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GRUPPI Ordine dei giornalisti

Cordoglio di SjG, Ungp e Assostampa per la scomparsa di Gianni Faustini

Il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa di Gianni Faustini e si stringe attorno al figlio Alberto, giornalista anch’egli e direttore di Alto Adige e l’Adige, ed alla sua famiglia.

Desideriamo ricordare nella sua vita spesa nella professione giornalistica sempre ai massimi livelli – in RAI, Alto Adige, l’Adige – il suo impegno nell’adozione della prima carta deontologica dei doveri giornalisti nel 1993, che introdusse nella sua veste di presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. 

Se ne va una delle più eminenti figure della professione giornalistica del Trentino Alto Adige e nazionale.

* * *

Non è solo il Trentino ma tutto il Paese che con la scomparsa di Gianni Faustini perde un esempio di serietà, umanità e integrità giornalistica. 

Giornalista professionista iscritto all’Ordine del Trentino Alto Adige dal 1962, Faustini era laureato in Storia contemporanea a Pavia. Nel corso della vita ha diretto il quotidiano “Alto Adige” e successivamente “L’Adige. È stato (nel 1972) il primo presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige e poi segretario dell’Ordine nazionale e dal novembre 1991 presidente fino al 1995. Instancabile nei consigli e anche nei dettami della deontologia giornalistica (la Carta dei doveri del giornalista fu approvata quando lui era presidente del Consiglio Nazionale) perchè alta era la sua visione della funzione della stampa all’interno di una democrazia. Il Trentino perde uno dei testimoni più attenti e critici del panorama giornalistico e un figlio affettuoso di questa terra. Assostampa Trentina si unisce al cordoglio della famiglia. 

Assostampa Trentina

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Articolo 21 GRUPPI

Trento, città inclusiva e della libertà di stampa

(*di Rocco Cerone, Lorenzo Basso, Roberto Rinaldi)

Ad inizio maggio 2021 la città di Trento ospiterà la seconda giornata internazionale sulla libertà di stampa, un evento inclusivo che si propone di accedere un faro sui cronisti minacciati in Italia e nel mondo. L’iniziativa è nata da un colloquio tra il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana Giuseppe Giulietti, il segretario del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige Rocco Cerone, il vicesegretario Lorenzo Basso e il sindaco di Trento Franco Ianeselli a fine settimana a Trento.

Alla base della proposta – nel solco della manifestazione organizzata il 2 maggio 2019, alla quale hanno preso parte delegazioni delle associazioni di stampa provenienti da tutto il Paese – vi è la condivisione del principio secondo cui la libertà di espressione è il fondamento della democrazia, e che le istituzioni pubbliche di un paese democratico sono chiamate a difendere chi fa informazione e chi si trova minacciato per aver illuminato fatti di pubblico interesse. Evento che seguiva di tre mesi il XXVIII congresso della FNSI di Levico, in Trentino.

L’idea avanzata dal sindaco, già segretario della Cgil del Trentino, è quella di recuperare una prassi propria dei sindacati confederali, che da decenni sono impegnati nella tutela di chi si occupa di rappresentare i lavoratori nei luoghi più pericolosi del mondo, ospitando lavoratori e sindacalisti minacciati. Allo stesso modo, ha proposto di rendere la città di Trento un luogo accogliente per i cronisti minacciati nel nostro Paese, in Europa e a livello internazionale, creando un porto sicuro dove rigenerarsi e intessere relazioni con i professionisti locali e con le scuole, per rendere il loro esempio un modello per le nuove generazioni.

Incontro che si è svolto su impulso del presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, all’indomani della manifestazione nazionale “Il Trentino per i diritti umani” ospitata proprio a Trento dal 19 al 21 novembre 2020.

«Vogliamo essere la città che ospita ed accoglie giornalisti minacciati, per coniugare la difesa dei diritti umani con l’ospitalità», ha detto Ianeselli, nel corso dell’incontro, durante il quale si è parlato della volontà di trovare nuove strade per mettere al centro la libertà di informazione, senza dimenticare tuttavia il percorso avviato da altre realtà italiane. «Intendiamo offrire – ha infatti precisato il primo cittadino di Trento – la possibilità di un ristoro temporaneo nella nostra città da situazioni critiche o a rischio per giornalisti che hanno illuminato o portato a conoscenza fatti di interesse pubblico a livello nazionale e internazionale».

Il quarantaduenne neosindaco della Città che ha dato i natali a Chiara Lubich, ha voluto in questo modo sottolineare e ricordare la tradizione inclusiva di accoglienza, di laboratorio sociale che ha caratterizzato Trento ed il Trentino dal secondo dopoguerra.

Come più volte precisato, sia dal presidente Giulietti, sia dal segretario Cerone, la proposta dovrà essere aperta, plurale ed inclusiva e non volta a sostituirsi o essere in competizione ad iniziative già avviate con successo in altre realtà italiane. Al riguardo, non solo sono state menzionate le esperienze avviate a Napoli dal festival “Imbavagliati”, a Ronchi dei Legionari dall’associazione culturale Leali delle notizie, ed il monumento per la libertà di stampa di Conselice, ma si è anche deciso di rendere queste realtà parte integrante dell’evento che si terrà a Trento, in modo tale da creare una rete di iniziative virtuose, in vista di un vero e proprio gemellaggio tra manifestazioni unite da un ideale comune, con il coinvolgimento anche della Federazione Europea dei Giornalisti.

Con la nuova amministrazione comunale di Trento – ha sottolineato il presidente Giulietti – è stato riscontrato un terreno fertile per potere gettare le basi di una proficua collaborazione con il mondo del giornalismo più avvertito e di frontiera in collaborazione con le scuole, dove – nell’auspicio del sindaco Ianeselli – si possano portare delle testimonianze dei giornalisti significativamente proprio nei luoghi dove si forma la coscienza critica dei cittadini di domani.

Iniziativa virtuosa – è stato ricordato dai rappresentanti FNSI – che si innesta nel protocollo siglato con la Provincia Autonoma di Trento da Assostampa Trento, Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI, Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige per portare nelle scuole trentine di ogni ordine e grado la cultura dell’articolo 21, diffondere la sensibilità civica contro le fake news e per il contrasto della cultura dell’odio, della xenofobia e del razzismo.

(Articolo apparso su Articolo21 il 29 novembre 2020; foto di copertina: Museo diocesano tridentino, wikimedia)

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Articolo 21 GRUPPI

Libertà di stampa, Ianeselli: «Saremo la città che accoglie i cronisti minacciati»

«Vogliamo essere la città che ospita ed accoglie giornalisti minacciati, per coniugare la difesa dei diritti umani con l’ospitalità». Lo ha detto il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, nel corso di un incontro con il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti e il segretario e il vicesegretario del sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Rocco Cerone e Lorenzo Basso.

«Intendiamo offrire – ha continuato il sindaco – la possibilità di un ristoro temporaneo nella nostra città da situazioni critiche o a rischio per giornalisti che hanno illuminato o portato a conoscenza fatti di interesse pubblico a livello nazionale e internazionale».

L’incontro è stato promosso dal sindacato regionale dei giornalisti assieme alla Fnsi per rinnovare il patto di collaborazione scaturito dopo la celebrazione della prima manifestazione sulla libertà di stampa nella città di Trento il 2 maggio 2019. «Allo studio – informa una nota dell’Assostampa – l’organizzazione di una iniziativa da tenersi a inizio maggio 2021».

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FREELANCE Lavoro

Giornalisti precari e autonomi al Governo: «Senza occupazione nessun sostegno agli editori»

La Commissione nazionale lavoro autonomo della Federazione nazionale della Stampa italiana, riunitasi in teleconferenza, esprime forte preoccupazione per la deriva del mercato del lavoro nel comparto dell’informazione. E si appella al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, affinché intervengano sulle evidenti storture del sistema a danno del lavoro e del diritto dei cittadini ad essere informati da giornalisti liberi e indipendenti anche dal ricatto economico della precarietà e della spasmodica necessità di un lavoro dignitosamente retribuito.

Il livello occupazionale nel settore sta diminuendo solo formalmente: la “buona occupazione” viene distrutta in favore di un’occupazione precaria, senza diritti né tutele. E un sistema basato sempre più su dei “braccianti dell’informazione”, o sull’utilizzo improprio dei pensionati nel normale circuito produttivo – come già denunciato dalla Clan e dalla Fnsi – non può andare lontano. Gli editori vogliono da un lato un basso numero di occupati regolari e con contratti depotenziati, dall’altro poter disporre di una forza lavoro di giornalisti lavoratori autonomi da pagare molto meno dei subordinati, benché sia autonomi che dipendenti siano indistintamente utilizzati per la realizzazione dei contenuti dell’identico prodotto giornalistico.

Diamo atto al governo di aver sostenuto il settore, ma nelle misure che dovrà ancora mettere a punto occorre mettere al primo posto norme che contrastino il precariato, lo sfruttamento dei cococo e delle false partite Iva che mascherano del lavoro dipendente non riconosciuto. Chiediamo quindi che tutti gli aiuti agli editori, sia nazionali che locali, siano vincolati alla creazione di occupazione regolare. Ogni sostegno, diretto o indiretto, dev’essere condizionato alla tenuta dell’occupazione e al contrasto del precariato: non si possono utilizzare aiuti pubblici per distruggere l’occupazione regolare e incrementare il lavoro precario e non tutelato.

Va contrastato l’uso dei pensionati nel normale circuito produttivo, e non di rado anche nelle redazioni. Un pensionato non ha la necessità di “procurarsi uno stipendio pieno”, e questa è nei fatti una concorrenza sleale nei confronti di migliaia di collaboratori esterni, sottopagati e quasi mai stabilizzati da dipendenti se non dopo non facili cause giudiziali.

Va favorita con opportuni provvedimenti l’emersione dal “falso lavoro autonomo” di molti collaboratori, e l’inclusione nei Contratti collettivi da dipendenti di almeno i cosiddetti “collaboratori strategici” delle testate.

Va parallelamente attuata una decisa tutela del lavoro autonomo – sia di quello per scelta, che di quello in attesa di stabilizzazioni – tramite la doverosa attuazione delle vigenti disposizioni, inapplicate dal 2012:

COMPENSI DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI
1) Compensi minimi dignitosi per le collaborazioni giornalistiche autonome, anche occasionali e non nelle redazioni, tramite:
a) Immediata emanazione da parte del ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti ex L. 27/2012, unica categoria professionale per la quale non sono mai stati emanati, e non essendo applicabili per analogia quelli di altre professioni;
b) Conseguente attuazione anche per i giornalisti del principio della legge sull’equità retributiva ex L. 172/2017;

COMPENSI DEI COLLABORATORI DELLE REDAZIONI
2) Equo compenso per i collaboratori delle redazioni (con coerenza tra subordinati e autonomi nelle singole testate), tramite:
c) Corretta identificazione dei parametri dell’equo compenso per i giornalisti non dipendenti ex L.233/2012, e conseguente sua attuazione, fino ad oggi bloccata, in violazione della legge stessa e dell’art. 36 della Costituzione.

Riguardo l’emergenza Covid-19, chiediamo l’emanazione di nuovi contributi a fondo perduto a sostegno dei giornalisti non dipendenti, come già stanziati la scorsa primavera-estate, tenendo conto dei nuovi lockdown, parziali o totali, in atto e paventati per questo inverno. Va anche tenuto conto che il blocco o riduzione di alcune attività produttive per il Covid-19 hanno causato la perdita, o almeno una forte riduzione delle possibilità di lavoro per i giornalisti lavoratori autonomi dei settori dello spettacolo, cultura, sport, turismo e food, oltre ad una riduzione generale delle possibilità di collaborazione, accompagnate spesso da significative riduzioni dei compensi, stabilite unilateralmente dagli editori nella logica dell’emergenza Covid e dei continui tagli ai costi del lavoro. Su questa situazione sono necessari interventi mirati del governo e delle istituzioni, anche locali.

Infine: come già segnalato da tempo anche dalla Clan-Fnsi, l’attività giornalistica, assieme alle sue tecnologie, i contesti sociali e di mercato, è radicalmente mutata dagli anni ’70-’80, al punto di risultare oggi inadeguati, od obsoleti, molti degli attuali strumenti concettuali, normativi e di governo della professione, legati ad altri momenti storici.

Oggi è necessaria una radicale riforma della professione, delle sue norme e istituti, per renderli rispondenti alle esigenze e ai problemi della realtà attuale. Comprese le norme di funzionamento e dei compiti dell’Ordine dei giornalisti, risalenti a un impianto di un oramai lontano e non più attuale 1963. Non basta la già attuata riforma del numero dei componenti del Consiglio nazionale e dei Consigli di disciplina: occorre tenere conto che nel giornalismo la maggior parte dei rapporti di lavoro e è sarà di natura autonoma, e ciò per volontà degli editori.

Ma, al fine di giungere ad una riforma ragionata e di ampio respiro, questa andrà elaborata ed attuata in sinergia con gli organismi di rappresentanza dei giornalisti, per quanto di rispettiva competenza, confrontandosi su problemi, esperienze e proposte già disponibili, e non con provvedimenti calati dall’alto senza alcun coinvolgimento di merito della professione.

Questi i temi che come Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi ci sentiamo di avanzare con forza, rendendoci disponibili, per quanto di nostra competenza, alla più ampia collaborazione.

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Articolo 21 GRUPPI

Solidarieta SJG e Articolo21 al popolo bielorusso

Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige (SGJ) ed il presidio di Aricolo21 della regione esprimono solidarietà e sdegno per l’arresto di 23 giornalisti appartenenti all’Associazione bielorussa dei giornalisti (Baj), bloccati ieri in piazza del cambiamento nella capitale Minsk insieme a 1.127 persone, tutte arrestate.

SJG ed Articolo21 del Trentino Alto Adige sono inoltre vicini all’Associazione dei bielorussi in Italia “Supolka” con sede a Trento, la cui rappresentante Katerina Ziuziuk ha lanciato l’allegato grido d’allarme, affinchè non venga dimenticata la tragedia della Bielorussia, dove è in corso una campagna di stato di abolizione della libertà di stampa con arresti indiscriminati e di tutte le altre libertà, tra l’indifferenza dell’Europa, a cento giorni dall’inizio delle proteste democratiche.

(Foto di copertina: CastleMound, Wikimedia)

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GRUPPI Lavoro

Cpo FNSI, Usigrai, Odg e Giulia: «Raccontiamo correttamente la violenza sulle donne»

LETTERA APERTA A GIORNALISTE E GIORNALISTI

Care colleghe e cari colleghi,

in questi mesi di pandemia non si fermano i casi di femminicidio, punta dell’iceberg della violenza contro le donne.

Raccontiamola in modo corretto: basta parlare di raptus! Basta giustificare gli assassini!  Basta ai facili moventi come la depressione e la gelosia! Basta far ricadere sulle donne la responsabilità della loro morte!

La grave crisi che sta attraversando il nostro Paese sta mettendo sotto pressione anche la nostra categoria. Ma proprio in un momento complesso come questo dobbiamo dare prova di essere capaci di narrare quanto accade nella consapevolezza della grande responsabilità che abbiamo nei confronti di chi ci legge e ascolta.

Abbiamo elaborato il Manifesto di Venezia, a cui hanno aderito liberamente centinaia di giornaliste e giornalisti, nel tentativo di offrire uno strumento di lavoro utile ad inquadrare in modo corretto il fenomeno. Sappiamo che molte e molti si sforzano di farlo ogni giorno.

Ancora troppo spesso però ci dimentichiamo, scrivendo i nostri articoli o servizi radiofonici e televisivi, che la violenza contro le donne non può essere ridotta a meri fatti di cronaca. Che si tratta di un fenomeno strutturale della nostra società e come tale abbiamo il dovere di raccontarlo: violenza contro le donne in quanto donne, per questo è necessario utilizzare la parola “femminicidio”.

Facciamo appello al senso di responsabilità di ciascuna e ciascuno. L’omicida di Torino – solo l’ultimo di molti esempi – non ha avuto un raptus, lo sterminio che ha compiuto non è nato dal nulla. I dati ci raccontano che il gesto finale di eliminazione della propria compagna, moglie, ex arriva dopo un lungo periodo di violenze e soprusi.

Non rendiamo vittime una seconda volta le donne assassinate, non cadiamo in queste narrazioni tossiche, diamo valore alla nostra libertà di informare.

Mimma Caligaris (presidente Cpo Fnsi)
Paola Dalle Molle (coordinatrice Cpo Cnog)
Silvia Garambois (presidente GiULiA giornaliste)
Monica Pietrangeli (coordinatrice Cpo Usigrai)

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GRUPPI Ordine dei giornalisti

Sconcerto Sjg e Odg per affido Ufficio stampa del Comune di Merano a non iscritto all’Ordine

Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige e il sindacato regionale dei Giornalisti FNSI esprimono sconcerto e dissenso rispetto alla delibera firmata in data 02.11 dal Sindaco di Merano Paul Rösch con la quale si affida il ruolo di responsabile dell’Ufficio stampa ad un soggetto non iscritto all’Albo dei Giornalisti e questo in chiara inottemperanza delle disposizioni della Legge n. 150/2000, citata nella
medesima delibera.

Desta forte perplessità anche la scarsa trasparenza con la quale si è attivata la procedura di selezione. In assenza di un bando a pubblica evidenza si è preferito interpellare tre soggetti (scelti senza alcun preventivo criterio) due dei quali iscritti all’Albo dei Giornalisti, optando infine per l’offerta economica più vantaggiosa depositata appunto dal candidato non Giornalista del quale, come specificato nella delibera “è stato esaminato il curriculum dal quale emerge una significativa esperienza”, probabilmente però non in ambito giornalistico.

Quanto accaduto a Merano, da molti punti di vista, non ha precedenti a livello nazionale nella Pubblica Amministrazione.

Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige e il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige/SüdtirolFNSI chiedono dunque l’immediato annullamento della delibera in oggetto riservandosi, in caso contrario, di attivare le vie legali e di querelare in sede penale eventuali episodi di esercizio abusivo della professione nel caso in cui il ruolo succitato forse ricoperto da un soggetto non iscritto all’Ordine dei Giornalisti.

(Foto: Wikimedia)

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Lavoro PREVIDENZA E SALUTE

Coronavirus, torna l’autocertificazione. Ecco il modulo per giornalisti

Con il nuovo Dpcm in vigore dal 6 novembre 2020 torna l’autocertificazione per gli spostamenti, da utilizzare in maniera diversa in base alle diverse situazioni regione per regione. In tutta Italia è necessario avere in tasca l’autocertificazione se si esce di casa dalle 22 alle 5, orario in cui è previsto scatti il coprifuoco nazionale. E nelle zone indicate come “arancioni” e “rosse” le limitazioni agli spostamenti – sempre consentiti per “comprovati motivi di lavoro, necessità e salute” – sono ancora più stringenti (riportiamo a questo link l’infografica predisposta dalla presidenza del Consiglio dei ministri con la sintesi delle restrizioni previste dal decreto).

Come già fatto in occasione del lockdown della scorsa primavera, gli uffici della Fnsi hanno predisposto un modulo di autocertificazione dedicato ai giornalisti, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, che hanno necessità di spostarsi dal proprio domicilio per ragioni professionali. Il documento, compilato e firmato, va esibito assieme alla tessera professionale in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine.

Il modulo standard per gli spostamenti rilasciato dal ministero dell’Interno (disponibile a questo link) è comunque in possesso degli operatori di polizia e può essere compilato anche al momento del controllo.

PER APPROFONDIRE
In calce i modelli di autocertificazione per gli spostamenti professionali predisposti dagli uffici della Fnsi tenendo presenti le specifiche esigenze lavorative dei professionisti dell’informazione, siano essi lavoratori autonomi o lavoratori dipendenti.

Autocertificazione per giornalisti autonomi – 5nov2020

Autocertificazione per giornalisti dipendenti – 5nov2020

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GRUPPI Ordine dei giornalisti

Giornalisti, documento di 22 consiglieri nazionali: «Al lavoro per elezioni trasparenti»

«Un decreto legge consente anche all’Ordine dei Giornalisti di accedere allo strumento del voto elettronico per l’elezione dei Consigli regionali e del Consiglio nazionale (Cnog). Adesso non dovrebbero esserci più ostacoli al voto. Per questo è necessario avviare da subito un percorso trasparente e partecipato che veda il pieno e totale coinvolgimento dei consiglieri nazionali e degli Ordini regionali per l’adozione del regolamento e la scelta della piattaforma». Lo scrivono, in un documento, 22 consiglieri nazionali.

«Il regolamento – prosegue il testo – dovrà garantire tre caratteri fondanti per una partecipazione realmente democratica vale a dire segretezza, libertà e personalità del voto. Non deve essere consentita alcuna manovra che favorisca l’esercizio del voto ad uso e consumo dei “signori delle tessere”. La democrazia non può ridursi a un “click”.

«L’approvazione del regolamento e la scelta di una piattaforma non possono neppure diventare il pretesto per un differimento del voto oltre il 28 gennaio, termine ultimo fissato dal decreto. Per questo chiediamo l’immediata fissazione di un calendario di lavoro per commissioni e consiglio nazionale in grado di rispettare le scadenze fissate. Il regolamento deve essere licenziato entro un mese dal Cnog per poi dare tempo al ministero di esaminarlo.

«Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti non si riunisce da ormai quasi quattro mesi. Il suo ruolo è stato del tutto esautorato. Il luogo della discussione, del confronto e delle decisioni è deserto da oltre cento giorni. In questo periodo il presidente Verna ha assunto una serie di iniziative che sono andate ben al di là della ordinaria amministrazione ed ha preso numerose decisioni senza il mandato del Consiglio nazionale, che non è stato minimamente coinvolto, che è stato scarsamente informato e in ogni caso soltanto a cose fatte. Una gestione verticistica  dell’Ordine con il risultato che il presidente e l’esecutivo, che ha visto le dimissioni di quattro dei suoi nove componenti (in totale dissenso rispetto all’intenzione di perseguire il rinvio delle elezioni) decidono ormai per tutti. E’ mancato anche il confronto e il rapporto con la Consulta dei presidenti che in questo periodo è stato del tutto assente.

«Ricordiamo che se si fosse votato in sicurezza, come le circostanze lo permettevano, il 27 settembre e il 4 e 11 ottobre, l’Ordine dei giornalisti avrebbe un nuovo Consiglio nazionale regolarmente eletto, con le nuove cariche istituzionali nel pieno esercizio delle loro funzioni».

Giannetto Baldi
Michele Buono
Lucio Bussi
Cristina Caccia
Michela Canova
Elisabetta Cosci
Guido D’Ubaldo
Andrea Ferro
Walter Filagrana (Trentino Alto Adige)
Dino Frambati
Luca Frati
Giuseppe Gandolfo
Augusto Goio (Trentino Alto Adige)
Michele Lorusso
Valentino Losito
Nadia Monetti
Gianni Montesano
Giuseppe Murru
Maurizio Paglialunga
Enrico Romagnoli
Gian Maria Sias
Maria Zegarelli

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GRUPPI Lavoro

Informazione locale online e periodici cattolici, siglato accordo fra Anso, Fisc e FNSI

L’Associazione nazionale delle testate online (Anso), la Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc) e la Federazione nazionale della Stampa italiana (FNSI), sindacato unico e unitario dei giornalisti italiani, hanno sottoscritto nella serata di ieri, giovedì 29 ottobre, un accordo collettivo nazionale transitorio per la regolamentazione delle prestazioni di lavoro giornalistico nelle testate online di informazione locale aderenti ad Anso e nelle testate periodiche aderenti alla Fisc.

L’accordo, che ha validità dal primo novembre 2020, è propedeutico alla sottoscrizione di un contratto collettivo di settore che le parti si sono impegnate a definire entro il 30 giugno 2021, e si è reso necessario per non lasciare senza regolamentazione contrattuale le aziende che applicavano il contratto collettivo Uspi-Fnsi (che ha cessato di produrre ogni effetto il 30 maggio scorso).

«Oggi – commenta Marco Giovannelli, presidente di Anso – è una giornata storica per il mondo dell’editoria digitale. Anso in questi anni si è sempre battuta perché il settore venisse considerato come merita. In questi mesi di crisi tutti hanno potuto vedere l’importante ruolo svolto dall’editoria locale ed iperlocale. Ringraziamo i colleghi della Fisc e della FNSI per avere colmato in tempi brevissimi, nonostante la situazione contingente, il vuoto normativo creatosi dopo la cancellazione del precedente contratto. Viene così garantito un percorso che consentirà ai piccoli editori digitali di far crescere le proprie aziende e l’occupazione».

Per Chiara Genisio, vicepresidente Fisc, «questo accordo costituisce un elemento di certezza in una fase molto difficile per il Paese e soprattutto per il mondo dell’informazione. Un passo importante che offre opportunità, tutela e dignità ai giornalisti che operano nelle testate aderenti alla nostra Federazione. Un traguardo molto significativo per i nostri giornali radicati nel territorio, dal Nord al Sud dell’Italia, che soprattutto in questa fase di emergenza continuano a essere autentici punti di riferimento delle comunità locali».

«Si apre – dice Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – una fase di ampia collaborazione con le organizzazioni rappresentative di un settore editoriale che necessita di uno strumento contrattuale adeguato alla dimensione e alle esigenze produttive delle aziende. L’obiettivo è far emergere e favorire l’occupazione giornalistica, riconoscendo diritti e tutele in un quadro di sostenibilità. L’accordo raggiunto è soltanto un primo passo, reso possibile dalla serietà e dal senso di responsabilità di tutti gli interlocutori».

PER APPROFONDIRE
Qui, il testo dell’accordo nazionale siglato da Anso, Fisc e FNSI.

(Fonte: FNSI)