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SINDACATO

Lotta al precariato e Inpgi, FNSI: «Sì ai tavoli con il governo, ma pronti alla mobilitazione»

La Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) prende atto della dichiarata volontà del governo di giungere in tempi brevi a soluzioni negoziate su lotta al precariato, equo compenso e messa in sicurezza dell’Inpgi. La giunta esecutiva e la Consulta delle Associazioni regionali di Stampa hanno condiviso con il segretario generale Raffaele Lorusso la volontà di arrivare a risultati soddisfacenti, attraverso il confronto costruttivo con gli editori e lo stesso governo.

Il sostegno pubblico al settore è indispensabile e imprescindibile, ancor più in una situazione di difficoltà resa drammatica dalla pandemia. Allo stesso tempo, è auspicabile che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il governo trovino il coraggio, mancato fino ad oggi, per dar seguito alle dichiarazioni di intenti, mettendo in campo provvedimenti concreti per tutelare e rafforzare il mercato del lavoro. La dignità delle persone, la lotta alle diseguaglianze, il diritto a un’equa retribuzione non possono essere temi buoni soltanto per i convegni e i talk show, ma richiedono una chiara volontà politica per adottare interventi mirati e risolutivi.

Con la stessa celerità e la stessa determinazione con cui vengono messe a punto e sostenute norme “ad aziendam”, nonostante i rilievi dell’Unione europea, da parlamento e governo è lecito attendersi un’accelerazione su proposte di legge e provvedimenti che riguardano il settore nel suo complesso – dalla cancellazione del carcere per i cronisti al contrasto alle querele bavaglio, fino alla riforma del servizio pubblico radiotelevisivo  – da tempo in discussione e finiti su un binario morto.

Lo stesso discorso vale per la messa in sicurezza dell’Inpgi. Nel dare atto al governo di aver espresso la disponibilità a intraprendere un percorso graduale e condiviso di messa in sicurezza dei conti dell’Istituto, con provvedimenti da inserire già nella prossima legge di Bilancio e sgombrando il campo da equivoci legati a presunte garanzie pubbliche, peraltro vietate dalla legge, la Fnsi sarà al fianco del gruppo dirigente dell’Inpgi nella battaglia per l’autonomia, presupposto indispensabile per garantire la libertà di informazione.

Alla parole devono seguire i fatti. Il primo banco di prova, da questo punto di vista, sarà il mercato del lavoro. L’impegno del governo ad adottare un provvedimento sul contrasto al precariato nel caso in cui le parti sociali non trovassero un accordo entro il prossimo 15 febbraio dovrà essere mantenuto. Ulteriori rinvii e perdite di tempo richiederanno la messa in campo di tutte le azioni di mobilitazione e di lotta.

(Fonte: FNSI)

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Articolo 21 GRUPPI

‘Non fermiamo questa voce’, l’11 e il 14 dicembre iniziative in ricordo di Antonio Megalizzi

In occasione dell’anniversario dell’attentato a Strasburgo dell’11 dicembre 2018 e della scomparsa di Antonio Megalizzi, il 14 dicembre, la Fondazione Antonio Megalizzi presenta le iniziative per ricordare Antonio e tenere viva la sua memoria. La maratona radiofonica Non fermiamo questa voce l’11, l’iniziativa sui social #antonioperme e la proiezione dell’immagine di Antonio in piazza Duomo a Trento il 14. «Insieme a RadUni, il circuito delle radio universitarie italiane, ed Europhonica, il format radiofonico dedicato all’Unione europea, la Fondazione – spiega una nota – si unisce alla maratona radiofonica ‘Non Fermiamo Questa Voce’ in diretta sulle emittenti del circuito RadUni per tutto l’arco della giornata dell’11 dicembre. L’intento della maratona è quello di onorare il ricordo delle vittime dell’attentato di Strasburgo avvenuto ai mercatini di Natale l’11 dicembre 2018, in cui hanno perso la vita Antonio Megalizzi e il collega Bartosz Orent-Niedzielski».

Nella maratona saranno raccolti i contributi e alcune delle dirette realizzate da Antonio Megalizzi durante il suo lavoro a Europhonica, il format nato nel 2015 dalla collaborazione di diverse radio universitarie in Europa con lo scopo di raccontare le attività del Parlamento europeo e approfondire le tematiche di attualità politica, economica e culturale europea.

Si potrà anche ascoltare ‘Cielo d’Acciaio’, il racconto di Antonio Megalizzi registrato nel 2019 dai suoi colleghi e dalle sue colleghe della redazione italiana di Europhonica, e alcuni contributi su tematiche care ad Antonio, come la comunicazione, il giornalismo e la politica europea, realizzati da chi fin dall’inizio supporta la Fondazione, in primis gli enti che ne fanno parte.

Il 14 dicembre, inoltre, il Comune di Trento proietterà sulla Torre Civica in piazza Duomo a Trento l’immagine di Antonio realizzata da Mauro Biani. La Fondazione Antonio Megalizzi inviterà sui canali social a pubblicare un’immagine, un ricordo o un pensiero su Antonio con l’hashtag #antonioperme per poter condividere insieme la giornata.

PER APPROFONDIRE
Tutte le informazioni sulle iniziative in programma sono disponibili sul sito web della Fondazione Antonio Megalizzi.



PER APPROFONDIRE
Tutte le informazioni sulle iniziative in programma sono disponibili sul sito web della Fondazione Antonio Megalizzi.

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Inpgi PREVIDENZA E SALUTE

Ex fissa, confermato anche per il 2020 il pagamento della rata di 3.000 euro

Come previsto dal regolamento in vigore, il Comitato di gestione del Fondo ha stabilito l’erogazione, entro il mese di dicembre, della quota relativa all’anno in corso a tutti i giornalisti che sono in attesa di percepire l’indennità.

Anche quest’anno, il Comitato di gestione del Fondo ex fissa ha stabilito l’erogazione entro il mese di dicembre del rateo di tremila euro lordi, relativo al 2020, così come previsto dal regolamento in vigore, a tutti i giornalisti che sono in attesa di percepire l’indennità ex fissa.

Considerata l’attuale impossibilità per l’Inpgi di erogare alla Fieg altre tranche di finanziamento oneroso, Fnsi ed Editori hanno, inoltre, avviato una verifica per individuare soluzioni che possano accelerare la liquidazione di quanto dovuto ai giornalisti in attesa della prestazione.

Come confermato in più occasioni dalla magistratura in tutti i gradi di giudizio, infatti, non esiste alcuna responsabilità dell’Inpgi nella gestione del Fondo né alcuna rivendicazione può essere promossa nei confronti della Fnsi, in quanto l’obbligo di alimentare il Fondo è esclusivamente in capo agli Editori.

(Fonta: FNSI)

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GRUPPI Ordine dei giornalisti

Cordoglio di SjG, Ungp e Assostampa per la scomparsa di Gianni Faustini

Il Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa di Gianni Faustini e si stringe attorno al figlio Alberto, giornalista anch’egli e direttore di Alto Adige e l’Adige, ed alla sua famiglia.

Desideriamo ricordare nella sua vita spesa nella professione giornalistica sempre ai massimi livelli – in RAI, Alto Adige, l’Adige – il suo impegno nell’adozione della prima carta deontologica dei doveri giornalisti nel 1993, che introdusse nella sua veste di presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. 

Se ne va una delle più eminenti figure della professione giornalistica del Trentino Alto Adige e nazionale.

* * *

Non è solo il Trentino ma tutto il Paese che con la scomparsa di Gianni Faustini perde un esempio di serietà, umanità e integrità giornalistica. 

Giornalista professionista iscritto all’Ordine del Trentino Alto Adige dal 1962, Faustini era laureato in Storia contemporanea a Pavia. Nel corso della vita ha diretto il quotidiano “Alto Adige” e successivamente “L’Adige. È stato (nel 1972) il primo presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige e poi segretario dell’Ordine nazionale e dal novembre 1991 presidente fino al 1995. Instancabile nei consigli e anche nei dettami della deontologia giornalistica (la Carta dei doveri del giornalista fu approvata quando lui era presidente del Consiglio Nazionale) perchè alta era la sua visione della funzione della stampa all’interno di una democrazia. Il Trentino perde uno dei testimoni più attenti e critici del panorama giornalistico e un figlio affettuoso di questa terra. Assostampa Trentina si unisce al cordoglio della famiglia. 

Assostampa Trentina

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Articolo 21 GRUPPI

Trento, città inclusiva e della libertà di stampa

(*di Rocco Cerone, Lorenzo Basso, Roberto Rinaldi)

Ad inizio maggio 2021 la città di Trento ospiterà la seconda giornata internazionale sulla libertà di stampa, un evento inclusivo che si propone di accedere un faro sui cronisti minacciati in Italia e nel mondo. L’iniziativa è nata da un colloquio tra il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana Giuseppe Giulietti, il segretario del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige Rocco Cerone, il vicesegretario Lorenzo Basso e il sindaco di Trento Franco Ianeselli a fine settimana a Trento.

Alla base della proposta – nel solco della manifestazione organizzata il 2 maggio 2019, alla quale hanno preso parte delegazioni delle associazioni di stampa provenienti da tutto il Paese – vi è la condivisione del principio secondo cui la libertà di espressione è il fondamento della democrazia, e che le istituzioni pubbliche di un paese democratico sono chiamate a difendere chi fa informazione e chi si trova minacciato per aver illuminato fatti di pubblico interesse. Evento che seguiva di tre mesi il XXVIII congresso della FNSI di Levico, in Trentino.

L’idea avanzata dal sindaco, già segretario della Cgil del Trentino, è quella di recuperare una prassi propria dei sindacati confederali, che da decenni sono impegnati nella tutela di chi si occupa di rappresentare i lavoratori nei luoghi più pericolosi del mondo, ospitando lavoratori e sindacalisti minacciati. Allo stesso modo, ha proposto di rendere la città di Trento un luogo accogliente per i cronisti minacciati nel nostro Paese, in Europa e a livello internazionale, creando un porto sicuro dove rigenerarsi e intessere relazioni con i professionisti locali e con le scuole, per rendere il loro esempio un modello per le nuove generazioni.

Incontro che si è svolto su impulso del presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, all’indomani della manifestazione nazionale “Il Trentino per i diritti umani” ospitata proprio a Trento dal 19 al 21 novembre 2020.

«Vogliamo essere la città che ospita ed accoglie giornalisti minacciati, per coniugare la difesa dei diritti umani con l’ospitalità», ha detto Ianeselli, nel corso dell’incontro, durante il quale si è parlato della volontà di trovare nuove strade per mettere al centro la libertà di informazione, senza dimenticare tuttavia il percorso avviato da altre realtà italiane. «Intendiamo offrire – ha infatti precisato il primo cittadino di Trento – la possibilità di un ristoro temporaneo nella nostra città da situazioni critiche o a rischio per giornalisti che hanno illuminato o portato a conoscenza fatti di interesse pubblico a livello nazionale e internazionale».

Il quarantaduenne neosindaco della Città che ha dato i natali a Chiara Lubich, ha voluto in questo modo sottolineare e ricordare la tradizione inclusiva di accoglienza, di laboratorio sociale che ha caratterizzato Trento ed il Trentino dal secondo dopoguerra.

Come più volte precisato, sia dal presidente Giulietti, sia dal segretario Cerone, la proposta dovrà essere aperta, plurale ed inclusiva e non volta a sostituirsi o essere in competizione ad iniziative già avviate con successo in altre realtà italiane. Al riguardo, non solo sono state menzionate le esperienze avviate a Napoli dal festival “Imbavagliati”, a Ronchi dei Legionari dall’associazione culturale Leali delle notizie, ed il monumento per la libertà di stampa di Conselice, ma si è anche deciso di rendere queste realtà parte integrante dell’evento che si terrà a Trento, in modo tale da creare una rete di iniziative virtuose, in vista di un vero e proprio gemellaggio tra manifestazioni unite da un ideale comune, con il coinvolgimento anche della Federazione Europea dei Giornalisti.

Con la nuova amministrazione comunale di Trento – ha sottolineato il presidente Giulietti – è stato riscontrato un terreno fertile per potere gettare le basi di una proficua collaborazione con il mondo del giornalismo più avvertito e di frontiera in collaborazione con le scuole, dove – nell’auspicio del sindaco Ianeselli – si possano portare delle testimonianze dei giornalisti significativamente proprio nei luoghi dove si forma la coscienza critica dei cittadini di domani.

Iniziativa virtuosa – è stato ricordato dai rappresentanti FNSI – che si innesta nel protocollo siglato con la Provincia Autonoma di Trento da Assostampa Trento, Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige-FNSI, Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige per portare nelle scuole trentine di ogni ordine e grado la cultura dell’articolo 21, diffondere la sensibilità civica contro le fake news e per il contrasto della cultura dell’odio, della xenofobia e del razzismo.

(Articolo apparso su Articolo21 il 29 novembre 2020; foto di copertina: Museo diocesano tridentino, wikimedia)

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Articolo 21 GRUPPI

Libertà di stampa, Ianeselli: «Saremo la città che accoglie i cronisti minacciati»

«Vogliamo essere la città che ospita ed accoglie giornalisti minacciati, per coniugare la difesa dei diritti umani con l’ospitalità». Lo ha detto il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, nel corso di un incontro con il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti e il segretario e il vicesegretario del sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Rocco Cerone e Lorenzo Basso.

«Intendiamo offrire – ha continuato il sindaco – la possibilità di un ristoro temporaneo nella nostra città da situazioni critiche o a rischio per giornalisti che hanno illuminato o portato a conoscenza fatti di interesse pubblico a livello nazionale e internazionale».

L’incontro è stato promosso dal sindacato regionale dei giornalisti assieme alla Fnsi per rinnovare il patto di collaborazione scaturito dopo la celebrazione della prima manifestazione sulla libertà di stampa nella città di Trento il 2 maggio 2019. «Allo studio – informa una nota dell’Assostampa – l’organizzazione di una iniziativa da tenersi a inizio maggio 2021».

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FREELANCE Lavoro

Giornalisti precari e autonomi al Governo: «Senza occupazione nessun sostegno agli editori»

La Commissione nazionale lavoro autonomo della Federazione nazionale della Stampa italiana, riunitasi in teleconferenza, esprime forte preoccupazione per la deriva del mercato del lavoro nel comparto dell’informazione. E si appella al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, affinché intervengano sulle evidenti storture del sistema a danno del lavoro e del diritto dei cittadini ad essere informati da giornalisti liberi e indipendenti anche dal ricatto economico della precarietà e della spasmodica necessità di un lavoro dignitosamente retribuito.

Il livello occupazionale nel settore sta diminuendo solo formalmente: la “buona occupazione” viene distrutta in favore di un’occupazione precaria, senza diritti né tutele. E un sistema basato sempre più su dei “braccianti dell’informazione”, o sull’utilizzo improprio dei pensionati nel normale circuito produttivo – come già denunciato dalla Clan e dalla Fnsi – non può andare lontano. Gli editori vogliono da un lato un basso numero di occupati regolari e con contratti depotenziati, dall’altro poter disporre di una forza lavoro di giornalisti lavoratori autonomi da pagare molto meno dei subordinati, benché sia autonomi che dipendenti siano indistintamente utilizzati per la realizzazione dei contenuti dell’identico prodotto giornalistico.

Diamo atto al governo di aver sostenuto il settore, ma nelle misure che dovrà ancora mettere a punto occorre mettere al primo posto norme che contrastino il precariato, lo sfruttamento dei cococo e delle false partite Iva che mascherano del lavoro dipendente non riconosciuto. Chiediamo quindi che tutti gli aiuti agli editori, sia nazionali che locali, siano vincolati alla creazione di occupazione regolare. Ogni sostegno, diretto o indiretto, dev’essere condizionato alla tenuta dell’occupazione e al contrasto del precariato: non si possono utilizzare aiuti pubblici per distruggere l’occupazione regolare e incrementare il lavoro precario e non tutelato.

Va contrastato l’uso dei pensionati nel normale circuito produttivo, e non di rado anche nelle redazioni. Un pensionato non ha la necessità di “procurarsi uno stipendio pieno”, e questa è nei fatti una concorrenza sleale nei confronti di migliaia di collaboratori esterni, sottopagati e quasi mai stabilizzati da dipendenti se non dopo non facili cause giudiziali.

Va favorita con opportuni provvedimenti l’emersione dal “falso lavoro autonomo” di molti collaboratori, e l’inclusione nei Contratti collettivi da dipendenti di almeno i cosiddetti “collaboratori strategici” delle testate.

Va parallelamente attuata una decisa tutela del lavoro autonomo – sia di quello per scelta, che di quello in attesa di stabilizzazioni – tramite la doverosa attuazione delle vigenti disposizioni, inapplicate dal 2012:

COMPENSI DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI
1) Compensi minimi dignitosi per le collaborazioni giornalistiche autonome, anche occasionali e non nelle redazioni, tramite:
a) Immediata emanazione da parte del ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti ex L. 27/2012, unica categoria professionale per la quale non sono mai stati emanati, e non essendo applicabili per analogia quelli di altre professioni;
b) Conseguente attuazione anche per i giornalisti del principio della legge sull’equità retributiva ex L. 172/2017;

COMPENSI DEI COLLABORATORI DELLE REDAZIONI
2) Equo compenso per i collaboratori delle redazioni (con coerenza tra subordinati e autonomi nelle singole testate), tramite:
c) Corretta identificazione dei parametri dell’equo compenso per i giornalisti non dipendenti ex L.233/2012, e conseguente sua attuazione, fino ad oggi bloccata, in violazione della legge stessa e dell’art. 36 della Costituzione.

Riguardo l’emergenza Covid-19, chiediamo l’emanazione di nuovi contributi a fondo perduto a sostegno dei giornalisti non dipendenti, come già stanziati la scorsa primavera-estate, tenendo conto dei nuovi lockdown, parziali o totali, in atto e paventati per questo inverno. Va anche tenuto conto che il blocco o riduzione di alcune attività produttive per il Covid-19 hanno causato la perdita, o almeno una forte riduzione delle possibilità di lavoro per i giornalisti lavoratori autonomi dei settori dello spettacolo, cultura, sport, turismo e food, oltre ad una riduzione generale delle possibilità di collaborazione, accompagnate spesso da significative riduzioni dei compensi, stabilite unilateralmente dagli editori nella logica dell’emergenza Covid e dei continui tagli ai costi del lavoro. Su questa situazione sono necessari interventi mirati del governo e delle istituzioni, anche locali.

Infine: come già segnalato da tempo anche dalla Clan-Fnsi, l’attività giornalistica, assieme alle sue tecnologie, i contesti sociali e di mercato, è radicalmente mutata dagli anni ’70-’80, al punto di risultare oggi inadeguati, od obsoleti, molti degli attuali strumenti concettuali, normativi e di governo della professione, legati ad altri momenti storici.

Oggi è necessaria una radicale riforma della professione, delle sue norme e istituti, per renderli rispondenti alle esigenze e ai problemi della realtà attuale. Comprese le norme di funzionamento e dei compiti dell’Ordine dei giornalisti, risalenti a un impianto di un oramai lontano e non più attuale 1963. Non basta la già attuata riforma del numero dei componenti del Consiglio nazionale e dei Consigli di disciplina: occorre tenere conto che nel giornalismo la maggior parte dei rapporti di lavoro e è sarà di natura autonoma, e ciò per volontà degli editori.

Ma, al fine di giungere ad una riforma ragionata e di ampio respiro, questa andrà elaborata ed attuata in sinergia con gli organismi di rappresentanza dei giornalisti, per quanto di rispettiva competenza, confrontandosi su problemi, esperienze e proposte già disponibili, e non con provvedimenti calati dall’alto senza alcun coinvolgimento di merito della professione.

Questi i temi che come Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi ci sentiamo di avanzare con forza, rendendoci disponibili, per quanto di nostra competenza, alla più ampia collaborazione.

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Articolo 21 GRUPPI

Solidarieta SJG e Articolo21 al popolo bielorusso

Il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige (SGJ) ed il presidio di Aricolo21 della regione esprimono solidarietà e sdegno per l’arresto di 23 giornalisti appartenenti all’Associazione bielorussa dei giornalisti (Baj), bloccati ieri in piazza del cambiamento nella capitale Minsk insieme a 1.127 persone, tutte arrestate.

SJG ed Articolo21 del Trentino Alto Adige sono inoltre vicini all’Associazione dei bielorussi in Italia “Supolka” con sede a Trento, la cui rappresentante Katerina Ziuziuk ha lanciato l’allegato grido d’allarme, affinchè non venga dimenticata la tragedia della Bielorussia, dove è in corso una campagna di stato di abolizione della libertà di stampa con arresti indiscriminati e di tutte le altre libertà, tra l’indifferenza dell’Europa, a cento giorni dall’inizio delle proteste democratiche.

(Foto di copertina: CastleMound, Wikimedia)

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GRUPPI Lavoro

Cpo FNSI, Usigrai, Odg e Giulia: «Raccontiamo correttamente la violenza sulle donne»

LETTERA APERTA A GIORNALISTE E GIORNALISTI

Care colleghe e cari colleghi,

in questi mesi di pandemia non si fermano i casi di femminicidio, punta dell’iceberg della violenza contro le donne.

Raccontiamola in modo corretto: basta parlare di raptus! Basta giustificare gli assassini!  Basta ai facili moventi come la depressione e la gelosia! Basta far ricadere sulle donne la responsabilità della loro morte!

La grave crisi che sta attraversando il nostro Paese sta mettendo sotto pressione anche la nostra categoria. Ma proprio in un momento complesso come questo dobbiamo dare prova di essere capaci di narrare quanto accade nella consapevolezza della grande responsabilità che abbiamo nei confronti di chi ci legge e ascolta.

Abbiamo elaborato il Manifesto di Venezia, a cui hanno aderito liberamente centinaia di giornaliste e giornalisti, nel tentativo di offrire uno strumento di lavoro utile ad inquadrare in modo corretto il fenomeno. Sappiamo che molte e molti si sforzano di farlo ogni giorno.

Ancora troppo spesso però ci dimentichiamo, scrivendo i nostri articoli o servizi radiofonici e televisivi, che la violenza contro le donne non può essere ridotta a meri fatti di cronaca. Che si tratta di un fenomeno strutturale della nostra società e come tale abbiamo il dovere di raccontarlo: violenza contro le donne in quanto donne, per questo è necessario utilizzare la parola “femminicidio”.

Facciamo appello al senso di responsabilità di ciascuna e ciascuno. L’omicida di Torino – solo l’ultimo di molti esempi – non ha avuto un raptus, lo sterminio che ha compiuto non è nato dal nulla. I dati ci raccontano che il gesto finale di eliminazione della propria compagna, moglie, ex arriva dopo un lungo periodo di violenze e soprusi.

Non rendiamo vittime una seconda volta le donne assassinate, non cadiamo in queste narrazioni tossiche, diamo valore alla nostra libertà di informare.

Mimma Caligaris (presidente Cpo Fnsi)
Paola Dalle Molle (coordinatrice Cpo Cnog)
Silvia Garambois (presidente GiULiA giornaliste)
Monica Pietrangeli (coordinatrice Cpo Usigrai)

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GRUPPI Ordine dei giornalisti

Sconcerto Sjg e Odg per affido Ufficio stampa del Comune di Merano a non iscritto all’Ordine

Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige e il sindacato regionale dei Giornalisti FNSI esprimono sconcerto e dissenso rispetto alla delibera firmata in data 02.11 dal Sindaco di Merano Paul Rösch con la quale si affida il ruolo di responsabile dell’Ufficio stampa ad un soggetto non iscritto all’Albo dei Giornalisti e questo in chiara inottemperanza delle disposizioni della Legge n. 150/2000, citata nella
medesima delibera.

Desta forte perplessità anche la scarsa trasparenza con la quale si è attivata la procedura di selezione. In assenza di un bando a pubblica evidenza si è preferito interpellare tre soggetti (scelti senza alcun preventivo criterio) due dei quali iscritti all’Albo dei Giornalisti, optando infine per l’offerta economica più vantaggiosa depositata appunto dal candidato non Giornalista del quale, come specificato nella delibera “è stato esaminato il curriculum dal quale emerge una significativa esperienza”, probabilmente però non in ambito giornalistico.

Quanto accaduto a Merano, da molti punti di vista, non ha precedenti a livello nazionale nella Pubblica Amministrazione.

Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige e il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige/SüdtirolFNSI chiedono dunque l’immediato annullamento della delibera in oggetto riservandosi, in caso contrario, di attivare le vie legali e di querelare in sede penale eventuali episodi di esercizio abusivo della professione nel caso in cui il ruolo succitato forse ricoperto da un soggetto non iscritto all’Ordine dei Giornalisti.

(Foto: Wikimedia)