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SINDACATO

Papa Francesco: il lavoro sia dignitoso, no al precariato

Appello del pontefice durante l’incontro con i dipendenti Inps ricevuti in occasione dei 125 anni dell’Istituto di previdenza sociale. «La precarietà – ha detto fra l’altro – ha un impatto sulle scelte di vita dei giovani e talora costringe a lavorare anche quando le forze vengono meno».

«No al lavoro nero», «no all’abuso del lavoro precario» e «sì al lavoro dignitoso». Questi gli appelli lanciati da papa Francesco ai dipendenti dell’Inps ricevuti in occasione dei 125 anni dell’Istituto di previdenza sociale.

Parlando del lavoro nero, Bergoglio ha sottolineato che «non permette alle famiglie di contribuire e accedere secondo giustizia al sistema pensionistico» e che «falsa il mercato del lavoro ed espone i lavoratori a forme di sfruttamento e di ingiustizia».

«La precarietà – ha detto poi – ha un impatto sulle scelte di vita dei giovani e talora costringe a lavorare anche quando le forze vengono meno». (Ansa)

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GRUPPI

Indagine Ungp al Salone del libro di Torino

“Giornalisti fra passato e futuro”, indagine sull’evoluzione della professione fra crisi e nuove opportunità. I risultati della ricerca presentati al Salone del libro di Torino (19-23 maggio).

“Giornalisti fra passato e futuro” raccoglie in un volume edito da All Around a cura della Fondazione sul Giornalismo “Paolo Murialdi” gli esiti di un sondaggio proposto dall’Unione nazionale giornalisti pensionati (Ungp) per indagare sul futuro della professione in una fase nella quale il dibattito sulla trasformazione della comunicazione pubblica si è fatto particolarmente acceso e il confronto fra strumenti tradizionali e nuovi media si sviluppa lungo direttrici che mettono a rischio la centralità dei contenuti e compromettono il rispetto delle regole deontologiche. L’indagine dell’Ungp è stata avviata con la diffusione capillare di un questionario proposto a colleghe e colleghi in quiescenza, iscritti o non iscritti al sindacato. Gli esiti del sondaggio sono esaminati analiticamente dalla professoressa Laura Rizzi del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine. Al volume hanno contribuito il Segretario nazionale della Fnsi Raffaele Lorusso e dirigenti nazionali dell’Ungp.

I suggerimenti, le critiche, le proposte dei rispondenti al questionario costituiscono materiali utili all’elaborazione di nuovi progetti, adeguati alla realtà di una categoria in evoluzione, in un’ottica di collaborazione fra le generazioni, tanto più necessaria in una fase che vede i diritti dei lavoratori erosi, il sindacato sotto attacco, il precariato dilagante e una continua emorragia di posti di lavoro.

“Giornalisti fra passato e futuro” sarà presentato al Salone del Libro di Torino (19-23 maggio). La mattina di lunedì 23 maggio i dirigenti dell’Ungp saranno presenti al Salone del Libro, presso lo stand dell’Alleanza Cooperative Italiane Comunicazione (Padiglione OVAL n. T78) per illustrare i contenuti del volume e le prospettive di una categoria che, pur nella crisi che attraversa, rivendica una propria autonomia e soggettività sociale.

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GRUPPI

Lunedì 22 febbraio, Articolo21 propone: “Un’ora con… Trento città dell’inclusione”

Lunedì 22 febbraio 2021 alle 17 si svolgerà il web incontro (online) “Un’ora con…. Trento città dell’inclusione e contro ogni bavaglio” dalla sala Giunta del Comune di Trento, moderata da Roberto Natale del Comitato scientifico di Articolo21, con la partecipazione del sindaco Franco Ianeselli, il direttore dell’ufficio stampa del Comune Lorenzo Andreatta, Giuseppe Giulietti presidente della Federazione nazionale della stampa, Rocco Cerone segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige – Südtirol, Lorenzo Basso vicesegretario del Sindacato TAA, Ekaterina Ziuziuk presidente dell’Associazione Bielorussi in Italia e neopresidente di Articolo21 Trentino Alto Adige, Anna Del Freo del comitato Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) e Segretario generale aggiunto della Fnsi; Danilo De Biasio direttore del Festival dei Diritti Umani di Milano, Paola Rosà dell’Osservatorio Balcani Caucaso, Roberto Rinaldi portavoce del presidio di Articolo21 TAA. Sono previste testimonianze da Bielorussia, Russia, Ungheria, Polonia, Libia, Turchia.

Per partecipare inviare una richiesta alla mail: redazione@articolo21.info

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Lavoro SINDACATO

‘TRENTINO’, SJG e cdr rappresenteranno anche i colleghi precari

La chiusura del “Trentino”, avvenuta senza alcun preavviso da parte dell’azienda lo scorso 15 gennaio, priva del lavoro anche i numerosi giornalisti collaboratori che, quotidianamente, aiutavano i redattori nell’elaborazione del giornale. Si tratta di lavoratori privi di ammortizzatori sociali che da un giorno all’altro si trovano senza reddito, in uno dei momenti più drammatici della crisi economica e lavorativa causata dalla pandemia. Lo afferma, in una nota, il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige SJG-FNSI, al termine di un incontro organizzato oggi dal segretario regionale Rocco Cerone e dal vicesegretario Lorenzo Basso con i collaboratori strategici del quotidiano e il Cdr.   

Assieme ai 19 redattori con contratto regolare, il giornale Trentino poteva contare su diversi professionisti precari, che, ogni giorno, sabato e domenica compresi, erano impegnati nella raccolta e nella redazione di articoli giornalistici, raccogliendo notizie dal territorio e assicurando un flusso continuo di notizie da ogni ambito del territorio provinciale. Questi lavoratori, spesso titolari di contratti atipici rinnovati in modo automatico da diversi anni a questa parte, non devono essere abbandonati a se stessi. Pertanto, SJG-FNSI e Cdr, hanno assunto l’incarico di rappresentare formalmente anche i colleghi precari agli incontri in corso con l’azienda e di portare la loro situazione all’attenzione dell’amministrazione provinciale.

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SINDACATO

Firmato contratto con tra Sindacato giornalisti e Provincia di Trento. Cerone: «Il massimo risultato possibile»

I giornalisti che lavorano nella Provincia Autonoma di Trento avranno un contratto giornalistico della pubblica amministrazione. Dopo oltre un anno di lavoro, che ha visto impegnata la delegazione sindacale FNSI e del Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, la firma è arrivata nella sera di ieri, a Trento, presso la sede di APRaN, con Cgil, Cisl, Uil, Fenalt enti locali del Trentino. Si tratta del primo contratto che norma la figura del giornalista pubblico in Italia.

La decisione della realizzazione di un nuovo contratto segue le tre sentenze della Corte costituzionale e della modifica della legge 150 sugli uffici stampa, che imponevano la trasformazione del contratto privatistico Fieg-FNSI in quello delle autonomie locali, per le quali era stato stabilito il termine del 31 ottobre 2019. Nella contrattatizione, è stato decisivo il contributo del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ha consentito il raggiungimento dell’intesa.

Il contratto prevede Inpgi, Casagit, quota di servizio, aggiornamento professionale obbligatorio durante l’orario di lavoro, smart working anche per i tempi determinati e l’intervento del Sindacato dei giornalisti FNSI in tutte le negoziazioni afferenti la figura professionale del giornalista pubblico tra gli elementi normativi più significativi del nuovo contratto.

La nuova figura professionale troverà applicazione intanto negli uffici stampa della giunta e del consiglio della Provincia Autonoma di Trento. Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige si attende ora nuove assunzioni dal riordino dell’intero comparto comunicazione ed una diminuzione del precariato giornalistico di colleghi che lavorano come giornalisti senza tutele.

«E’ il massimo risultato possibile che si poteva raggiungere nella cornice disegnata dalla giunta provinciale di Trento», ha commentato il segretario regionale Rocco Cerone.

PER APPROFONDIRE – Di seguito è allegato il testo del Contratto giornalistico dell’ufficio stampa della giunta e del consiglio della Provincia Autonoma di Trento siglato ieri sera da Cgil, Cisl, Uil, Fenalt enti locali, con l’intervento della FNSI, attraverso il Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige.

(Foto: Wikipedia Commons)

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SINDACATO

Pluralismo, solidarietà SJG e FNSI ai giornalisti del gruppo Athesia

Più che un’iniziativa a tutela del pluralismo dell’informazione, quella annunciata da alcuni esponenti della Lega sembra un’azione punitiva contro il gruppo Athesia, e in particolare contro i giornalisti che lavorano nelle testate del Trentino-Alto Adige, assicurando ogni giorno un’informazione libera e professionale. A loro va la solidarietà della FNSI.

È indubbio che la legge 416 del 1981, che pone limiti alle concentrazioni proprietarie a livello nazionale, vada profondamente rivista e aggiornata, anche alla luce dello sviluppo e della diffusione dell’informazione digitale. Nessuno può però usare un tema così delicato come una clava per colpire decine di professionisti, con il risultato di metterne a rischio i posti di lavoro.

A nessuno può sfuggire, infatti, che sono sempre meno coloro che sono disposti a investire nell’editoria. La fase di profonda crisi del settore a livello planetario, anche in Italia rischia di far scomparire testate storiche, facendo venire meno il diritto dei cittadini ad essere informati in molte aree del Paese.

In questo scenario occorre da una parte incoraggiare gli investimenti nell’informazione di qualità e dall’altra ragionare su uno statuto dell’impresa editoriale che salvaguardi l’autonomia delle testate dai possibili interessi delle proprietà e dalle pressioni della politica.

Chissà perché, però, quando si parla di assicurare indipendenza dell’informazione e autonomia delle redazioni – si veda la mai risolta questione del servizio pubblico radiotelevisivo – la politica, salvo rare eccezioni, decida di non decidere.

Raffaele Lorusso

segretario generale della FNSI

Rocco Cerone

segretario del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige

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GRUPPI Ordine dei giornalisti

Ordine, battaglia sulle elezioni. Ministero: «Le modalità sono contenute in norme primarie»

Le elezioni per il rinnovo degli organismi dell’Ordine dei giornalisti sono state fissate per il prossimo ottobre. Tuttavia, tre Ordini regionali – Campania, Lombardia, Piemonte – non hanno proceduto con la convocazione prevista dai termini di legge (legge 69 del 3 febbrario 1963 e D.P.R del 4 febbraio 1965), chiedendo il rinvio per tutelare la salute dei colleghi dal rischio contagio. Al contrario gli altri 17 presidenti regionali, tra cui quello del Trentino Alto Adige/Südtirol, hanno attivato le procedure previste per andare al voto.

Il presidente nazionale Carlo Verna non ha ancora sollecitato i tre presidenti dei Consigli regionali a consentire il regolare svolgimento delle consultazioni. Tale atteggiamento, aggravato dall’approvazione di uno slittamento di 45 giorni della convocazione dei seggi, ha portato martedì scorso alle dimissioni di quattro componenti su nove dell’esecutivo nazionale, fra cui la vice presidente e il segretario.

Oggi il Ministero della Giustizia, a cui Verna ha scritto nei giorni scorsi rilevando criticità di carattere sanitario, ha risposto che le elezioni devono svolgersi secondo le modalità stabilite da norme primarie.

Di seguito riportiamo la nota di #ControCorrente, diffusa nei giorni scorsi, e il documento dei consiglieri del direttivo del Cnog dimissionari

«Non ci sono ragioni valide per rinviare il voto»

«In un momento di grave difficoltà per l’informazione e per la nostra professione, l’Ordine nazionale dei giornalisti deve essere messo in condizioni di piena operatività con il rinnovo degli organi di rappresentanza alla scadenza prevista dalla legge. Come presidenti degli Ordini regionali dei giornalisti riteniamo che vada respinta qualunque ipotesi di slittamento di queste elezioni. Ma c’è chi punta a creare incertezza, cercando senza alcuna valida motivazione di rinviare il voto». È quanto si legge in un documento firmato dai presidenti degli Ordini regionali di Veneto, Toscana, Sardegna, Umbria, Trentino Alto Adige, Liguria, Molise, Puglia, Lazio e Valle d’Aosta e dal coordinatore dei vicepresidenti nazionali. I presidenti degli Ordini regionali dei giornalisti «ritengono – proseguono Gianluca Amadori, Carlo Bartoli, Francesco Birocchi, Roberto Conticelli, Bruno Fracasso, Mauro Keller, Filippo Paganini, Pina Petta, Piero Ricci, Paola Spadari e Tiziano Trevisan – che il presidente nazionale Carlo Verna debba assumere iniziative efficaci, cosa che avrebbe dovuto aver già fatto, per spingere i tre presidenti di Ordini regionali che si stanno opponendo al rispetto della scadenza a dare corso alle procedure per lo svolgimento delle elezioni. Elezioni che lo stesso Verna aveva convocato nei termini previsti dalla legge e che segnano la fine del suo mandato triennale». Diciassette presidenti, aggiungono i firmatari, «hanno deciso di rispettare la legge convocando regolarmente le elezioni. Il rispetto della legge istitutiva dell’Ordine, la scrupolosa osservanza delle regole della democrazia non sono valori negoziabili, tanto più se il rischio è un indebito prolungamento della permanenza negli organi di rappresentanza. Una situazione che costituirebbe una anomalia nel vasto panorama degli ordini professionali. Per mesi, per senso di responsabilità, abbiamo fatto fronte in silenzio a questa incresciosa situazione, ma anche l’ultima decisione assunta – una diffida rivolta al Ministero vigilante – non va nella direzione della chiarezza e dell’assunzione di responsabilità da parte del presidente di fronte agli iscritti. Per questi motivi – concludono – comprendiamo le ragioni dei quattro componenti dell’Esecutivo, tra cui la vicepresidente e il segretario nazionale, che si sono dimessi in dissenso con il presidente nazionale. A loro va la nostra solidarietà». #ControCorrente nazionale, componente di maggioranza Casagit, Inpgi, Fnsi

«I giornalisti italiani hanno diritto di votare, l’Ordine non può negare le elezioni»

Secondo qualcuno in Italia possono votare tutti, ma non i giornalisti. Anzi, a dire il vero, anche  i giornalisti potranno votare per il rinnovo delle cariche dell’Ordine nazionale e degli ordini regionali ma solo quando farà comodo ai presidenti dei tre ordini regionali (Campania, Lombardia e Piemonte) che, scommettendo sulla ripresa della pandemia per prolungare sine die il loro incarico, non hanno ancora convocato le elezioni nei loro territori. E non lo hanno fatto giocando di sponda con il presidente nazionale Carlo Verna (appoggiato solo da una parte dell’esecutivo), che non ha voluto assumere iniziative efficaci per garantire la regolare vita democratica dell’Ordine. Comportamenti che si commentano da soli. Mancanza di trasparenza e democrazia che sono sotto gli occhi di tutti, tanto più che altri 17 presidenti di ordini regionali, rispettando la legge, hanno regolarmente convocato le elezioni. #ControCorrente nazionale è al fianco dei colleghi dell’esecutivo dell’Ordine nazionale – Elisabetta Cosci, Guido d’Ubaldo, Andrea Ferro e Nadia Monetti che, con coerenza e responsabilità, mercoledì si sono dimessi in aperto dissenso con il tentativo del presidente Verna di scaricare sul ministero di Grazia e Giustizia una situazione che non è stato in grado di governare. Ed è al fianco dei 17 presidenti regionali, dei consiglieri regionali e nazionali, che si sono schierati dalla parte della legge e che hanno deciso, senza deliranti calcoli di bottega, di dare alla categoria la possibilità di esprimersi alle urne. Il documento presentato dai 4 dimissionari

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SINDACATO

Solidarietà SJG ai colleghi dell’ANSA in sciopero

Il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige solidarizza con i colleghi dell’ANSA in sciopero contro un piano insensato che rischia di minare uno degli imprescindibili presidi e dei baluardi dell’informazione dei territori.


Lo afferma in una nota il segretario regionale Rocco Cerone.
D’intesa con la FNSI, anche il SJG affiancherà i giornalisti dell’ANSA nelle azioni che cdr e fiduciari riterranno di assumere.

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FREELANCE

Superare il precariato per dare dignità a migliaia di lavoratori

La precarietà rende il lavoro e le condizioni di vita più difficili, nel giornalismo come in ogni settore produttivo. In queste settimane di “lockdown”, quando l’intero Paese si è fermato, i giornalisti hanno continuato a svolgere il loro compito in prima fila, garantendo quotidianamente informazioni verificate su quanto stava accedendo nel nostro Paese e nel Mondo. Molti dei professionisti che hanno assicurato la copertura delle notizie più rilevanti dai territori maggiormente colpiti dal coronavirus, talvolta rischiando in prima persona, erano privi di un contratto di lavoro stabile. Ancora una volta parliamo di collaboratori, atipici, freelance a partita Iva. Televisioni, emittenti radiofoniche locali e giornali sono riusciti a fornire quotidianamente notizie sulla grave situazione in atto grazie all’impegno dei colleghi meno tutelati, pagati spesso poco, al di sotto della soglia di povertà. 

L’impegno profuso con grande responsabilità dalla parte più debole della categoria giornalistica in queste ultime settimane è stato encomiabile, e mentre qualche parte della società non si è lasciata sfuggire l’occasione per proporre nuovi bavagli alla stampa, la popolazione ha mostrato in larga parte l’apprezzamento per il lavoro svolto dai professionisti, autonomi o precari che fossero. Al contempo, è emersa una nuova attenzione nei confronti dell’informazione giornalistica, ed una maggiore richiesta di notizie attendibili. Lo stesso sottosegretario all’editoria Andrea Martella, nei giorni scorsi, ha posto come prioritarie, anche durante l’emergenza Covid-19, la definizione dell’equo compenso per i lavoratori autonomi e le misure di contrasto del lavoro precario. Un passaggio importante, che va a toccare uno dei nervi scoperti nel settore dell’editoria. 

Superare il precariato significa dare dignità a migliaia di giovani e meno giovani che da anni si trovano a lavorare con diritti ridotti, incertezza retributiva, impossibilità di costruire un futuro stabile.

Oggi, 1 maggio, ricordiamo come il lavoro è un valore che la nostra Repubblica riconosce come diritto e quale strumento per garantire a sé e alla propria famiglia un’esigenza dignitosa e libera, contribuendo alla vita dell’intero Paese. La politica non può continuare quindi a sottovalutare le condizioni del lavoro caratterizzate dal precariato, dal lavoro nero, sommerso, da elevati tassi di disoccupazione e dall’insicurezza a cui sono costretti ad operare molti giovani che vogliono intraprendere questa professione.

Martella ha compiuto un passo importante – lo ha sottolineato chiaramente il segretario generale Raffaele Lorusso – che va nella direzione giusta, da anni indicata dalla FNSI. Ciò, tuttavia, non è ancora sufficiente. Con forza ribadiamo che il rispetto della dignità professionale e umana del lavoro giornalistico è per noi un obiettivo irrinunciabile, perché un’informazione libera, autorevole ed attendibile è possibile solamente riconoscendo il lavoro e la dignità di questi lavoratori.

(Fonte: Articolo21; autore: Lorenzo Basso)

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FREELANCE Lavoro

Gli autonomi nel decreto ‘Cura Italia’: segnale positivo dal Governo

I giornalisti autonomi, precari e freelance, al pari di tutti i liberi professionisti, sono compresi nelle misure di tutela e sostegno previste dal decreto “Cura Italia”. Il risultato, che smentisce le voci inesatte diffuse da alcuni giorni sul “web”, è da ascriversi all’incessante attività di interlocuzione della Federazione della stampa italiana (FNSI), impegnata negli ultimi giorni in un confronto continuo con l’esecutivo. Le risorse per sostenere i giornalisti autonomi e le partite Iva non saranno disponibili da subito, ma verranno inserite all’interno di un decreto ministeriale adottato dal Ministero del lavoro entro trenta giorni. Per tale ragione, ha precisato il segretario generale Raffaele Lorusso, il lavoro della FNSI proseguirà anche nei prossimi giorni.

«Come preannunciato dal governo alla Fnsi nelle numerose interlocuzioni dei giorni scorsi – ha detto Lorusso – i giornalisti sono stati assimilati a tutte le altre categorie di professionisti che fanno riferimento alle Casse previdenziali private. È quindi plausibile che le misure saranno individuate di concerto con le singole casse previdenziali, Inpgi compreso, in tempi auspicabilmente brevi».

L’inserimento dei giornalisti autonomi all’interno del decreto, con tutela pari a quella di tutti i liberi professionisti, rappresenta un segnale importante per la categoria, e un implicito riconoscimento del ruolo centrale dell’informazione da parte del Governo guidato da Giuseppe Conte. «Ci auguriamo – ha commentato Mattia Motta, presidente della Commissione lavoro autonomo FNSI – che questo traguardo si possa riverberare positivamente anche sui lavori del Tavolo per l’equo compenso. Allargare le tutele retributive ai lavoratori non dipendenti è di vitale importanza per l’intera compagine giornalistica».

Il provvedimento, nello specifico, prevede per i professionisti la costituzione di un fondo per il reddito di “ultima istanza”. Si tratta di uno strumento per il riconoscimento di una indennità economica ai lavoratori. Alla definizione del  decreto che dovrà essere emanato, nell’arco di un mese, dal Ministero del lavoro concorreranno tutti gli istituti previdenziali delle professioni ordinistiche, tra cui l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi).

Per evitare la diffusione di notizie false, che trovano terreno di propagazione tra lavoratori sotto pressione a causa della diminuzione del carico lavorativo, il coordinamento dei lavoratori giornalisti autonomi, precari e freelance di #ControCorrente ha lanciato un appello alla responsabilità. «Ci troviamo – si legge nel testo – in un momento in cui è richiesta a tutti serietà e responsabilità. Ci sono persone che hanno lavorato per giorni e continueranno a farlo in silenzio e con onestà. Non lasciamo che il loro sforzo per la categoria sia confuso con le manie di protagonismo elettorale di pochi».

(Fonte: Articolo21)