa particolarmente cospicua. Auspichiamo che Fnsi e Inpgi non assecondino le richieste assurde di chi rivendica privilegi del passato a discapito di chi lavora nell’incertezza quotidiana senza alcun diritto e con retribuzioni da fame, con un Equo compenso per i giornalisti inattuato da ormai 10 anni. Un contesto che ci spinge ancora con più forza a chiamare alla mobilitazione la categoria sulla precarietà dell’articolo 21 della Costituzione».
La circolare del direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, con il commento della norma introdotta dal Decreto Aiuti e le indicazioni pratiche per lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi che, se in possesso dei requisiti, potranno beneficiare della una tantum da erogare nel mese di luglio 2022.
Anche i giornalisti lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi potranno beneficiare – qualora in possesso dei requisiti previsti – della una tantum di 200 euro prevista dal Decreto Aiuti (Decreto legge 50/2022) che verrà erogata nel mese di luglio 2022.
Le modalità per ottenere l’indennità variano in base alla situazione contrattuale dei potenziali beneficiari e l’erogazione è subordinata al verificarsi di specifiche condizioni (come ad esempio una retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non eccedente l’importo di 2.692 euro lordi nel caso dei lavoratori dipendenti).
Per i dipendenti, inoltre, è previsto che il lavoratore consegni al datore di lavoro una autodichiarazione (allegata in calce) nella quale dichiara, fra l’altro, di non essere titolare di un trattamento pensionistico o del reddito di cittadinanza.
Nessuna richiesta per ottenere il beneficio va inoltrata dai “titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria” che abbiano – fra gli altri requisiti previsti – un reddito non superiore per l’anno 2021 a 35mila euro.
Mentre, per quanto riguarda l’erogazione a lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps e ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza, come la Gestione separata Inpgi, sarà necessario attendere un apposito decreto del ministro del Lavoro, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, in corso di emanazione.
I requisiti, il commento della norma, le indicazioni pratiche per ottenere il beneficio sono illustrati nella nota di sintesi redatta dal direttore della Fnsi, Tommaso Daquanno, allegata di seguito.
Si è svolto mercoledì 18 maggio 2022 nella sala Walter Tobagi della Fnsi il corso di formazione su “Il profilo del giornalista pubblico nella Provincia Autonoma di Trento, Regione Trentino Alto Adige, Camere di Commercio di Trento e Bolzano e nella Provincia Autonoma di Bolzano in raffronto con la normativa nazionale, smart working e lavoro da remoto”. Decine di giornalisti collegati da remoto hanno potuto approfondire il tema e rivolgere domande ai relatori: Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi; Rocco Cerone, segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige; Alessandra Costante, vicesegretaria Fnsi con delega agli uffici stampa; Tommaso Daquanno, direttore della Fnsi e l’avvocato Bruno Del Vecchio. Dopo un excursus che dalla legge 150 del 2000 ha portato, nell’ambito di un serrato confronto con l’Aran, alla rinnovata figura del giornalista della pubblica amministrazione, durante l’evento formativo si sono affrontate le specificità dei contratti sottoscritti negli enti locali della regione a statuto speciale. Dato l’interesse riscosso dal corso, organizzato con il supporto degli uffici del Sindacato giornalisti Veneto, è già in programma una replica: il 14 luglio a Trento in modalità ibrida, in presenza e da remoto.
Proroga fino al 31 dicembre 2024 per la copertura sanitaria integrativa offerta da Casagit in favore dei 3.200 giornalisti lavoratori autonomi iscritti all’Inpgi che già beneficiano della misura di welfare con rimborso economico del relativo onere a carico dell’Istituto di previdenza. Lo ha stabilito il Comitato amministratore della Gestione separata nella riunione di giovedì 21 aprile 2022.
L’iniziativa – sperimentale e per la durata di un triennio, a far data dal luglio 2019 – era stata avviata con lo scopo di incrementare l’offerta di prestazioni, rispetto alle tipiche tutele previdenziali, in favore degli iscritti alla Gestione separata dell’Istituto, introducendo nuovi strumenti di welfare.
«Lo stanziamento per il finanziamento del programma di assistenza sanitaria integrativa – si legge sul blog InpgiNotizie.it – era pari a 3 milioni di euro annui, per complessivi 9 milioni, ed era idoneo a coprire l’onere della quota di adesione volontaria fissata in 500 euro annui per coloro che avessero deciso di iscriversi alla Casagit. L’iniziativa ha riscosso un alto gradimento da parte dei destinatari, tanto che ad aderire al programma sono stati ben 3.200 giornalisti, rispetto ai 5.394 potenziali beneficiari, che rappresentano il 60 per cento degli aventi diritto».
Tenuto conto che alla data di scadenza del triennio di vigenza del programma non risulta esaurito l’intero stanziamento previsto, e che quindi sono disponibili risorse residue comunque vincolate alle medesime tutele e condizioni per le quali sono state impegnate, il Comitato amministratore ha dunque ritenuto utile continuare ad assicurare il rimborso delle quote di adesione dei colleghi che hanno aderito all’iniziativa varata dall’Inpgi.
Una delegazione di giornalisti precari di alcune testate è stata ricevuta martedì 19 aprile 2022 dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Accompagnati dalla Fnsi, hanno illustrato al ministro la situazione lavorativa di migliaia di giornalisti italiani, consegnandogli la petizione per la salvaguardia e la tutela del lavoro giornalistico, partita dalla Liguria ed estesa a tutta l’Italia.
La delegazione ha descritto le condizioni di lavoro con cui quotidianamente numerosi giornalisti precari devono fare i conti: assenza di diritti e tutele contrattuali e retribuzioni poco dignitose. Una situazione simile a quella di molti altri lavoratori italiani, che nel caso dell’informazione pone non soltanto un problema di dignità del lavoro e delle persone, ma anche e soprattutto di qualità della democrazia.
Un’informazione sempre più affidata a lavoratori non tutelati rischia, infatti, di diventare sempre meno autorevole e credibile, con gravi ripercussioni sulla qualità del dibattito pubblico e sulla tenuta delle istituzioni democratiche. Le aziende editoriali continuano a far ricorso ai pensionamenti anticipati dei giornalisti con il solo scopo di sostituire progressivamente il lavoro dipendente con il lavoro povero e non tutelato. Una situazione sempre più diffusa, come dimostra, per restare all’attualità, l’alto numero di giornalisti precari utilizzati per seguire la guerra in Ucraina, che assicurano i loro servizi a testate grandi e piccole.
Per questa ragione, i giornalisti precari hanno espresso l’auspicio che governo e parlamento possano intervenire con efficaci norme di contrasto, impedendo, per esempio, che forme di inquadramento diverse dal lavoro dipendente, come le collaborazioni coordinate e continuative, vengano largamente utilizzate dalle aziende editoriali per mascherare il lavoro subordinato privando i lavoratori dei diritti e delle tutele previste dalla legge e dal contratto nazionale di lavoro.
«Siamo grati al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per l’attenzione che ha rivolto alla situazione lavorativa di numerosi giornalisti italiani – afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi –. Le diseguaglianze sono diventate il tratto distintivo di questa epoca. Occorre trovare forme di contrasto della precarietà, una condizione inaccettabile che indebolisce la qualità dell’informazione e condanna una generazione di giornalisti e di lavoratori a non aver un futuro».
Come previsto dal regolamento in vigore, il Comitato di gestione del Fondo ha stabilito l’erogazione, entro il mese di dicembre, della quota di 3.000 euro relativa all’anno in corso a tutti i giornalisti che sono in attesa di percepire l’indennità.
Anche quest’anno – al pari di quanto avvenuto negli ultimi quattro anni – il Comitato di gestione del Fondo ex fissa ha stabilito l’erogazione, entro il mese di dicembre, del rateo di tremila euro lordi, relativo al 2021, così come previsto dal regolamento in vigore, ai circa 2.400 giornalisti in attesa di percepire l’indennità ex fissa.
Tra Fnsi ed Editori prosegue, inoltre, il confronto per individuare soluzioni condivise che possano accelerare la liquidazione di quanto dovuto ai giornalisti in attesa della prestazione.
Si ricorda, infatti, come confermato in più occasioni dalla magistratura in tutti i gradi di giudizio, che non esiste alcuna responsabilità dell’Inpgi nella gestione del Fondo né alcuna rivendicazione può essere promossa nei confronti della Fnsi, in quanto l’obbligo di alimentare il Fondo è esclusivamente in capo agli Editori. (T.d.)
IlFestival del Giornalismo di Leali delle Notizie di Ronchi dei Legionari si conferma ancora una volta una delle manifestazioni più qualificate a carattere giornalistico-informativo e culturale capace di catalizzare l’opinione pubblica su argomenti di stringente attualità. Il corposo programma prevedeva 130 ospiti nazionali e internazionali, 43 incontri, 23 panel di discussione, 2 mostre, una masterclass, 2 letture sceniche e 14 presentazioni letterarie nell’arco di dieci giorni (anche in altre città del Friuli) e per cinque di questi a Ronchi dei Legionari dove sono intervenuti giornalisti di tutte le testate: a dimostrazione di come sia indispensabile dare voce a tutti gli orientamenti, senza distinzioni di sorta. Dedicato a Cristina Visintini scomparsa di recente, sul palco del palatenda si sono avvicendati Giancarlo Tartaglia già direttore della Federazione nazionale della stampa italiana e segretario generale della Fondazione sul Giornalismo “Paolo Murialdi”, Mariano Giustino giornalista e corrispondente di Radio Radicale, (in collegamento) Lucia Goracci inviata Rai e corrispondente della sede Rai di Instanbul, Dario Fabbri giornalista e analista, consigliere scientifico e coordinatore America di Limes, Peppe dell’Acqua psichiatra, Gennaro Sangiuliano direttore del Tg2 della Rai, Barbara Schiavulli direttrice di Radio Bullets e corrispondente di guerra, Sandro Ruotolo giornalista e senatore, Fabiana Pacella, giornalista e portavoce di Articolo21 della Puglia, Fabiana Martini giornalista e portavoce di Articolo21 Friuli Venezia Giulia, Luciana Borsatti giornalista e già corrispondente Ansa dal Cairo e da Teheran.
A siglare la settima edizione del Festival che gode dell’alto patrocinio del Parlamento Europeo e del Ministero della Cultura, oltre a quello del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, è intervenuto anche Giuseppe Giulietti presidente della Federazione nazionale della stampa per testimoniare l’affetto, la stima e la riconoscenza del lavoro svolto di Cristina Visintini, scomparsa di recente, vicepresidente di Leali delle Notizie, indimenticabile promotrice e instancabile attivista per la libertà di stampa e di pensiero. La sua assenza non poteva non essere notata e il tributo a lei assegnato durante il discorso di Giulietti ne è stata la prova.
Una commozione palpabile tra tutti i presenti e in particolare quella del padre Amerigo Visintini e del compagno di Cristina, Sergio Pisaniello. Le parole di Giulietti, semplici, dirette e mirate al lavoro prezioso, sensibile e appassionato di una collega che ha affiancato per tanti anni il presidente dell’associazione promotrice del Festival, Luca Perrino, hanno colto lo spirito che la animava , la cui sorte infausta è stata un duro colpo per tutta la città . Cristina creava con le sue mani le panchine della libertà di stampa e pensiero collocate a Ronchi dei Legionari, al ghetto di Roma, a Sant’Anna di Stazzema, simboli di un’ideale etico che verrà perseguito e il prossimo 23 ottobre si svolgerà un’iniziativa proprio a Ronchi in sua memoria dove le sarà dedicata una creata appositamente per lei.
La testimonianza del valore di questa iniziativa nasce dalla volontà di Luca Perrino e Cristina Visintini che da sette anni propone un festival del giornalismo capace di portare a Ronchi personalità della cultura e giornalisti che si distinguono per l’impegno etico nel militare nelle file di una professione rivolta a contrastare ogni forma di illegalità, discriminazione, e manifestazioni d’odio. Un giornalismo che si basa sull’accertamento della verità e delle notizie contrastando ogni forma di falsificazione e manipolazione. Per cinque giorni è stato un susseguirsi di incontri e dibattiti dove lo scambio delle idee è avvenuto tramite un confronto serrato tra i protagonisti accolti sul palco creato all’interno di una tensostruttura bianca: un’agorà vivace dove il pensiero intellettuale si è potuto manifestare in tutta la sua drammaticità per i contenuti stessi del programma. L’evento più importante che ha concluso sabato 11 settembre la settima edizione, è sicuramente la cerimonia di consegna del premio della quarta edizione del Premio Leali delle Notizie, in memoria di Daphne Caruana Galizia, assegnato a Paolo Berizzi giornalista di Repubblica, alla presenza di Corinne Vella sorella di Daphne Carauna Galizia. Berizzi segue da vent’anni come cronista l’evoluzione di attività e manifestazioni neofasciste, e a causa del suo impegno vive sotto scorta dal 2019, unico giornalista Europeo sotto scorta per le minacce e atti intimidatori ricevute. La consegna del premio (opera realizzata dall’artista Fabio Rinaldi) è stata l’occasione per affrontare il tema della mafia ai tempi della pandemia e quali sono stati gli effetti che ne sono conseguiti a favore delle organizzazioni criminali.
Sono intervenuti (oltre a Paolo Berizzi e Sandro Ruotolo) Lirio Abbate giornalista, saggista e vicedirettore de L’Espresso, (uno dei 24 giornalisti scortati), Floriana Buffon giornalista di Repubblica e L’Espresso, Dina Lauricella di Rai 3 e Salvo Palazzolo di Repubblica. Il dibattito è stato moderato da Cristiano Degano presidente dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Al Festival si è parlato anche di giornalismo e precariato con Luciana Borsatti, Fabiana Martini, Fabiana Pacella, Barbara Schiavulli (in partenza per Kabul) e la moderazione del portavoce di Articolo21 Trentino Alto Adige, Roberto Rinaldi. Le relatrici del dibattito hanno potuto raccontare le loro esperienze personali e professionali segnate da una carriera che le ha viste sempre in condizioni di provvisorietà e retribuzioni non corrispondenti all’impegno profuso. Cosa impedisce una riforma e un’approvazione di una legge organica che sani la crisi del giornalismo in cui il lavoro precario è una componente mai sanata? La domanda non è scontata: esiste una legge organica già stata votata dal Parlamento nel 2012 sull’equo compenso per i giornalisti. Per essere applicata deve però essere presa in carico dalla Commissione Equo compenso e convocata dal sottosegretario all’editoria (ora è Moles nel governo di Mario Draghi) . La Federazione nazionale della stampa ha presentato una sua proposta nella quale si auspica di fissare un limite oltre al quale le singole collaborazioni individuali con un singolo editore non possono essere considerate lavoro autonomo. In questo caso il giornalista diventa un dipendente a tutti gli effetti. Diversamente da collaborazioni saltuarie. Ci sono precari retribuiti con pochi euro ad articoli che a volte pubblicano anche gratuitamente
in questi mesi di pandemia non si fermano i casi di femminicidio, punta dell’iceberg della violenza contro le donne.
Raccontiamola in modo corretto: basta parlare di raptus! Basta giustificare gli assassini! Basta ai facili moventi come la depressione e la gelosia! Basta far ricadere sulle donne la responsabilità della loro morte!
La grave crisi che sta attraversando il nostro Paese sta mettendo sotto pressione anche la nostra categoria. Ma proprio in un momento complesso come questo dobbiamo dare prova di essere capaci di narrare quanto accade nella consapevolezza della grande responsabilità che abbiamo nei confronti di chi ci legge e ascolta.
Abbiamo elaborato il Manifesto di Venezia, a cui hanno aderito liberamente centinaia di giornaliste e giornalisti, nel tentativo di offrire uno strumento di lavoro utile ad inquadrare in modo corretto il fenomeno. Sappiamo che molte e molti si sforzano di farlo ogni giorno.
Ancora troppo spesso però ci dimentichiamo, scrivendo i nostri articoli o servizi radiofonici e televisivi, che la violenza contro le donne non può essere ridotta a meri fatti di cronaca. Che si tratta di un fenomeno strutturale della nostra società e come tale abbiamo il dovere di raccontarlo: violenza contro le donne in quanto donne, per questo è necessario utilizzare la parola “femminicidio”.
Facciamo appello al senso di responsabilità di ciascuna e ciascuno. L’omicida di Torino – solo l’ultimo di molti esempi – non ha avuto un raptus, lo sterminio che ha compiuto non è nato dal nulla. I dati ci raccontano che il gesto finale di eliminazione della propria compagna, moglie, ex arriva dopo un lungo periodo di violenze e soprusi.
Non rendiamo vittime una seconda volta le donne assassinate, non cadiamo in queste narrazioni tossiche, diamo valore alla nostra libertà di informare.
L’accordo, che ha validità dal primo novembre 2020, è propedeutico alla sottoscrizione di un contratto collettivo di settore che le parti si sono impegnate a definire entro il 30 giugno 2021, e si è reso necessario per non lasciare senza regolamentazione contrattuale le aziende che applicavano il contratto collettivo Uspi-Fnsi (che ha cessato di produrre ogni effetto il 30 maggio scorso).
«Oggi – commenta Marco Giovannelli, presidente di Anso – è una giornata storica per il mondo dell’editoria digitale. Anso in questi anni si è sempre battuta perché il settore venisse considerato come merita. In questi mesi di crisi tutti hanno potuto vedere l’importante ruolo svolto dall’editoria locale ed iperlocale. Ringraziamo i colleghi della Fisc e della FNSI per avere colmato in tempi brevissimi, nonostante la situazione contingente, il vuoto normativo creatosi dopo la cancellazione del precedente contratto. Viene così garantito un percorso che consentirà ai piccoli editori digitali di far crescere le proprie aziende e l’occupazione».
Per Chiara Genisio, vicepresidente Fisc, «questo accordo costituisce un elemento di certezza in una fase molto difficile per il Paese e soprattutto per il mondo dell’informazione. Un passo importante che offre opportunità, tutela e dignità ai giornalisti che operano nelle testate aderenti alla nostra Federazione. Un traguardo molto significativo per i nostri giornali radicati nel territorio, dal Nord al Sud dell’Italia, che soprattutto in questa fase di emergenza continuano a essere autentici punti di riferimento delle comunità locali».
«Si apre – dice Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – una fase di ampia collaborazione con le organizzazioni rappresentative di un settore editoriale che necessita di uno strumento contrattuale adeguato alla dimensione e alle esigenze produttive delle aziende. L’obiettivo è far emergere e favorire l’occupazione giornalistica, riconoscendo diritti e tutele in un quadro di sostenibilità. L’accordo raggiunto è soltanto un primo passo, reso possibile dalla serietà e dal senso di responsabilità di tutti gli interlocutori».
PER APPROFONDIRE Qui, il testo dell’accordo nazionale siglato da Anso, Fisc e FNSI.
I giornalisti che lavorano nella Provincia Autonoma di Trento avranno un contratto giornalistico della pubblica amministrazione. Dopo oltre un anno di lavoro, che ha visto impegnata la delegazione sindacale FNSI e del Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, la firma è arrivata nella sera di ieri, a Trento, presso la sede di APRaN, con Cgil, Cisl, Uil, Fenalt enti locali del Trentino. Si tratta del primo contratto che norma la figura del giornalista pubblico in Italia.
La decisione della realizzazione di un nuovo contratto segue le tre sentenze della Corte costituzionale e della modifica della legge 150 sugli uffici stampa, che imponevano la trasformazione del contratto privatistico Fieg-FNSI in quello delle autonomie locali, per le quali era stato stabilito il termine del 31 ottobre 2019. Nella contrattatizione, è stato decisivo il contributo del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ha consentito il raggiungimento dell’intesa.
Il contratto prevede Inpgi, Casagit, quota di servizio, aggiornamento professionale obbligatorio durante l’orario di lavoro, smart working anche per i tempi determinati e l’intervento del Sindacato dei giornalisti FNSI in tutte le negoziazioni afferenti la figura professionale del giornalista pubblico tra gli elementi normativi più significativi del nuovo contratto.
La nuova figura professionale troverà applicazione intanto negli uffici stampa della giunta e del consiglio della Provincia Autonoma di Trento. Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige si attende ora nuove assunzioni dal riordino dell’intero comparto comunicazione ed una diminuzione del precariato giornalistico di colleghi che lavorano come giornalisti senza tutele.
«E’ il massimo risultato possibile che si poteva raggiungere nella cornice disegnata dalla giunta provinciale di Trento», ha commentato il segretario regionale Rocco Cerone.
PER APPROFONDIRE – Di seguito è allegato il testo del Contratto giornalistico dell’ufficio stampa della giunta e del consiglio della Provincia Autonoma di Trento siglato ieri sera da Cgil, Cisl, Uil, Fenalt enti locali, con l’intervento della FNSI, attraverso il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige.
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